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Politica | 01 marzo 2023, 07:02

Marello: "Schlein la scossa che serviva al Pd, ora lavoriamo insieme per costruire un’alternativa alle destre"

In Granda il consigliere regionale albese è stato tra i principali sponsor della mozione che ha sbancato le primarie di domenica: "Svolta a sinistra? Io lo reputo un voto nella direzione della chiarezza"

Maurizio Marello, dal 2019 consigliere regionale del Partito Democratico

Maurizio Marello, dal 2019 consigliere regionale del Partito Democratico

Maurizio Marello era a Norcia, impegnato a portare l’esperienza della sua Alba per la candidatura della città umbra a Creative City Unesco per la Gastronomia, quando le primarie del Partito Democratico si sono chiuse con la netta affermazione di Elly Schlein. Il consigliere regionale albese era stato tra i più convinti sostenitori della sua mozione, in provincia ma anche in Piemonte (con lei si erano schierati due consiglieri su dieci, nel gruppo Pd a Palazzo Lascaris, contro sette per Bonaccini) e guarda soddisfatto all’exploit uscito dal voto dei simpatizzanti.

Marello, è andata bene. E più ancora nella sua città.
"Direi di sì. Parliamo di un dato superiore al 67% sia a livello regionale che provinciale. In Granda si è confermato e incrementato il voto che era stato già espresso nei circoli. Ad Alba ancora meglio, il 78%, l’83% nel solo seggio del Mussotto".

Un giudizio poiltico?
"Lo ritengo un risultato molto positivo per la nazione, costruito in particolare al centro nord e ancor più nel dettaglio al nord ovest, mentre al sud Bonaccini ha tenuto. Sul piano numerico ritengo sia da apprezzare un’affluenza molto alta, rispetto a quello che si poteva prevedere e se contestualizzata in momento di grande sfiducia verso la politica e di indubbia difficoltà del Pd. Non siamo ai valori di precedenti primarie, ma è un’affluenza nazionale di 1,1 milioni di persone rimane un dato ragguardevole".

Ha sostenuto Schlein con convinzione.
"Sì, per due motivi. Il primo è oggettivo. Schlein ha avanzato proposte radicali su quattro importanti temi di fondo. La prima riguarda l’esigenza di porre freno a diseguaglianze che in questo Paese sono aumentate in economia come sul lavoro, con l’esplosione del 'lavoro povero', di chi non riesce ad arrivare alla fine del mese. Serve un’inversione di tendenza rispetto a quanto accaduto negli anni passati, quando precarizzando il lavoro si è resa precaria la vita delle persone".

Poi?
"Poi ci sono le diseguaglianze di genere, sulle quali il Paese è molto spaccato. E’ c’è il tema del clima, un’emergenza gravissima che richiede interventi. E non da ultimo ci sono le sue proposte per la creazione degli Stati Uniti d’Europa, la costruzione di un’entità continentale che abbia una propria politica interna ed estera. Qui si gioca la differenza tra la destra e il campo del centrosinistra progressista".

E il secondo?
"Il secondo è soggettivo. E’ una donna, giovane e determinata, incarna una ventata di novità. Stefano Bonaccini è senza dubbio un amministratore capace, lo ha dimostrato sul campo, ma la sua proposta rappresentava una continuità con quel passato recente che ha portato il Pd a perdere molti consensi. C’era invece bisogno di una forte scossa nella direzione del cambiamento. Ed è quello che Schlein ha saputo trasmettere durante tutta la campagna per le primarie".

Quella di Schlein è stata letta come una svolta a sinistra, per il Pd.
"Io lo reputo un voto nella direzione della chiarezza. Elly Schlein è stata scelta da tanti giovani, che non hanno in mente questa divisione novecentesca. Io spero che, anche grazie a lei, il partito torni ad avere un’identità chiara, rispetto a quella annacquata di questi anni. Una linea netta, dalla parte del mondo del lavoro, dalla parte dei giovani, capace di costruire un dialogo con le forze del centrosinistra".

Con chi lo immagina? Anche coi Cinque Stelle?
"Oggi sul fronte dell’opposizione ci sono il Pd, il M5S, le forze della sinistra più radicale e il Terzo Polo, Io spero che in questo contesto il Pd si renda protagonista. Che torni al centro come accadde nel 1994/95 con Romano Prodi e l’Ulivo. Spero che su tante materie si sia in grado di proporre un programma alternativo a quello della destra. Fare quello che si è fatto in questi anni non porta da nessuna parte. Abbiamo tempo, perché temo che il Governo della Meloni finirà per durare. Il Pd deve approfittarne per costruire un’alternativa".

Il voto allargato ha sconfessato quello degli iscritti.
"Tra i non iscritti ci sono tanti ex, tante persone che volevano capire come andassero le cose. Lo reputo comunque il voto di persone che appartengono a un'area politica ben precisa, che è la nostra. Da questo punto di vista non lo trovo così scandaloso. Poi era quasi scontato che il voto interno, quello degli iscritti, fosse andato in un’altra direzione. Con Bonaccini era schierata la maggior parte della classe dirigente. Il voto più numeroso di tutti ha cambiato le cose, ma qui parliamo di persone che erano uscite dal Pd, che non avevano più rinnovato la tessera e che ora hanno intravisto la speranza di costruire un Pd innovativo, capace di affrontare le sfide che abbiamo davanti oggi. Non dimentichiamo che abbiamo vissuto un evento traumatico con la segreteria di Renzi, che dopo averlo portato al 40% creò nel partito una grande frattura".

Non teme nuove spaccature?
"Dal congresso è uscita una mozione che ha vinto e una che è stata sconfitta. Ora l’assemblea nazionale dovrà esprimere una classe dirigente e una linea politica. Auspico, ma sono convinto che ci sarà, una dialettica di maggioranza non divisiva, e che tutti lavoreranno per il partito. Uno dei mali di questi anni è stata la forte divisione fondata sui capi corrente. Ora registro con favore che tra i due contendenti non ci sono attriti di natura personale e che Bonaccini si è immediatamente messo a disposizione. Col contributo di tutti bisogna lavorare per avviare una fase costituente che dia al partito la nuova linfa di cui aveva bisogno".

E sul livello locale?
"A livello locale vi sono vicende che hanno una loro autonomia, il prossimo anno il Pd e il centrosinistra faranno le loro scelte. Non credo che la vittoria di Schlein influirà così tanto su queste dinamiche. Spero in una crescita nei consensi che non farebbe che rafforzare i nostri candidati alle amministrazioni locali negli importanti appuntamenti con le urne che si terranno tra quasi un anno e mezzo".

C’è chi dice che mediti un ritorno ad Alba per un terzo mandato da sindaco.
"E’ difficile dire oggi quello che farò tra oltre un anno, politicamente parlando. Ad oggi mi piacerebbe poter portare avanti il lavoro che ho iniziato in Consiglio regionale. Poi si vedrà".

Ezio Massucco

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