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Politica | 02 gennaio 2022, 08:38

2022: anno politicamente interessante sia a Roma che a Cuneo

Il primo passaggio è l’elezione del nuovo Capo dello Stato, cui sono legate la tenuta delle coalizioni e la prosecuzione della “maggioranza Draghi”. Importanti appuntamenti elettorali amministrativi in vari centri del Cuneese, a partire dal capoluogo di provincia

2022: anno politicamente interessante sia a Roma che a Cuneo

Sarà un anno politicamente interessante quello appena iniziato, sia a Roma che in provincia.

Tra una ventina di giorni ci sarà la prima “chiama” per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, che, dopo sette anni, sostituirà Sergio Mattarella.

A questo appuntamento – a cascata - sono legati molteplici altri aspetti, non ultimo – se la vicenda presidenziale non dovesse risolversi alle prime battute – possibili elezioni politiche anticipate.

In realtà, nessuno le vuole (nemmeno coloro che ufficialmente le sollecitano) perché tra gli inquilini di Palazzo Madama e Montecitorio prevale, sia a destra che a manca e ancor più in quel che resta del mondo pentastellato, l’istinto di sopravvivenza.

Il drastico taglio dei parlamentari ricorda infatti a deputati e senatori che molti di loro non faranno ritorno nella capitale.

Un taglio che penalizzerà fortemente le aree periferiche del Paese, Cuneese compreso.

Tuttavia, va detto che non sono pensabili elezioni in primavera, perché la legge elettorale non è stata adeguata alla riduzione del numero dei parlamentari.

Infatti, dopo la riduzione del loro numero (400 deputati e 200 senatori), approvata con referendum popolare, non è stata adattata la legge elettorale alla nuova composizione dei due rami del Parlamento.

Il sistema elettorale “Rosatellum” prevede infatti una parte di maggioritario con collegi uninominali che attualmente sono disegnati su 630 deputati e 315 senatori.

Anche se i collegi nazionali sono stati ridisegnati a fine 2020, alla parte della legge elettorale che riguarda i deputati e i senatori eletti nelle circoscrizioni estere, non è ancora stata messa mano.

Tecnicamente – annotano gli esperti - non ci sarebbero mai e poi mai i tempi per adeguare la legge elettorale (pur senza modificarne l'impianto misto tra proporzionale e maggioritario-uninominale) alla riduzione del numero dei parlamentari.

Ecco perché, qualora l’elezione del Capo dello Stato s’infrangesse su qualche scoglio, le eventuali elezioni politiche anticipate non potrebbero svolgersi se non a settembre od ottobre, sei mesi cioè prima della scadenza naturale della legislatura, che termina a marzo 2023.

Se così fosse, è verosimile che la tornata amministrativa che in provincia riguarda Cuneo, Mondovì, Savigliano, Borgo San Dalmazzo, Racconigi, Barge, Bagnolo Piemonte e altri centri, possa essere accorpata alle politiche anticipate in autunno.

Tuttavia, il “fattore pandemia” potrebbe, ancora una volta, influire sul calendario degli appuntamenti elettorali.

Ragion per cui, nemmeno i più temerari astrologi della politica italiana si azzardano ad avventurarsi in queste settimane su questo terreno.

Resta il fatto, oggettivo, che all’elezione del Capo dello Stato è legata la tenuta delle attuali coalizioni di centrodestra e centrosinistra, almeno nell’accezione in cui fino ad ora eravamo abituati a concepirli.

Questo vale per Roma ma le ricadute non escluderebbero Cuneo.

Giampaolo Testa

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