Apripista nel campo dell’innovazione nella gestione del tempo nel mondo del lavoro dipendente, dopo anni di discussioni sull’argomento, è il Belgio con la propria “rivoluzione” della settimana lavorativa di soli 4 giorni.
La spinta indubbiamente è stata fornita dalla drammatica situazione venutasi a creare con la pandemia, che ha costretto molti ad abbandonare temporaneamente il proprio posto di lavoro e altrettante persone a lavorare a distanza o da casa, offrendo una finestra su alternative fino adesso riservate a pochissimi e di cui si accennava a malapena.
Belgio leader, resto del mondo pronto a seguire
Il cosiddetto smart working è così entrato prepotentemente nella realtà di molti dipendenti, mentre prima era appannaggio di poche figure professionali o dei soli lavoratori autonomi di determinate categorie.
Oggi il Belgio ha adottato una politica del lavoro che accoglie alcune delle richieste dei lavoratori e delle opportunità offerte dallo smart working, instaurando la settimana lavorativa di soli 4 giorni, aumentando a tre le giornate di libertà settimanali. Questo lascia molto più spazio ai cittadini di dedicarsi ad attività diverse, intrattenersi, divertirsi, viaggiare o giocare online utilizzando i tanti bonus senza deposito disponibili.
Il tutto accompagnato da miglioramenti normativi sul diritto alla formazione, da una regolamentazione adeguata per la protezione dei lavoratori operanti sulle piattaforme digitali e da un miglior equilibrio tra vita privata e professionale, così come da misure di consolidamento dei livelli dell’occupazione.
Nel dettaglio la strada intrapresa prevede l’adozione sperimentale della settimana lavorativa di soli 4 giorni, senza riduzione dell’orario complessivo che in Belgio è pari a 35 ore e mezza settimanali, tuttavia lasciando alle Aziende la possibilità di non consentire questa riduzione ai propri dipendenti, che possono continuare a presentarsi in ufficio per i 5 giorni canonici.
Oltre all’aumento dei giorni di riposo per i lavoratori, questa misura ha lo scopo di aumentare la flessibilità, un aspetto che ha avuto positive conferme durante la pandemia.
Andiamo sempre più verso un’attività lavorativa concepita per essere di supporto alla vita, che non sia più intesa come vincolata alla professione: “lavorare per vivere e non vivere per lavorare”.
Gli studi confermano gli aumenti di produttività
Risulta da studi recenti che questa nuova distribuzione dei tempi del lavoro aumenti la produttività, incidendo positivamente anche sul tasso di occupazione, il cui incremento è uno degli obiettivi che in Belgio si pongono con l’adozione di questa normativa.
In base alle esperienze maturate con lo smart working in tempi di pandemia, si sono anche introdotti correttivi tali da garantire il diritto del lavoratore alla disconnessione, tema di grande discussione in questi ultimi mesi.
Dal 2015 al 2019 altri Paesi, quali Irlanda e Scozia, hanno condotto sperimentazioni in quest’ambito, ottenendo risultati notevoli, grande successo tra la popolazione, che ha adottato nel 90% orari di lavoro flessibili, beneficiando di una notevole riduzione del burnout. In particolare in Scozia, a mantenimento di una promessa elettorale dell’attuale partito di governo Scottish National Party, è stata introdotta una riduzione del 20% dell’orario lavorativo settimanale, senza alcuna riduzione degli emolumenti.
In Giappone e Spagna si sperimenta invece la settimana lavorativa di 32 ore, dove alcune Aziende hanno adottato ulteriori differenziazioni, sempre tese al miglioramento dell’approccio al lavoro da parte dei propri dipendenti, che si sono dichiarati “ più appagati e felici”, portando la poro produzione a incrementi anche del 40%.
L’Italia, come spesso accade, sta a guardare; a oggi l’argomento è puramente oggetto di discussione ma di nessuna applicazione, non rientrando nei temi cari alle organizzazioni sindacali in merito alla regolamentazione dei contratti nazionali di lavoro. Di conseguenza, anche se ormai lo smart working trova ampia applicazione, per la settimana corta i tempi sembrano lontani a venire.
A oggi solamente Head Hunting Carter & Benson, con sede a Milano, ha istituito da gennaio 2022 la settimana di 4 giorni lavorativi per i propri dipendenti.