Davvero una gran bella festa quella di domenica 4 febbraio, ai Salesiani di Bra, in onore di San Giovanni Bosco. E quest’anno l’appuntamento è stato ancora più significativo, visto che cadeva la ricorrenza del secondo centenario del sogno che Giovannino fece nel 1824, all’età di nove anni, rivelatore della missione a cui lo chiamava il Signore.
La giornata è iniziata con la Messa delle ore 10 presieduta da don Mattia Miggiano e concelebrata da don Livio Sola, davanti ad una nutrita assemblea. La benedizione solenne è stata preceduta dal rinnovo delle promesse dei salesiani cooperatori. Tra i banchi anche il sindaco di Bra, Gianni Fogliato, e colleghi di giunta, a sottolineare l’importanza dell’opera salesiana in città.
Il tutto è proseguito all’oratorio con la deliziosa colazione e i giochi. Ovviamente, i protagonisti di questo tempo di gioia sono stati i giovani, piccoli e grandi, che qui frequentano la scuola, il catechismo, svolgono diverse attività ludiche e culturali, fanno sport nei campetti di calcio, basket e pallavolo.
L'INTERVISTA [VIDEO]
«Come ci ha insegnato don Bosco, noi cerchiamo di formare buoni cristiani e onesti cittadini», si continua a ripetere dal 1959 nell’Istituto San Domenico Savio di Bra, dove attualmente il direttore è don Riccardo Frigerio.
A lui abbiamo chiesto di guardare il mondo di oggi con gli occhi di don Bosco, “padre e maestro della gioventù” e di riflettere sul tema della sua festa. Ne è nata un’esperienza dai tratti tipicamente salesiani: disponibilità, vicinanza e sorriso.
Quale messaggio ci lascia don Bosco oggi?
«Secondo quello che ci dice anche il nostro Rettor Maggiore, cardinal Artime, il messaggio è di aiutare i giovani a sognare, perché molto spesso sono spenti, un po’ abbattuti, forse delusi. E il sogno di don Bosco di cui quest’anno ricorre il bicentenario dice: sogna e fai sognare».
La sfida dei Salesiani in questo nostro tempo qual è?
«È quella di continuare, nonostante risorse umane che numericamente possono essere più basse del passato, a tramettere quella gioia e quell’allegria che rendevano i ragazzi di don Bosco protagonisti della loro vita, buoni cristiani e onesti cittadini, quindi fautori di una società migliore».
Un augurio a Bra ed ai braidesi?
«Che i ragazzi di Bra e tutti quelli che in qualche modo, per la scuola o per altro vengono a Bra, possano trovare delle persone che li accolgano, dei cortili dove ci si incontra con serenità, dove ci si può scambiare il meglio della propria vita e dove si possa poi diventare trasmettitori di una gioia piena».