Una giornata davvero importante quella di ieri, venerdì 17 marzo, a Pollenzo.
Nella Sala Rossa dell’Albergo dell’Agenzia, è avvenuta la cerimonia inaugurale dell’anno accademico 2022/23, il diciannovesimo di questo prestigioso polo universitario che ospita oltre 500 studenti. Una realtà che da sempre si distingue per la sua eccellenza, che vanta l’organizzazione di viaggi didattici in Italia ed all’estero, ma che soprattutto conta al suo interno un’alta percentuale di giovani stranieri, provenienti da ben 60 Paesi.
Tutti in piedi, in un momento commemorativo molto emozionante: la cerimonia ha infatti avuto inizio con l’ascolto dell’inno accademico che ha accolto l’entrata dei professori universitari.
La parola, così, al Rettore dell’Università, il prof. Bartolomeo Biolatti, che prima di tutto ha ringraziato le autorità universitarie, politiche e religiose presenti, gli studenti e le persone lì ad ascoltare.
La crisi climatica è stato il tema centrale di questa giornata, in una sfida importante che chiama tutti ad un’etica di impegno attivo e responsabile. “Consapevoli delle difficoltà - ha detto Biolatti - abbiamo la ferma intenzione di portare il nostro contributo al cambiamento, forti dei valori fondanti dell’università di Scienze Gastronomiche: la sostenibilità, l’ecologia, l’economia circolare, la lotta allo spreco. È una questione di piccole cose ma molto importanti, di concretezza”.
In seguito alla relazione di Biolatti, l’intervento di Allegra Ghilardi e Yotam Kornmehi, i due rappresentanti degli studenti. Da parte loro la preziosità dell’esperienza universitaria incentrata su una formazione di competenze umane oltre che professionali.
Accolto da un caloroso applauso, l’ospite d’onore di questa importante giornata: Frans Timmermans, Vice Presidente Esecutivo della Commissione Europea e responsabile del Green Deal. Da parte sua una Lectio Magistralis coincisa e, nello stesso tempo, davvero molto dettagliata e puntuale.
“Non si può parlare di futuro sostenibile per l’Europa senza esaminare l’impatto dei sistemi alimentari”. L’importanza del ridurre l’emissione dei gas inquinanti, del prendere atto di un sistema alimentare che spinge a consumare cibi poco sani con conseguenze sulla salute e l’importanza del ridurre gli sprechi alimentari: “Se lo spreco alimentare fosse un paese sarebbe il terzo produttore di gas ad effetto serra nel mondo - ha detto Timmermans - Sprechiamo il 20% di quello che produciamo. È una cifra enorme e la maggior parte di questo spreco avviene nelle nostre case”.
A livello politico, secondo il Vice Presidente Europeo, si può fare molto. Ha infatti parlato dell’intenzione di presentare a giugno una legge sulla salute del suolo, sull’importanza dei fondi economici per lo sviluppo sostenibile nonché di unione di intenti a livello globale. Tutto questo, però, a suo avviso non è sufficiente a prendere veramente in mano la situazione, in quanto il cambiamento è davvero possibile quando è individuale e sociale, oltre che politico.
“I regolamenti dell’Unione Europea da soli non possono aggiustare il rapporto che abbiamo noi con il cibo. Si tratta di un qualcosa che dev’essere creato fin dalla giovane età, nelle famiglie, a casa. Niente funziona meglio che suscitare l’interesse dei bambini per la produzione e la preparazione del cibo”.
Un coinvolgimento vero, forte e coeso, che coinvolga ogni sistema. Quindi, oltre a casa, anche a scuola dove “per molti bambini il pranzo è l’unico pasto caldo”, ma valorizzando le piccole imprese locali e tutte quelle attività che scelgono di scommettere sullo sviluppo sostenibile.
“In questo tempo vediamo un ritorno dell’oscurantismo nella nostra società. Il rifiuto della scienza, i fatti che non trovano più un ruolo, i sentimenti che dettano le scelte politiche. Questo è molto pericoloso. Se facciamo un’opposizione completamente assidua tra economia ed ecologia perdiamo tutti. Un’economia sostenibile è la sola economia che ha futuro. Un’economia che rispetti i limiti del nostro Pianeta è la sola economia che potrà dare i posti ai nostri figli”.
Rivolgendosi ai professori universitari Timmermans ha detto: “Il contatto con gli studenti è di una ricchezza incredibile, ogni giorno”. E proprio ai giovani, attentissimi nell’ascolto, che il Vice Presidente Europeo ha voluto dedicare spazio al termine del suo intervento. Molte le domande da parte dei giovani, in un dialogo che ha mostrato quanto questi siano capaci di trarre il meglio, quando gli adulti ancora si battono, perseguono obiettivi importanti e, soprattutto, credono in loro.
All’università di Pollenzo, è stata ora introdotta una seconda laurea magistrale: il percorso di studi in “Gastronomia internazionale e geopolitica alimentare”. Sarà per gli studenti un approfondimento delle culture alimentari del mondo, sull’importanza del cibo nelle relazioni e nelle politiche internazionali. Inoltre, è stata perfezionata lo scorso anno la collaborazione con vari atenei. In particolare, è stato attivato con l’università di Torino un dottorato di ricerca interateneo in “Ecogastronomia, Scienze e Cultura del Cibo”, nuova filosofia alimentare che sostiene l’ecosostenibilità dei prodotti utilizzati in cucina. Sempre lo scorso anno è stata istituita una comunità scientifica, di professionalità con discipline e culture anche molto differenti, in un’ottica di un proficuo scambio e dialogo sul cibo sostenibile.
A concludere l’importante mattinata il presidente dell’università di Scienze Gastronomiche Carlo Petrini. Evidente da parte sua la grande ammirazione e la gratitudine nei confronti di Frans Timmermans. Una bellissima unione d’intenti tra i due, di etica e concretezza. Le sue parole hanno concluso una giornata che non solo ha inaugurato il nuovo anno accademico, ma che ha ribadito il costante impegno di questo ateneo.
“La prima ricetta che si insegna qui a Pollenzo è proprio quella di stare in armonia con l’ambiente. Noi siamo fortemente convinti dell’importanza di implementare ulteriormente la realizzazione di comportamenti individuali che possono diventare collettivi. Comportamenti di responsabilità nel modo che abbiamo di scegliere gli alimenti che prendiamo, nel modo che abbiamo di comperare, nel modo di relazionarci con l’economia locale, nella riduzione dello spreco, nel modo che dobbiamo avere tutti insieme per ridurre il consumo dell’acqua, per avere un’attenzione specifica alla biodiversità. Praticamente, nel modo in cui noi scegliamo di mangiare facciamo un’azione politica di come intendiamo l’ambiente. Di come intendiamo il futuro di questa nostra società”.