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Eventi | 22 maggio 2024, 09:09

Alba, c’è ancora tempo fino a domenica 26 maggio per visitare la mostra HARARI / ITALIANS

Alla Fondazione Ferrero i grandi italiani protagonisti tra ‘900 e 2000 nelle foto di Guido Harari

In foto Guido Harari

In foto Guido Harari

Davanti al suo obiettivo sono passate gran parte delle star del rock: Lou Reed, David Bowie, Frank Zappa, Kate Bush. Senza contare artisti italiani come Giorgio Gaber, Fabrizio De André, Vasco Rossi, Gianna Nannini. 

E Guido Harari li ha immortalati tutti, cogliendo la loro unicità e originalità. È questo ciò che il celebre fotografo albese sa fare meglio di chiunque altro. Abbattere i muri del suono per far emergere i lati più intimi dei grandi della musica. E ancora scoprire bellezze uniche e renderle immortali attraverso i suoi scatti, renderle dive. 

Nella sua carriera ha pubblicato libri di fotografie, preziosissimi scrigni delle meraviglie, nei quali sono raccolti gli anni ruggenti del rock. Tra le icone passate dietro al suo obiettivo anche Patti Smith che si toglie le scarpe e si siede per terra e Nick Cave che si concede alla macchina fotografica con una sigaretta in mano, guardando dritto davanti a sé. 

HARARI / ITALIANS

Le emozioni continuano alla Fondazione Ferrero di Alba per la mostra “HARARI / ITALIANS”. C’è tempo fino a domenica 26 maggio per ammirare il progetto espositivo di Guido Harari, un viaggio in divenire che si sviluppa attraverso i volti e le storie di personalità italiane che hanno segnato il Novecento e il Duemila. 

Le opere in mostra passano in rassegna oltre trent’anni di storia italiana, visti attraverso l’obiettivo di un fotografo particolarmente abile nel cogliere il vero spirito dei suoi soggetti con totale spontaneità e naturalezza: dalla giocosità di Umberto Eco, alla calma espressiva di Marcello Mastroianni, tutti i ritratti fotografici che conducono l’osservatore a contatto con l’anima più profonda della nostra cultura attraverso i volti dei suoi grandi protagonisti. 

L’idea è scaturita dall’incontro di Harari con il giornalista Beppe Severgnini, che alla fine degli anni Novanta lanciava in Rai il programma “Italians, cioè italiani” dove intervistava trenta connazionali celebri in tutto il mondo. 

I protagonisti della trasmissione di Severgnini sono diventati i soggetti di una serie di trenta ritratti realizzati da Harari nello studio della Rai, a riprese concluse. Tra questi figuravano Umberto Eco, Dario Fo, Gina Lollobrigida, Alberto Tomba, Gae Aulenti, Krizia e molti altri. 

Negli anni, il progetto ha continuato a nutrirsi e allargarsi, evolvendosi in un vero e proprio archivio di figure storiche che hanno cambiato il volto dell’Italia e anche di giovani e brillanti scommesse sul futuro. 

Il ritratto corale di Guido Harari si estende a personaggi come Alda Merini, che accoglie il fotografo nel suo appartamento sui Navigli; Gianni Agnelli, che racconta il suo incontro con Andy Warhol; Ennio Morricone, che suggerisce di essere ritratto nascosto dietro una porta, lasciando visibili solo i propri occhiali fluttuanti a mezz’aria; Nicolò Govoni e Bebe Vio, due giovani che ogni giorno combattono per costruire la società italiana del domani. 

Con spontaneità e maestria, documentandosi con cura, ma senza costringere il soggetto con rigide istruzioni, Guido Harari coglie l’essenza dei protagonisti dei suoi scatti e con questa mostra esplora il ritratto come strumento di indagine dell’altro. 

Accompagna la mostra, in anticipo sul volume che sarà pubblicato a fine anno da Rizzoli Lizard Editore, un Album che, oltre alla documentazione fotografica dell’esposizione, riunisce i contributi di Guido Harari e Beppe Severgnini. 

Vi abbiamo gasato? Allora eccovi le informazioni base. HARARI / ITALIANS è visitabile fino a domenica 26 maggio. Dove: Alba, Fondazione Ferrero (Strada di mezzo, 44). Orari: giovedì e venerdì 15-19; sabato e domenica 10-13 e 15-19. Venerdì 24 maggio apertura straordinaria fino alle ore 21, firma-copie dei libri e brindisi per festeggiare il successo della mostra. Ingresso free.

  

Un po’ di biografia

Se vi mettete a sfogliare un po’ di biografia, scoprirete che Guido Harari, nato in Egitto nel 1952, è fotografo, critico musicale e anche gallerista. Infatti, nel 2011 ha aperto ad Alba la Wall of Sound Gallery, dedicata interamente all’immaginario della musica, a cui si è poi aggiunta Wall Of Sound Editions, casa editrice di cataloghi e libri in tiratura limitata. 

Autodidatta ispirato dai grandi fotografi di rock e jazz degli anni ‘50 e ‘60, si è affermato nei primi anni ‘70 come fotografo e giornalista musicale. Nel tempo ha esplorato anche il reportage, il ritratto istituzionale, la pubblicità e la moda, collaborando con le maggiori testate italiane e internazionali. 

La tournée della sua vita lo ha visto sul palco e dietro le quinte delle più importanti, coinvolgenti, struggenti e graffianti voci della musica italiana e internazionale. Numerose le copertine di dischi per artisti come Kate Bush, David Crosby, Bob Dylan, B.B. King, Ute Lemper, Paul McCartney, Michael Nyman, Lou Reed, Simple Minds e Frank Zappa. 

In Italia ha collaborato soprattutto con Claudio Baglioni, Andrea Bocelli, Angelo Branduardi, Vinicio Capossela, Paolo Conte, Pino Daniele, Fabrizio De André, Eugenio Finardi, Ligabue, Mia Martini, Gianna Nannini, PFM, Vasco Rossi e la Filarmonica della Scala diretta da Riccardo Muti. 

Per non farsi mancare nulla, ha realizzato numerosi libri e mostre personali, oltre che curato progetti come la grande mostra multimediale su Fabrizio De André, prodotta da Palazzo Ducale a Genova, la mostra Art Kane. Visionary per la Galleria civica di Modena e per Fondazione Made in Cloister a Napoli, e la mostra Pino Daniele Alive, sempre alla Fondazione Made in Cloister a Napoli. 

Silvia Gullino

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