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Cronaca | 07 maggio 2024, 19:36

Ladro seriale incastrato da una penna e condannato: fu uno degli autori dei 22 colpi in Granda

L'uomo, un pregiudicato di origini albanesi, venne arrestato alle prime luce del mattino del dicembre 2016 assieme al complice che, compiendo una folle manovra speronò l'auto dei Carabinieri. Il bottino dei colpi, fruttò loro 80mila euro

Immagine di repertorio

Immagine di repertorio

Erano le cinque del mattino del 15 dicembre 2016 quando i carabinieri, in via Antica di Busca a Madonna dell’Olmo, avevano intercettato un Range Rover rubato da una villetta ad Envie una decina di giorni prima. A bordo dell’auto c’erano tre uomini, tutti di origini albanese, ritenuti gli autori di almeno 22 furti in abitazione, tra Cuneo, Borgo San Dalmazzo, Saluzzo, Sanfront, Envie, Cervasca e Vignolo. Il bottino ammontò a circa 80mila euro.

La macchina “sporca” era stata individuata già qualche giorno prima ed era costantemente sorvegliata dai carabinieri. La notte del 14, la banda arrivò sul posto. Dopo avere parcheggiato il fuoristrada, salirono su un’auto “pulita”, una Ford Focus, senza sapere che però c'erano quattro pattuglie in borghese dei militari di Cuneo e Saluzzo che li attendevano in zona.

Il loro arresto fu alquanto movimentato. Il conducente della Focus, dopo avere tentato di investire due militari del Nucleo Investigativo, speronò un’auto “civetta” dei carabinieri aprendosi un varco e allontanandosi a gran velocità. I due occupanti, S.L e R.B., entrambi di Torino, per darsi alla fuga nei campi, si lanciarono letteralmente fuori dall'auto in corsa: uno di loro, R.B. batté violentemente la testa, procurandosi un grave trauma.

L’uomo era stato infatti ricoverato al Santa Croce. E qui rimase in coma per 13 giorni. Il terzo complice, invece, mai identificato, riuscì a scappare. E sarebbe proprio questo, per la difesa dell'imputato, la sua scriminante: "Quando iniziò la manovra violenta - ha spiegato il legale - R.B. non si trovava più sull'auto".

A finire subito in manette, con l’accusa di concorso in rapina, furto aggravato in abitazione e resistenza a pubblico ufficiale fu il conducente dell’auto, S.L. che definì la sua posizione patteggiando la pena. Per R.B., invece, scelto il rito ordinario, è arrivata nei giorni scorsi dal tribunale di Cuneo una pesante condanna per furto e resistenza a pubblico ufficiale. Attualmente a piede libero, l’imputato è stato condannato a 4 anni e 3 mesi di carcere, oltre al pagamento di 800 euro di multa.

Ad incastrare l’uomo, per cui il pubblico ministero Attilio Offman aveva chiesto una condanna a tre anni e 3 mesi di carcere, sostenendo l’accusa di rapina impropria, era stata una penna stilografica ritrovata nel suo taschino, la stessa che era stata rubata in un’abitazione di Borgo San Dalmazzo qualche notte prima. Ma di quella penna l’imputato ha sempre dichiarato di non saperne nulla, sostenendo che addosso gliel’avessero messa i Carabinieri quando l’hanno arrestato.

Sulla macchina “sporca” i militari ritrovarono oltre 4mila euro in contanti. Di tutte le contestazioni mossegli, R.B. ha negato ogni addebito. L’uomo ha spiegato che quella notte in realtà lui sarebbe uscito con suo cugino e una terza persona per trascorrere la serata: “Abbiamo trovato il Range Rover parcheggiato con le chiavi inserite e il finestrino aperto. Siamo saliti tutti. Sul sedile posteriore c’era una mazzetta di soldi e io l’ho presa”.  

Anche il cambio dalla macchina rubata a quella usata per speronare i Carabinieri, nel racconto dell’imputato, aveva una spiegazione: “Siamo partiti da Torino con la Ford Focus -ha detto - abbiamo trovato il fuoristrada e abbiamo fatto un giro. Poi, l’abbiamo riparcheggiato e siamo saliti di nuovo sulla Ford e io mi sono addormentato in macchina”.

Sulla macchina “pulita” erano state piazzate delle cimici. In una delle conversazioni intercettate si sente dire da uno dei due compagni dell’imputato “il coltello e le pinze le ho usate per aprire le tapparelle. Le hai lì dietro il sedere”. Alla richiesta di spiegazione del pm Attilio Offman, R.B. ha risposto di non sapere come mai lo avessero detto: “Io stavo contando i soldi – ha concluso -. Eravamo contenti”.

CharB.

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