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Attualità | 17 marzo 2021, 16:03

Depressione, lo dice la scienza: chi ne soffre è più vulnerabile al Coronavirus

Lo psichiatra cuneese Francesco Risso: “Psicotici e depressi sono pazienti fragili, dovrebbero avere una priorità nelle liste della vaccinazione"

Depressione, lo dice la scienza: chi ne soffre è più vulnerabile al Coronavirus

La depressione è considerata uno tra i fattori a rischio che rende chi ne soffre maggiormente vulnerabile e attaccabile dal Coronavirus. Una vulnerabilità ancora maggiore è presente in chi ha un disturbo psicotico, ossia presenta una condizione caratterizzata da una percezione alterata della realtà, che genera ansia e irrequietezza.

A certificarlo sono stati degli studi e delle ricerche scientifiche, come ci spiega Francesco Risso, direttore del dipartimento interaziendale di Salute Mentale: “Uno studio recente realizzato dalla New York University e pubblicato sulla rivista scientifica Jama Psychiatry, evidenzia questa correlazione tra malati schizofrenici, psicotici con una più spiccata vulnerabilità al Covid-19. Le psicosi sono addirittura al secondo posto dopo l’età, in una ipotetica scala di rischio infezione. In misura minore - prosegue lo psichiatra cuneese - vale anche per i disturbi depressivi”.

Per quanto riguarda le psicosi sempre di più “si pensa che una delle cause possa essere una infiammazione cronica dell’encefalo - spiega il dottor Risso - e che quindi, visto che il Covid scombussola profondamente gli equilibri del sistema immunitario, provocando infiammazione in particolare a livello celebrare, i ricercatori stanno cercando i reciproci rapporti tra le due malattie. E chiedono anche con forza che gli psicotici siano inseriti nella lista delle persone da vaccinare con la massima priorità, in quanto soggetti particolarmente fragili”.

Discorso simile può essere fatto per chi soffre di depressione: “L’indice statistico in questo caso è leggermente inferiore - precisa il direttore del dipartimento interaziendale di Salute Mentale, Francesco Risso -. Infatti si ipotizza che vi sia una base immunologica anche in questo disturbo, che colpisce anche qui il sistema nervoso centrale, rendendo quindi i pazienti più vulnerabili al Coronavirus”.

NaMur

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