Una bella e partecipata festa, alla presenza dell’intera famiglia industriale albese, di numerose autorità, di tantissimi sindaci ma anche di centinaia di comuni cittadini, quella con la quale alle 21,48 di oggi, giovedì 29 settembre, nella ricorrenza religiosa di San Michele Arcangelo, è stata presentata la rinnovata piazza Michele Ferrero e svelata "Alba", la grande installazione realizzata dall’artista Valerio Berruti, opera che ora campeggia al centro dello spazio che la capitale delle Langhe ha dedicato alla memoria del compianto industriale.
Ad accompagnarne il varo, dopo quelle del sindaco Carlo Bo, del governatore piemontese Alberto Cirio e dello stesso artista, sono state le parole di Giovanni Ferrero. Un sentito intervento, col quale l’erede di Michele, oggi alla testa di un gruppo che nell’ultimo decennio ha se possibile accentuato la propria storica vocazione internazionale, ha voluto ancora una volta porre un suggello allo speciale rapporto tra la famiglia che di quel genio imprenditoriale incarna la continuità e una comunità intera, che al suo "gigante buono" continua a legare il proprio destino e la propria visione di futuro.
Al fianco della madre Maria Franca, della moglie Paola Rossi e della cognata Luisa Strumia, dei figli Bernardo e Michele, e dei nipoti John, Michael e Marie Eder, figli del compianto Pietro, Giovanni Ferrero ha voluto rimarcare concetti quali quello dell’"l’albesità", di una prerogativa che "ha molto a che fare con l’ingegno, la capacità del lavoro e anche quella di risollevarsi di fronte alle avversità". Ha parlato di "comuni radici", ricordato "il nostro rapporto storico con questa città", "la condivisione con questa comunità" riconoscendovi uno degli elementi di successo nella storia ormai ultrasettantennale del gruppo dolciario. "Solo chi ha una comprensione profonda, un rapporto autentico, un tale senso dei valori potrà andare nel mondo e internazionalizzarsi. Per farlo serve la forza di essere sempre fedeli a sé stessi", tanto in un momento nel quale "più che mai abbiamo bisogno di coraggio e fiducia".
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"L’Alba è il momento del giorno che nasce, quello speranza e del momento in cui tutto è possibile. Ed è il nome il nome di questa meraviglia città", ha concluso Giovanni richiamando le immagini con le quali, pochi minuti prima, Valerio Berruti aveva illustrato il senso profondo di un’opera che – ha rimarcato l'artista – guarda al domani e al futuro.
"Ma questa sera non celebriamo una statua – ha concluso Giovanni Ferrero - per sentirci uniti, sentirci noi stessi. Voi siete il più grande esempio di cui mio padre andrebbe fiero. E sappiate che il rapporto tra Ferrero e Alba è un rapporto indissolubile, un rapporto di sangue. Alba non ci ha mai tradito e noi non tradiremo mai Alba. E’ qui che ci sentiamo a casa".