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Attualità | 10 aprile 2024, 16:32

Nelle carceri di Cuneo, Torino e Vercelli è crisi di organico. SAPPE: “Insufficienti le nuove assegnazioni”

In una lettera inviata alle direzioni dei tre istituti penitenziari, la sigla sindacale si sofferma sulle decennali criticità: si aggrava il problema dei detenuti affetti da disturbi psichiatrici

Il carcere del Cerialdo di Cuneo

Il carcere del Cerialdo di Cuneo

Assegnazioni di agenti di Polizia penitenziaria allievi nelle carceri regionali (in particolar modo Torino, Vercelli e Cuneo), il SAPPE – tra le sigle sindacali di riferimento per la categoria – lamenta l’insufficienza dell’organico destinato, soprattutto “in relazione al sovraffollamento che dilaga impetuoso rendendo le condizioni di vita e di lavoro del personale intollerabili”.

Il SAPPE ha prodotto sull’argomento una lettera, inviata ai direttori delle tre case circondariali piemontesi. Al centro, le assegnazioni intraprese dal Provveditorato Regionale in relazione alle aliquote di assegnazione  degli agenti allievi del 182esimo e 183esimo corso di formazione.

“Continuo e decennale il depauperamento dell’organico”

L’aumento della popolazione detenuta è una costante del nostro sistema – spiegano dal SAPPE - . Tutti gli indicatori classici quali suicidi, rivolte e aggressioni stanno crescendo in maniera esponenziale e sembra non esserci una soluzione di continuità tra le ripetute aggressioni fisiche e verbali in danno degli agenti. Aggressioni che, a nostro avviso, sono inevitabilmente connesse a due sostanziali fattori: da un lato la diffusione, tra la popolazione detenuta, di un vero e proprio senso di impunità per gli episodi di violenza posti in essere e dall’altro, appunto, l’endemica carenza di personale”.

In alcune realtà come quelle di Torino, Vercelli e Cuneo il personale ha pressoché raggiunto una situazione al limite del collasso – si legge ancora sulla lettera - . Il Corpo deve affrontare le problematiche derivanti da un continuo e decennale depauperamento dell’organico. Se in passato si riusciva a fronteggiare con il lavoro straordinario e la buona volontà, oggi, con il turnover delle pensioni che non viene colmato e il clima di ‘guerriglia’ che si respira nei reparti detentivi, è assolutamente necessario tutelare la salute psico-fisica del personale garantendogli i sacrosanti diritti contrattuali”.

Il personale è sistematicamente soggetto a protrazioni dell’orario lavorativo oltre il limite contrattualmente stabilito e senza previo avviso, a causa della necessità di intervenire in una serie continua di situazioni di emergenza configurandosi, così, soventi violazioni delle norme contrattuali vigenti in materia di orario di lavoro”.

Il SAPPE dice basta

La lettera del sindacato si sofferma poi sulla presenza di detenuti psichiatrici, “l’emergenza più importante, attualmente, che interessa le carceri italiane”: sul tema gli scriventi ricordano come la riforma che ha previsto la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari non abbia indicato valide alternative e il passaggio delle competenze della sanità penitenziaria alle Regioni ha fortemente peggiorato la situazione.

Il SAPPE non può accettare un prosieguo di questo tenore – si conclude la lettera - . Noi chiediamo in modo fermo e deciso una massiccia campagna di assunzione di personale che consenta una moderna organizzazione del lavoro. Si chiede un autorevole intervento per una rivalutazione della distribuzione del personale di Polizia Penitenziaria, che vede Istituti penitenziari come Torino,Vercelli e Cuneo in forte sofferenza. Si chiedono provvedimenti concreti per quanto di competenza anche ai fini di pertinenti segnalazioni alle autorità ministeriali competenti al fine di ristabilire la legalità a tutela di tutti”.

redazione

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