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Attualità | 16 marzo 2022, 12:53

Psicologi per il Piemonte attiva nel supporto ai profughi ucraini: "Facciamo sentire che ci siamo e che rispettiamo il loro vissuto"

A spiegare come lavorano questi psicologi, che fanno parte della Protezione Civile a livello nazionale, è la dottoressa Galliano, che presiede l'organizzazione piemontese. "Siamo professionisti specializzati nella psicologia dell'emergenza e dell'urgenza"

La dottoressa Galliano

La dottoressa Galliano

Prima il Covid. Ora la guerra, una minaccia latente che mina la psiche e crea insicurezza e paure.

Per gli ucraini la guerra, invece, non è solo una minaccia, è qualcosa di reale, da cui sono scappati, che ha stravolto totalmente la loro vita. Da ormai più di due settimane anche noi stiamo raccontando dei profughi in arrivo nella nostra provincia, della grande macchina della solidarietà e dell'accoglienza che si è messa in moto, coinvolgendo istituzioni, associazioni, parrocchie e tante persone che, anche solo con una donazione di materiale, cercano di dare una mano.

Ma anche per dare aiuto serve una rete, un'organizzazione, una cabina di regia.

E di questa rete fanno parte gli Psicologi per i Popoli Piemonte ODV, un'organizzazione di volontariato costituita da psicologi professionisti che, attraverso conoscenze, competenze e abilità della psicologia dell’emergenza e dell'urgenza e della psicologia traumatologica, si attivano per portare assistenza alle persone, alle famiglie, ai gruppi e alle comunità colpite da calamità, disastri, gravi incidenti, emergenze umanitarie e della vita quotidiana, scomparsa improvvisa di familiari.

Psicologi per i Popoli Piemonte è accreditata presso il Dipartimento della Protezione Civile e attivabile nella Colonna Mobile Nazionale e opera nel settore della Protezione Civile e dell’assistenza umanitaria secondo il Modello Psicosociale, condiviso a livello internazionale e conosciuto come IASC (“Guidelines on Mental Health and Psychosocial Support in Emergency Setting” in www.humanitarianinfo.org/iasc).

Psicologi per i Popoli è già stato attivato anche in Granda, proprio per dare sostegno psicologico ai profughi in arrivo, oltre che per dare supporto e formazione ai volontari e alle persone che si occuperanno dell'assistenza. A spiegarci la situazione la dottoressa cuneese Donatella GALLIANO, presidente Psicologi per i Popoli Piemonte e Federazione.

"Siamo già stati attivati dalla Protezione Civile a livello nazionale e dalla Prefettura a livello locale, anche qui in provincia di Cuneo. Hanno chiesto il nostro intervento a La Morra, dove sono arrivati i circa 80 profughi portati con il pullman della Juventus, e a Limone Piemonte, dove nei giorni scorsi ne sono arrivati altri. Si tratta di donne spesso giovanissime e di bambini, tanti. Ma stanno arrivando anche gli anziani, che sono i più disorientati e spaventati".

Come si affronta un intervento "psicosociale", necessario in questa prima fase?

"La cosa fondamentale, prima di tutto, è esserci. La presenza si traduce in un messaggio: non mi stanno bombardando e non sono solo. Poi serve rispetto, perché ci approcciamo a culture diverse, a persone che hanno i loro rituali, i loro credo, il loro sistema di valori. Spesso c'è anche l'ostacolo della lingua. Dobbiamo rassicurarli del fatto che la loro identità non è stata spazzata via dalle bombe, che la loro identità è più forte della guerra. Una cosa che mi ha colpito di queste persone è la dignità, assieme alla riservatezza. Ecco, noi dobbiamo dare dignità alla loro presenza qui, alla loro cultura, dare loro gli strumenti che non li facciano sentire assistiti, ma in grado di prendere decisioni per se stessi, di essere padroni della propria vita. E su questo stiamo formando anche gli operatori e i volontari".

Psicologi per i Popoli è un'organizzazione cresciuta anno dopo anno. In provincia di Cuneo sono decine gli psicologi e psicoterapeuti che ne fanno parte, qui c'è il gruppo più numeroso del Piemonte.

"Siamo nati oltre vent'anni fa e siamo chiamati in ogni tipo di evento traumatico che richieda un supporto psicologico per le persone coinvolte. Il nostro primo obiettivo è quello di fornire gli strumenti perché le persone si risollevino da sole, anche se non è sempre possibile. Per cui, dopo di noi, si attiva la rete territoriale di eventuali percorsi clinici, in base ai bisogni che intercettiamo. Ma è importante anche la parte formativa, perché dobbiamo dare quelli che chiamiamo i dispositivi di protezione individuale psicologici agli operatori. Penso ai volontari, che spesso, nonostante l'impegno e la dedizione, non hanno gli strumenti per tutelare se stessi dai traumi". 

Donatella Galliano parla di questo lavoro con grande passione ed empatia. "Siamo tutti volontari, è un lavoro immenso e importante il nostro, che ci è riconosciuto anche a livello internazionale, così come è riconsciuto come straordinario il nostro sistema di Protezione Civile, di cui siamo parte. Interveniamo negli scenari più svariati. Penso agli atti terroristici di Nizza o Barcellona; oppure alle calamità naturali. Poi c'è stato il Covid, che ha richiesto tantissimi interventi. E adesso la guerra. Che paralizza gli adulti come i bambini. Anzi, soprattutto i bambini, che quasi sempre risentono della percezione dell'adulto e reagiscono di conseguenza. Se una mamma ha paura inevitabilmente anche il bambino sarà spaventato. Credo che si debba spiegare loro cosa sta succedendo, in modo sincero ma provando a dare chiavi di lettura che non spengano la speranza. Quanto sta accadendo ci sta facendo tornare comunità. Dopo due anni di isolamento e di paura dell'altro, di chiusura in se stessi, una delle conseguenze psicologiche della pandemia, questo ennesimo evento traumatico, pur nella sua brutalità e nel suo dolore, ci sta finalmente riaprendo agli altri".  

Barbara Simonelli

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