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Attualità | 08 marzo 2022, 19:51

L’Asl lavora per aprire a Verduno un reparto dedicato alla chirurgia oncologica

Autorizzato dalla Regione lo sdoppiamento della struttura complessa di chirurgia, è partita la ricerca di uno primario cui affidare l’organizzazione di un’équipe specializzata negli interventi sulle patologie tumorali

Il direttore generale dell'Asl Cn2 Massimo Veglio (foto di Barbara Guazzone)

Il direttore generale dell'Asl Cn2 Massimo Veglio (foto di Barbara Guazzone)

Passa dalla creazione di un nuovo reparto espressamente dedicato alla chirurgia oncologia il percorso di sviluppo che l’Asl Cn2 ha in mente per il nuovo ospedale di Verduno.

Il proposito è quello che l’azienda sanitaria ha formalizzato all’interno dell’atto aziendale presentato alla Regione Piemonte nel novembre scorso. Avuto il via libera dall’Assessorato guidato da Luigi Icardi – e superate le difficoltà indotte della quarta ondata pandemica – la direzione generale guidata dal dottor Massimo Veglio ha potuto licenziare il bando col quale, con scadenza nel mese in corso (la selezione è così prevista tra aprile e maggio prossimi), si è formalizzata la ricerca di uno specialista al quale affidare la specialità che porterà allo sdoppiamento dell’attuale Struttura Operativa Complessa di Chirurgia Generale, erede dei reparti attivi nei vecchi ospedali di Alba e Bra.

Lo staff di una ventina di chirurghi oggi guidati dal dottor Marco Calgaro verranno così riorganizzati in due strutture parallele sull’esempio di quanto fatto a partire dal dicembre 2020 con la creazione della Ginecologia Oncologica affidata alle cure del dottor Alessandro Buda, che nell’ospedale langarolo ha portato l’esperienza conseguita formandosi al "San Gerardo" di Monza sugli insegnamenti di un luminare come Costantino Mangioni.

Insieme al varo della Radioterapia, inaugurata nel luglio scorso, e all’affidamento dell’Ortopedia a uno specialista del calibro di Marco Schiraldi, il possibile arrivo a Verduno di un altro nome di richiamo anche sul fronte della chirurgia dedicata al trattamento della patologie tumorali rappresenterebbe un nuovo elemento utile a un tempo ad attrarre in terra di Langa giovani medici – una parte dei chirurghi oggi in servizio è infatti a fine carriera – e al contempo un ulteriore tassello verso la realizzazione dell’obiettivo sempre auspicato nel lungo e non sempre lineare percorso che ha portato alla realizzazione dell’ospedale unico: fare del "Michele e Pietro Ferrero" qualcosa in più della somma dei due ex presidi di Alba e Bra.

Un proposito rispetto al quale il direttore Veglio è fiducioso: "Mi aspetto una buona partecipazione al bando – spiega il dirigente –. Parliamo di una branca nella quale, a differenza di altre quali la medicina di emergenza, non è impossibile pensare di trovare validi specialisti. Il nostro proposito è ovviamente quello di innalzare ulteriormente la qualità dei servizi ospedalieri offerti alla cittadinanza dell’Albese e Braidese. Ma anche di fare del nostro ospedale una destinazione di richiamo per pazienti provenienti da altre zone della provincia o addirittura della regione".

Ezio Massucco

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