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Curiosità | 22 maggio 2024, 19:02

Bra, un trionfo di rose nella chiesa dei Fratini per la festa di Santa Rita da Cascia

Tanti fedeli alle celebrazioni di mercoledì 22 maggio in onore della Santa degli “impossibili”

La benedizione delle rose nella festa di Santa Rita a Bra

La benedizione delle rose nella festa di Santa Rita a Bra

È la Santa degli “impossibili” e il suo simbolo principale è la rosa, oltre alla spina e alle api. Lei è Rita da Cascia, una delle sante più venerate in Italia e nel mondo cattolico, di cui oggi, 22 maggio, ricorre la festa. Un appuntamento molto sentito anche a Bra con la chiesa di Santa Maria degli Angeli che si è trasformata in un tripudio di rose, candele, preghiere e di celebrazioni eucaristiche già alle prime ore del mattino.

Nell’omelia padre Oreste ha ricordato come Santa Rita fosse rimasta saldamente unita a Cristo in tutte le varie fasi della sua vita in cui è stata donna, sposa, madre, vedova e religiosa.

«Santa Rita è un modello per tutti noi a vivere la sapienza della Croce, accettando con fede e senso di amore quelle spine che la vita inevitabilmente ci presenta», ha concluso il frate cappuccino, rivolgendosi ai tanti fedeli intervenuti per il Rosario, culminato con la preghiera di supplica e il momento tanto atteso della benedizione delle rose.

Santa Rita e la rosa. L’attribuzione della rosa a Santa Rita risale all’ultimo periodo della sua vita: essendo immobile a letto, ricevette la visita di una cugina che, nel congedarsi, le chiese se desiderasse qualcosa dalla sua casa di Roccaporena. La monaca agostiniana rispose che le sarebbe piaciuto avere una rosa dall’orto. La cugina obiettò che era pieno inverno e quindi impossibile. Rita insistette. Tornata a Roccaporena, la donna andò nell’orticello e, in mezzo ad un roseto, vide una rosa sbocciata. La colse e la portò da Rita la quale, ringraziando, la consegnò alle meravigliate consorelle. Così divenne la Santa della “Spina” e la Santa della “Rosa”.

Santa Rita invocata per i casi impossibili. Una venerazione che iniziò subito dopo la sua morte, il 22 maggio del 1457 a Cascia e si caratterizzò dall’elevato numero e dalla qualità degli eventi prodigiosi. Ovvero casi clinici o di vita per cui non c’erano più speranze e che, grazie alla sua intercessione, tante volte, si sono risolti miracolosamente. Nata a Roccaporena (presso Cascia, Perugia) verso il 1381, di lei la tradizione racconta che, figlia unica, fin dall’adolescenza desiderò consacrarsi a Dio, ma, per le insistenze dei genitori, fu data in sposa ad un giovane di carattere violento. Dopo l’assassinio del marito e la morte dei due figli, soffrì molto per l’odio dei parenti che riuscì a riappacificare. Vedova e sola, ma in pace con tutti, venne accolta nel monastero agostiniano di Santa Maria Maddalena in Cascia. Visse per quarant’anni nell’umiltà e nella carità, nella preghiera e nella penitenza. Negli ultimi quindici anni della sua vita, portò sulla fronte il segno della sua profonda unione con il crocifisso, una spina della corona di Cristo. Invocata come taumaturga di grazie, il suo corpo è venerato nel santuario di Cascia, meta di continui pellegrinaggi. Beatificata da papa Urbano VIII nel 1626, venne canonizzata il 24 maggio 1900 da papa Leone XIII.

Miracoli di Santa Rita. Un’altra curiosità? Un’antica credenza popolare collega le api al primo miracolo attribuito a Rita in vita: la guarigione di un contadino. Inoltre, si dice che, ogni qualvolta Rita interceda per un miracolo, il suo corpo, conservato all’interno del Santuario di Santa Rita da Cascia, emani profumo di rosa.

Silvia Gullino

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