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Attualità | 19 febbraio 2020, 11:01

Biodigestore di Borgo San Dalmazzo: i consorzi coaBsER, Acem e Csea confermano la volontà di conferire il loro organico

Intervista ai presidenti degli altri tre consorzi dei rifiuti della Granda. Secondo i dati forniti, l'organico prodotto in Provincia basterebbe a far funzionare a pieno regime l'impianto di Borgo. Acsr ad oggi gestisce 10.500 tonnellate annue. CoaBsER ne produce 6mila che possono diventare 10mila, 10mila da Csea e 4.500 da Acem. Se le previsioni di coaBsER sono giuste si arriva alla cifra necessaria di 35mila tonnellate annue di organico

L'impianto Acsr a Borgo San Dalmazzo

L'impianto Acsr a Borgo San Dalmazzo

 

È tutto vero. Come aveva dichiarato il direttore ACSR Cristiana Giraudo nella conferenza stampa di presentazione del biodigestore borgarino ai giornalisti, gli altri tre consorzi della Provincia (ACEM - Azienda Consortile Ecologica Monregalese, CSEA – Consorzio Servizi Ecologia e Ambiente, coaBsER - Consorzio Albese Braidese Servizi Rifiuti) hanno già manifestato ufficialmente l'interesse a conferire i loro rifiuti organici in ACSR.

Il Consorzio Albese Braidese Servizi Rifiuti - che raggruppa 54 comuni e svolge attività di governo e coordinamento di servizi d’igiene urbana in favore di circa 170.000 residenti, ha già fatto un accordo quadro. Lo conferma il presidente Beppe Dacomo: “Abbiamo partecipato a un'assemblea a livello provinciale gestita dall'Ato provinciale dove abbiamo fatto un accordo quadro. Si tratta di una sorta di accordo fra reti di impresa dove noi, come coaBsER, abbiamo dichiarato la disponibilità per 6mila tonnellate di organico all'anno. Una cifra destinata a salire perché abbiamo molti comuni che stanno per aderire al progetto del sacco conforme e anche alla raccolta dell'umido. Credo che possiamo arrivare alle 10mila tonnellate di organico all'anno. È importante gestire queste partite in modo unitario. Ritengo positivo e intelligente a livello provinciale il progetto del biodigestore a Borho San Dalmazzo”.

Attualmente coaBsER conferisce l'organico, alla cifra di 86 euro a tonnellata, all'impianto privato San Carlo di Fossano. L'appalto scade fra poco, ad aprile 2020. “Noi abbiamo chiesto di poter continuare a portare l'umido alla stessa società in quanto è possibile prorogare per un anno - conclude Dacomo -, tuttavia la San Carlo non ha dato la sua disponibilità. Quindi daremo in carico alla nostra società di trattamento rifiuti (Str) di provvedere alla pubblicazione di un bando per lo smaltimento dell'umido, a partire da aprile in avanti. La nostra società è obbligata a fare una gara pubblica che si aggiudicherà il miglior offerente”.

Anche l'Acem, che raggruppa 87 comuni in zona Monregalese per un totale di circa 96mila abitanti, è favorevole al progetto biodigestore. “Anche noi siamo disposti a valutare il conferimento dell'organico a Borgo – conferma il presidente Gian Pietro Gasco -. Ma dobbiamo avere coscienza dei costi. Siamo sempre favorevoli all'integrazione degli impianti della provincia, cioè a far sì che vari impianti si specializzino in un comparto del rifiuto e lavorino in autosufficienza. Il fatto che la Granda si doti di un impianto pubblico per il trattamento dell'umido ci vede favorevoli. Inoltre per noi noi non è lontano. Attualmente portiamo l'organico alla San Carlo di Fossano; spostarci a Borgo cambierebbe poco”.

Ad oggi Acem produce 4.500 tonnellate all'anno di organico e conferisce a Fossano tramite gara pubblica. “Noi siamo il consorzio con il minor numero di abitanti e devo ammettere che si sta spingendo sull'autocompostaggio soprattutto sui comuni più piccoli – conclude Gasco -. I comuni più grandi come Mondovì, Carrù, Garessio, Ceva, Vicoforte, Villanova e Dogliani fanno tutti la raccolta porta a porta dell'organico”.

Anche Csea (52 comuni in zona Saluzzese, Saviglianese e Fossanese per circa 150mila abitanti) è possibilista. “Possiamo essere interessati - dichiara il presidente Fulvio Rubiolo -, anche se ad oggi non abbiamo ancora le condizioni economiche dell'eventuale nostro conferimento a Borgo e neanche la certezza matematica che l'impianto entrerà in funzione e con quali tempistiche. Sicuramente l'iniziativa è buona”.

Rubiolo tuttavia avanza qualche criticità: “La collocazione non è felicissima. L'impianto è decentrato a livello provinciale e avrebbe vicino sia Borgo che Cuneo con una discreta movimentazione di mezzi. Inoltre la nuova legge regionale prevede che la destinazione finale dell'umido sia di competenza dell'Ato regionale. È vero che l'Ato non è ancora costituito ma questo indubbiamente potrebbe comportare un problema. Infine è da valutare la questione di una eventuale gara pubblica con Borgo perché non è detto che l'affidamento diretto sia una strada percorribile”.

Attualmente Csea conferisce 10mila tonnellate annue all'impianto San Carlo con un appalto che scadrà proprio nel 2022, anno in cui dovrebbe entrare in funzione il biodigestore a Borgo San Dalmazzo. “Abbiamo spinto molto sulla raccolta porta a porta in quasi tutti i comuni - conclude Rubiolo -. Ne rimangono una decina, soprattutto in alta montagna. Nel mese di maggio aggiungiamo Bagnolo Piemonte per cui è verosimile pensare che la quantità di organico prodotta possa salire”.

Acsr ad oggi gestisce 10.500 tonnellate annue di rifiuto organico differenziato. Per far funzionare a pieno regime e avere benefici economici, il biodigestore di Borgo deve arrivare a 35mila tonnellate annue di organico, quindi ne servirebbero 24.500 dai tre consorzi della Provincia.

I conti sono presto fatti: da coaBsER 6mila che possono diventare 10mila, 10mila da Csea e 4.500 da Acem. Se le previsioni di coaBsER sono giuste si arriva alla cifra.

Una delle principali contestazioni al progetto, secondo cui non basterebbero i rifiuti organici della Provincia e si dovrebbe ricorrere a materiale proveniente da fuori Granda, è dunque sfatata.


cristina mazzariello

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