Una delegazione dell’Unione Inquilini ha inviato una lettera appello al Sindaco/Assessore/Prefetto.
A tale proposito la responsabile dell’Unione Inquilini di Cuneo dichiara:
“Siamo estremamente preoccupati per la condizione della sofferenza abitativa. In Italia, 150 mila famiglie sono sotto sfratto esecutivo, 650 mila sono in attesa di una casa popolare senza una risposta. Nella nostra città circa 400 famiglie sono in attesa di Casa popolare o di un bando per potervi accedere.
In questa situazione già insostenibile, si aggiunge l’aumento per le spese alimentari che viaggiano oltre le due cifre percentuali e che si abbattono in maniera proporzionalmente più elevata sui redditi bassi e medi e l’incremento esponenziale delle bollette energetiche, insostenibili per milioni di famiglie.
Ci siamo rivolti al Sindaco/Assessore nella loro responsabilità di garanti della salute pubblica.
Abbiamo chiesto impegni concreti per impedire sfratti che violano i diritti umani e per i quali non è praticabile il passaggio da casa a casa:
Abbiamo chiesto di intervenire direttamente presso il governo nazionale e quello regionale per due stanziamenti straordinari diretti ai comuni e alle ATC: il primo per poter acquisire o prendere direttamente in locazione gli alloggi liberi degli Enti Previdenziali e degli altri enti pubblici per garantire il passaggio da casa a casa e il secondo per poter assegnare gli alloggi ATC, oggi vuoti anche nella nostra città soprattutto per problemi di manutenzione.
Abbiamo chiesto misure immediate di sostegno per le bollette e per interventi strutturali che ne impediscano o limitino gli aumenti (per esempio, l’azzeramento dell’IVA), nonché la tassazione al 100% degli extraprofitti delle imprese. Abbiamo chiesto che, in ogni caso, non siano consentiti distacchi di luce e gas, dovuti agli aumenti, in quanto si tratta di servizi necessari per la sopravvivenza e perché siamo di fronte a forme di morosità incolpevole.
Abbiamo chiesto una rinegoziazione dei canoni attuali, con ulteriori agevolazioni fiscali a chi aderisce alla riduzione degli affitti, l’abolizione della cedolare secca sul libero mercato e la penalizzazione fiscale delle case tenute sfitte.
Abbiamo chiesto, infine, misure strutturali per un piano casa di aumento di alloggi a canone sociale con il recupero e il riuso del patrimonio pubblico e privato vuoto e abbandonato, nonché un grande investimento pubblico per le “comunità energetiche”, in cui cittadini e attività economiche di prossimità possano unirsi per produrre, consumare e gestire in proprio energia da fonti rinnovabili in impianti locali.
Servono finanziamenti adeguati, a partire da tutte quelle risorse non spese e ancora disponibili, serve un nuovo Recovery Fund per la transizione ecologica, a partire dal garantire il diritto alla casa e all’autonomia energetica da fonti rinnovabili.
Il 5 novembre saremo tutti a Roma per la manifestazione nazionale contro le disuguaglianze e per la giustizia sociale e ambientale.













