/ Cronaca

Cronaca | 14 marzo 2024, 07:21

Responsabile marketing truffò l’azienda albese per cui lavorava: condannato a un anno di reclusione

Nei confronti del consulente residente nel Milanese il tribunale ha anche deciso il risarcimento di danni patrimoniali liquidati in 52mila euro

Il palazzo di giustizia "Maurizio Laudi" di Asti

Il palazzo di giustizia "Maurizio Laudi" di Asti

Nella sua requisitoria il pubblico ministero Gabriele Fiz aveva chiesto per lui una condanna a un anno e sei mesi di reclusione. Con l’udienza tenuta ieri (mercoledì 13 marzo) presso il palazzo di giustizia di Asti il processo di primo grado al consulente Michele Laurelli è andato in archivio sì con una pronuncia per lui sfavorevole, ma la sentenza decisa dal tribunale penale in composizione monocratica (giudice Alberto Giannone) ha visto il 32enne nativo di Albenga (Savona) e residente a Nerviano (Milano) condannato a un anno di reclusione e a una multa pari a 400 euro, con la concessione dei benefici di legge e la contestuale condanna al risarcimento di danni patrimoniali liquidati in 52mila euro

Il giudice ha quindi dichiarato la provvisoria esecutività del capo di sentenza che liquida i danni, oltre alla rifusione delle spese di costituzione della parte civile. 

L’uomo era stato rinviato a giudizio con l’accusa di truffa aggravata per avere approfittato della sua qualità di responsabile marketing della Classima Club Srl, società albese che eroga servizi per conto del Gruppo Vezza di Grinzane Cavour, truffando la stessa di una somma quantificata in 47mila euro. Secondo l’azienda, il consulente avrebbe approfittato del rapporto fiduciario per pagare con un conto aziendale campagne finalizzate a promuovere prodotti della Algoretico Srls, società a lui riconducibile. 

Il processo aveva visto la costituzione di parte civile dell’imprenditore Massimo Vezza, col patrocinio dell’avvocato Roberto Ponzio. E’ il legale albese a esprimere ora soddisfazione per la pronuncia: "Con un subdolo raggiro – dichiara – l’imputato ha indotto in errore la società di cui era responsabile marketing. Abusando della fiducia accordatagli dall’azienda ha fatto transitare su un conto aziendale ingenti spese di natura personale. Sorprende lo stato sociale dell’imputato, cattedratico, docente e autore di libri. Questa vicenda processuale, più che declinare competenze in materia di intelligenza artificiale come quelle accampate dal consulente, ne evidenzia una condotta surrettiziamente finalizzata a realizzare un ingiusto profitto". 

Ezio Massucco

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A APRILE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

WhatsApp Segui il canale di LaVoceDiAlba.it su WhatsApp ISCRIVITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium