C’è anche il nome di Giovanni Quaglia, già presidente della Provincia di Cuneo, oggi al timone della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, della Asti-Cuneo Spa e da pochi giorni del consorzio GrandaBus, tra i nomi che il pubblico ministero presso il Tribunale di Torino Gianfranco Colace ha iscritto nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta ribattezzata "Ream Bis".
L’indagine, che prende le mosse da quella già salita agli onori delle cronache per essere costata una condanna per falso alla sindaca di Torino Chiara Appendino, riguarda la vendita dell'area ex Westinghouse di via Borsellino a Torino, lanciata nel 2012, quando il Comune di Torino era guidato dal centrosinistra.
Società di gestione del risparmio specializzata nell’istituzione e gestione di fondi di investimento alternativi immobiliari, Ream Sgr Spa (l’acronimo sta per "Real Estate Asset Management") è una realtà con sede a Torino partecipata esclusivamente da fondazioni di origine bancarie (nel suo capitale quelle di Torino, Cuneo, Fossano, Asti e Vercelli) e della quale Quaglia è tuttora presidente.
Secondo l’accusa, all’epoca dei fatti Ream versò 5 milioni a titolo di prelazione, ma quando venne indetta la gara non partecipò e i soldi non vennero restituiti. Da qui l’accusa di turbativa d’asta, che insieme a Quaglia vede indagati anche l’ex sindaco di Torino Piero Fassino, la dirigente del Comune di Torino Paola Virano e Antonio Miglio, all'epoca consigliere di amministrazione di Ream, ora ai vertici della Cassa di Fossano.
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