Ventiquattro profughi ucraini arrivati da due giorni sul territorio e accolti in famiglie e nelle parrocchie di Alba, Neive, Castiglione Tinella, Monforte d’Alba e Vezza d’Alba, grazie ai volontari della Caritas diocesana albese, che su indicazione della Caritas Italia sono andati all’aeroporto di Roma a prendere bambini e donne provenienti da Varsavia.
Don Mario Merotta, responsabile della Caritas Alba, ci spiega la situazione: «Sono arrivati 24 profughi, tra i quali 11 bambini, il più piccolo ha 3 anni. Al seguito anche le mamme e le nonne. Sono stati accolti con grande affetto dalle famiglie che hanno messo a disposizione appartamenti vuoti per un anno. In questi giorni abbiamo adibito la sede della Caritas Alba a hub per i tamponi, grazie alla collaborazione con l’Asl Cn2 nella persona del dottor Mirko Panico e del suo staff, per poi inviare le persone nelle varie sedi selezionate.
Dopo la prima notte passata nei vari paesi e nelle parrocchie, inizia per i nostri ospiti una nuova vita, tra la speranza di tornare in un’Ucraina in pace, e la voglia di rendersi utile nella nostra comunità. Abbiamo già avuto richieste di poter lavorare, come segno di riconoscimento per la nostra ospitalità. Stiamo imparando che gli ucraini sono un popolo facoltoso, che non sta con le mani in mano, ma che vuole rendersi utile, da subito».
E ora si cerca di inserire i profughi nella nuova realtà che devono conoscere: «Cercheremo di inserire i bambini nelle scuole, continua don Mario, risolvendo il problema della lingua ucraina, un idioma molto diverso dal nostro, e di andare incontro alle richieste di lavoro delle mamme e delle nonne.
Vogliamo regolarizzarli tutti, in collaborazione con gli enti preposti, e, tra qualche settimana, faremo incontri per coinvolgerli sempre di più. Un work in progress con momenti di confronti culturali che farà crescere sia noi che loro».
In Breve
domenica 28 maggio
sabato 27 maggio