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Curiosità | 08 settembre 2024, 16:01

Farinél/”Tu sai che le cose immortali le avete a due passi”

Il 9 settembre 1908 nasceva a Santo Stefano Belbo Cesare Pavese. Lo scrittore piemontese continua a parlare a generazioni di italiani e non solo perché le sue frasi sono tra le più instagrammate del Mondo. Ora un docufilm “Cesare Pavese-Le cose nascoste e lontane che devono esistere”, presentato in anteprima martedì 10 settembre a Santo Stefano Belbo nella chiesa dei SS Giacomo e Cristoforo, realizzato dalla Fondazione Radici, con il professor Piercarlo Grimaldi, indaga l’anima e i pensieri del grande scrittore nato nelle Langhe.

Foto: Bruno Murialdo

Foto: Bruno Murialdo

Domani, lunedì 9 settembre sarebbe il compleanno di Cesare Pavese, un autore che è stato un dono per tutti noi, per questo territorio, per l’Italia e non solo. Se Beppe Fenoglio ha saputo raccontare le Langhe come nessun’altro, Cesare Pavese è stato in grado di vergare con la sua penna un paese intero parlando di sé e quindi di tutti i giovani di quell’epoca.

Consiglio la lettura de “Il diavolo sulle colline”, un libro scritto nel 1948 talmente all’avanguardia da sembrare contemporaneo. Sì, se volete farvi un regalo leggete Cesare Pavese, partite dai Dialoghi con Leucò e da La Luna e i Falò, i suoi due capolavori assoluti. Leggeteli oggi, proverete emozioni diverse rispetto a quando li leggeste tra i banchi di scuola, sapranno parlare al vostro cuore e alla vostra anima.

Cesare Pavese è un regalo e per quanto mi riguarda è un regalo che mi ha fatto il professor Piercarlo Grimaldi, uomo dalla grande sapienza e dalla dialettica straordinaria, che mi ha fatto andare anche oltre la parola scritta di Pavese arrivando nel profondo di quell’uomo morto ancora prima di compiere 42 anni, l’età che io ho oggi e che lui mai vivrà.

Pavese ateo convinto a un certo punto della propria esistenza inizia a indagare il sacro e a chiedersi se esista qualcosa oltre l’orizzonte visibile dagli occhi. Non arriverà a una risposta, ma ci lascerà due frasi particolarmente significative. Una è quella che dà il titolo a questo Farinel.

Si tratta di un passaggio contenuto nei Dialoghi con Leucò nel dialogo Esiodo e Mnemòsine:
Esiodo: Quando parlo con te è difficile resisterti. Tu hai veduto le cose all’inizio. Tu sei l’ulivo, l’occhiata e la nube. Dici un nome, e la cosa è per sempre.
Mnemòsine: Esiodo, ogni giorno io ti trovo quassù. Altri prima di te ne trovai su quei monti, sui fiumi brulli della Tracia e della Pieria. Tu mi piaci più di loro. Tu sai che le cose immortali le avete a due passi.
Esiodo: Non è difficile saperlo. Toccarle, è difficile.
Mnemòsine: Bisogna vivere per loro, Esiodo. Questo vuol dire, il cuore puro.

Un passaggio intriso di poesia, con Pavese che fa esprimere un concetto che poi tornerà quando l’autore nato a Santo Stefano Belbo scriverà della Madonna della Rovere e qui veniamo al titolo del docufilm che sarà presentato nell’ambito del Pavese Festival martedì 10 settembre alle 21 nella chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo, in anteprima assoluta.
Presentare un’opera come questa che ho ideato con il professor Piercarlo Grimaldi a Santo Stefano Belbo rappresenta un traguardo e forse la chiusura di un cerchio del percorso di avvicinamento a quello che oggi ritengo, con Italo Calvino, il più grande autore del Novecento. Calvino è prosa, Pavese poesia di un secolo.

Il docufilm nasce proprio dalla voglia di indagare la spinta verso il sacro dell’autore che dalla balaustra del santuario della Madonna della Rovere immaginava di vedere l’infinito. Oggi vedrebbe prevalentemente dei capannoni, ma questa è un’altra storia.

Queste chiese di cresta sono tutte così. Ce n’è sempre qualcuna più lontana, mai vista. Nel porticato di ciascuna è tutto il cielo e vi si sentono le prugnole e i canneti che il cammino non basta a raggiungere. Tanto vale fermarsi a due passi e sapere che tutta la terra è un gran bosco che non potremo mai far nostro davvero come un frutto. Anzi, le cose che ci crescono a due passi hanno il loro sapore da quelle selvatiche, e se il campo e la vigna ci nutrono è perché affiora alle radici una forza nascosta. Mio padre direbbe che al mondo tutto viene dal basso. Io non so né sapevo di questo, ma la Madonna della Rovere era come il santuario delle cose nascoste e lontane che devono esistere.
Cesare Pavese - da "Racconti" (Vol II, Storia segreta)

Senza svelare di più su questo lavoro durato un anno e finito di montare il 3 settembre, con riprese di Daniele Ferrero e Francesca Nota, con la fotografia di Bruno Murialdo e Silvia Muratore invito a regalarvi una sera diversa alla scoperta più intima di un grande autore della nostra terra e vi aspetto martedì 10 settembre alle 21 a Santo Stefano Belbo.
Marcello Pasquero

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