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Attualità | 01 settembre 2020, 18:17

Tra Alba, Neive e Cortemilia il "Cillario-Ferrero" si prepara a ripartire con l’incognita dei trasporti

Classi sdoppiate e opere murarie che hanno interessato due sedi su tre per fare spazio ai 1.050 iscritti dell’istituto professionale langarolo, che proseguirà con la didattica a distanza per un 10% dell’orario complessivo

Studenti al lavoro nei laboratori del "Cillario"

Studenti al lavoro nei laboratori del "Cillario"

E’ l’incognita collegata ai trasporti una delle principali preoccupazioni in vista del ritorno in aula del 14 settembre per la professoressa Paola Boggetto, preside dell’Istituto Professionale "Cillario Ferrero" di Alba.

L’istituto è uno dei più grandi della provincia. Conta 1.050 iscritti suddivisi su 51 classi, comprese quelle del serale. Di queste, 22 sono quelle di stanza nella sede di Alba (servizi commerciali, per la sanità e l’assistenza sociale, gestione delle acque e risanamento ambientale), 19 sono quelle dei corsi dell’Arte Bianca di Neive mentre le rimanenti 5 ospitano gli allievi che a Cortemilia seguono i corsi dell’indirizzo di "Industria e artigianato per il Made in Italy", ultimo arrivato nell’ampia galassia del Professionale albese.

"In tutti i plessi la nostra è un’utenza prevalentemente pendolare, per cui una delle cose da capire, anche al netto delle ultime novità su un possibile utilizzo dei pullman all’80%, è quali soluzioni potranno essere adottate per fare sì che gli studenti ci possano arrivare, a scuola", spiega Boggetto, alle prese coi diversi e complessi fronti critici di una ripartenza per nulla facile, visti i tanti nodi da sciogliere.

Dopo quello dei trasporti viene quello degli spazi. "Stiamo finendo di predisporli in una misura tale da poter accogliere in presenza tutti i nostri allievi – spiega la preside –, anche se a questo risultato non si arriverà immediatamente, visto che alcune delle opere di edilizia leggera realizzate in questi mesi dalla Provincia sono ancora da terminare".

Nello specifico, se a Cortemilia l’istituto gode di una sede sufficientemente ampia e che non presenta sotto questo punto di vista particolari criticità, "ad Alba abbiamo ricavato due nuove aule da altrettanti atri e abbiamo chiesto di poter usufruire di altri due locali dell’ex seminario. Intanto abbiamo sdoppiato 5 classi, che contavano 27-28 allievi, facendone gruppi pari alla metà di ognuno. La stessa cosa abbiamo fatto con altre 4 classi di Neive  – continua la preside –, dove la Provincia è intervenuta per ricavare spazi da un’aula comune, che però deve ancora essere messa a norma".

"Con questi spazi abbiamo calcolato di poter accogliere in sede tutti i nostri allievi, limitando il ricorso alla didattica a distanza (Dad) a un 10% dell’orario, circa 3 ore per classe. Questo però una volta a regime, perché in un primo momento dovremmo operare con un orario provvisorio che prevederà un maggiore utilizzo delle lezioni a distanza, che cercheremo di evitare completamente per le classi prime e per quelle nelle quali siano presenti soggetti interessati da particolari fragilità, o che hanno problemi di connessione al proprio domicilio".

Nella scelta delle materie che potranno più facilmente divenire oggetto di Dad, l’attenzione preminente sarà quella volta a non sacrificare le lezioni in presenza dei corsi professionalizzanti, coi tanti laboratori che connotano i diversi indirizzi della scuola, mentre un’altra variabile da tenere in considerazione in questo complesso puzzle è quello dei "docenti fragili": insegnanti per i quali il ritorno in classe rappresenterebbe un concreto rischio per la loro salute, data la loro condizione di persone afflitte da serie patologie.

"Nella nostra scuola abbiamo alcuni casi, reali e certificati, cosa anche normale considerata un’età media del corpo docente che non solo ad Alba non è certamente bassa", conferma Boggetto, che parallelamente mette l’accento sulla "grande voglia di riprendere le lezioni in presenza che anima tutto il corpo docente". "Aspettiamo comunque – prosegue richiamando l’ultima delle grane in questi giorni sul suo tavolo – che ci venga assegnato l’organico aggiuntivo che abbiamo richiesto all’Ufficio Scolastico per fare fronte al maggior numero di classi, oltre al necessario personale Ata".

Ezio Massucco

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