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Attualità | 29 aprile 2023, 18:50

Uno o due centri per culto islamico a Mondovì, ma non chiamatele moschee

La questione è emersa ieri sera, venerdì 28 aprile, in consiglio attraverso un'interrogazione del centrodestra

Uno o due centri per culto islamico a Mondovì, ma non chiamatele moschee

Un argomento davvero complesso quello che è emerso ieri sera, venerdì 28 aprile, in sede di consiglio a Mondovì

La minoranza di centrodestra, composta dai consiglieri Enrico Rosso, Rocco Pulitanò e Mauro Gasco, ha richiesto all'amministrazione di rispondere in merito alla realizzazione di una nuova moschea in via Trieste, area artigianale e industriale della città. 

Non sono mancate le frecciatine e le polemiche tra maggioranza e opposizione:  infatti il centrodestra ha sostenuto che fosse "curioso che il proponente, (il capo del culto islamico a Mondovì, ndr) che era candidato consigliere nelle liste del sindaco, abbia completamente saltato il normale iter burocratico di una pratica edilizia. Chi sicandida dovrebbe avere un minimo di conoscenza dei percorsi burocratici...". 

D'altro canto il consigliere Mauro Gasco (Lega), tra i firmatari dell'interrogazione, ha svolto dei lavori con la sua ditta proprio a beneficio di tale edificio - come ha evidenziato il sindaco Luca Robaldo

Al di là degli aspetti politici ciò che colpisce - e interessa di più - i cittadini certamente è questo: ci sarà una nuova moschea? 

La risposta è ni. Di fatto, come emerso in sede di Consiglio, non si tratta di un nuovo edificio destinato al rito islamico perché il richiedente dei lavori è un'Associazione di Promozione Sociale (APS) che ricade negli enti del terzo settore, e lo stesso vale per i locali di via Cuneo - considerati, però, a tutti gli effetti la moschea di Mondovì. 

Il sindaco, rispondendo all'interrogazione ha chiarito che, come specificato nella CILA (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata) i locali saranno utilizzati per attività di promozione sociale: "La comunità islamica ha comunicato che i locali verranno utilizzati per incontri di educazione, formazione professionale, culturale e di interesse sociale, come volontariato. Questo tipo di attività si può svolgere liberamente come previsto dalla legge. La comunità islamica è un'APS,  rientra nel terzo settore: quindi, di fatto, non si tratterebbe di una nuova moschea. La comunità islamica ha dimostrato in più occasioni volontà di inclusione e partecipazione alla vita cittadina quindi ben vengano proposte da chi ha voglia di impegnarsi per la nostra città a partire dal sociale".

Il fatto, però, rimane un altro. Per il centrodestra Gasco ha replicato: "Ogni cittadino che ha a che fare con le pratiche edilizie sa che ci sono precisi iter da seguire. Tutto ciò per dire che noi non siamo “contrari” che si realizzi una nuova moschea o qualsiasi luogo di culto. Questo deve essere chiaro. Ovviamente, deve essere realizzata in un contesto urbanistico che sia consono. Su questo la risposta del sindaco è stata chiara: questa tipologia non è compatibile con la destinazione urbanistica dell’area. Ma i proponenti possono allestirla comunque, perché risultano Associazione di promozione sociale e dichiarano di svolgere attività culturali".

Essere o non essere. La questione è una vera giungla di norme e leggi da rispettare, dall'urbanistica alla sicurezza, fatti che vanno ben al di là del culto.

Mondovì quindi non ha nessuna moschea? Resteranno due sedi dedicate al culto islamico? Da quanto emerge i fedeli si riferirebbero a quella di via Trieste, considerata a tutti gli effetti una moschea (ed è stato chiaramente indicato anche su Google maps, ndr), mentre quella di via Cuneo non verrebbe più utilizzata per il culto. 

"Vigileremo su quello che effettivamente verrà fatto. - chiosano dal centrodestra - "Perché deve essere anche chiaro che chi propone un'iniziativa simile deve seguire le regole, come qualunque privato cittadino". 

Arianna Pronestì

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