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Attualità | 28 dicembre 2021, 14:59

Ricoverati in aumento e una campagna vaccinale da riorganizzare: l’Asl di Alba e Bra alla prova della quarta ondata

Sei i centri che hanno dispensato dosi anche nei giorni di festa. Ma alla vigilia di Natale metà dei prenotati non si è presentata all’appuntamento. Scarse le adesioni ai bandi per la ricerca di infermieri, farmacisti e amministrativi

Il direttore generale dell'Asl Cn2 Massimo Veglio

Il direttore generale dell'Asl Cn2 Massimo Veglio

L’ultimo stop era arrivato nel marzo scorso. Da ieri, 27 dicembre, la sanità di Langhe e Roero è di nuovo costretta a tirare il freno sospendendo le prestazioni chirurgiche e ambulatoriali ad eccezione di quelle urgenti e oncologiche (leggi qui), dando così attuazione alla rimodulazione dei servizi concordata venerdì scorso con l’Unità di Crisi regionale.

A imporre di ridosare le forze in ospedale e ambulatori sono i numeri di una quarta ondata che nelle ultime settimane ha visto i contagi letteralmente esplosi e i ricoveri tornati a crescere, seppur con numeri ancora contenuti: 30 i pazienti in cura comunicati ieri dall’Asl, (erano 27 il giorno prima, tra i quali due gravi e altri sette sotto ossigeno) contro gli oltre 150 che avevano rappresentato il picco dell’autunno e inverno scorso. Ma soprattutto per fare fronte alla contestuale necessità di riservare forze a una campagna vaccinale che si prepara a una nuova accelerata, visto che l’anticipo delle terze dosi (a quattro mesi, come spiegato ieri dal generale Figliuolo) porterà il solo Piemonte a programmare qualcosa come 1,3 milioni di vaccini in poco più di un mese.
 
"Il virus sta correndo, più che in passato. E al suo fianco ora c’è anche la comune influenza", ci spiega il direttore generale dell’Asl Cn2 Massimo Veglio, che anche nel giorno di Natale non ha abbandonato il suo posto alla testa dei circa 2mila sanitari chiamati a fronteggiare la nuova emergenza nel territorio di Langhe e Roero.

"Oltre 50mila nuovi positivi in giorno a livello nazionale era un dato che non avevamo mai visto nella storia di questa pandemia. Senz’altro dobbiamo fare i conti con varianti molto più diffusive, anche se è vero che stiamo facendo 5 o 6 volte i tamponi di un anno fa. A fronte di ciò, il dato positivo è che, rispetto a un numero di casi molto alto, ci sono molti meno malati e, di questi, quelli gravi sono pochi. Questo si lega alla minore morbilità delle attuali varianti, ma sicuramente lo dobbiamo all’azione dei vaccini. Invariabilmente – prosegue infatti Veglio –, le persone attualmente ricoverate o non sono vaccinate, e sono ben più della metà, oppure hanno un ciclo vaccinale che, alla luce di condizioni di salute di partenza già critiche, non è completo. Magari hanno fatto la seconda dose sei o sette mesi fa, per cui sono al termine della loro copertura. Ma in questi casi il Covid agisce come hanno sempre agito le forme influenzali sul fisico di persone già debilitate. Ora abbiamo moltissimi contagi, ma meno ospedalizzati e anche meno persone con sintomi gravi da seguire sul territorio. C’è meno gente che ha bisogno di ossigeno, tant’è che i consumi di questo presidio sono di molto inferiori, rispetto a un anno fa".

Intanto, provata da quasi due anni di emergenza, la macchina della sanità locale deve ancora volta riorganizzarsi per rispondere a una nuova chiamata sul fronte vaccinale. "Dobbiamo nuovamente aumentare la nostra capacità di fare vaccini – prosegue in proposito il direttore generale –. In questo momento veleggiamo sui 1.300 al giorno, ma il problema non sono più le dosi, sono le persone che devono somministrarle, e seguire la parte amministrativa, inserire dati. Nei giorni scorsi abbiamo riattivato i centri vaccinali di Sommariva Perno, Sommariva del Bosco, Cortemilia e Santo Stefano Belbo. Anche oggi (domenica 26 dicembre, ndr), giorno di Santo Stefano, abbiamo 6 linee vaccinali attive con una cinquantina di persone al lavoro. Il problema è anche che la gente è stanca, spesso sfiduciata. Alla vigilia di Natale metà dei prenotati non si è presentata all’appuntamento…".

Intanto l’Asl sta provando la strada dei bandi per la ricerca di nuovo personale. Si faticano a trovare infermieri, ma anche farmacisti per la preparazione delle dosi di vaccino. E amministrativi, disponibili a lavorare nell’inserimento dei dati riguardanti positivi, isolamenti, quarantene, prenotazioni. Quest’ultimo bando scade domani, 29 dicembre, ma le risposte arrivate sinora non sembrano poter soddisfare tutte le necessità dell’azienda.

Ezio Massucco

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