“Zona Acna”, così possiamo definire la parte di territorio della Val Bormida interessato, in un passato non del tutto recente, dal problema provocato da quello che era lo stabilimento di Cengio, che contribuì pesantemente all’inquinamento del fiume e della flora circostante.
Se ne torna a parlare in quanto il centro di valutazione del Ministero della transizione ecologica sta valutando se riperimetrare o meno diversi siti di interesse nazionale dove si presentano situazioni di grave inquinamento subite nel passato.
La riperimetrazione è un’operazione che verrebbe effettuata dopo aver valutato le osservazioni delle associazioni e dei Comuni interessati nelle diverse aree, relazioni che il Ministero ha chiesto di avere nel giro di una settimana dalla videoconferenza svoltasi lo scorso giovedì, dopo che il gruppo di lavoro Ussri è all’opera dal 9 febbraio scorso.
Bisognerà fare molta attenzione al territorio e ad alcune zone, anche private come l’area Merlo, dove la presenza di sostanze inquinanti sembra ancora essere oltre i limiti di Legge, per quanto rilevato dall’associazione “Valle Bormida pulita”, che ha già inviato un dettagliato resoconto sulla zona.
Ora i Comuni della valle dovranno valutare come muoversi e la prospettiva è quella di un’azione condivisa per evitare una riperimetrazione non fedele all’effettivo stato di salute della zona interessata che coinvolge Piemonte e Liguria.
«C’è stato un incontro la scorsa settimana - dichiara Roberto Bodrito, il sindaco di Cortemilia – in cui abbiamo preso atto di una possibile riperimetrazione della zona, operazione che il Ministero della transizione ecologica sta valutando per diversi siti di interesse nazionale.
Sono state richieste documentazioni e noi Comuni, come le associazioni, ci siamo mossi per fare avere alla commissione le nostre osservazioni che confermano le nostre perplessità sulla bonifica attuale perché diverse zone sono praticamente delle discariche dove sono presenti materie inquinanti che, in caso di maltempo, potrebbero diventare pericolose.
Siamo perplessi perché oltre a trovarci di fronte ad una bonifica con zone d’ombra, lo Stato non ci ha interpellati per anni e i dati in nostro possesso non sono sicuramente sufficienti perché i monitoraggi non sono stati continui.
Nelle osservazioni abbiamo anche rimarcato il discorso del risarcimento per danno ambientale, argomento su cui c’è una causa in corso che vede coinvolto il Ministero che, per ora, non ci ha fatto sapere nulla a riguardo, neanche dopo l’interrogazione del senatore Perosino di qualche tempo fa.
Attualmente la maggior parte dei sindaci concorda sul fatto che, in base ai dati di monitoraggio in possesso, il sito della Valle Bormida non è completamente bonificato, e richiediamo per questo maggiore attenzione da parte degli organi competenti, prima di un'eventuale riperimetrazione dell'area».
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