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Attualità | 12 gennaio 2019, 14:00

Gruppi d’acquisto si convertono al web: anche ad Alba la piattaforma dei produttori km 0

Ogni settimana 50 famiglie acquistano alimentari e non solo compilando ordini dalla vetrina virtuale dell’Alveare. L’esperienza di Claudia: "Il nostro gruppo tra i più attivi d’Italia per numero di ordini e fatturato"

La distribuzione settimanale dei prodotti al bar Bentivoglio. Al centro il gestore locale albese Claudia Giachino

La distribuzione settimanale dei prodotti al bar Bentivoglio. Al centro il gestore locale albese Claudia Giachino

Millecinquecento iscritti, oltre 50 famiglie che ogni settimana fanno la spesa compilando il proprio ordine su una piattaforma on line grazie alla quale possono scegliere tra i prodotti offerti da 35 produttori quasi esclusivamente locali: gli stessi individuati dall’antenna albese dell’organizzazione in oltre due anni di una ricerca compiuta con attenzione ai temi del km zero e della filiera corta.

Nell’era di Amazon e Airbnb, di multinazionali del web che minacciano alle basi le strutture tradizionali del nostro commercio, ci sono esempi di new economy che sembrano saper coniugare i tempi e i crismi del digitale col rispetto delle produzioni nostrane, della qualità e di una filiera corta che riconosca il giusto premio al lavoro di agricoltori e artigiani.

Nata in Francia una decina di anni fa e ormai diffusa in buona parte d’Europa, la piattaforma "L’Alveare che dice sì" si va diffondendo anche in Italia sull’intuizione di una società cresciuta grazie anche alle cure dell’incubatore di imprese del Politecnico di Torino, dove ha tuttora sede l’Alveare "madre" italiano.

Approdata con alterni successi anche in Granda, nella nostra provincia la piattaforma è al momento attiva con i punti locali di Alba, Mondovì e Saluzzo, mentre altri "alveari" sono in costruzione a Bra e a Cuneo.

La cellula della capitale delle Langhe è attiva da settembre 2016 grazie al lavoro di Claudia Giachino. Albese di origini, Claudia vive da tempo a Corneliano. Anni addietro ha lasciato un lavoro da dipendente per mettersi alla prova nel promettente settore del turismo sulle colline Unesco.
Al lavoro di tour operator ha intanto affiancato l’impegno di gestore locale di questo gruppo di acquisto evoluto, tramite il quale ogni settimana decine di famiglie comprano prodotti scelti dalla vetrina virtuale da lei continuamente aggiornata.

Gli acquisti si fanno in rete durante l’intera settimana, senza minimi di ordine. L’incontro tra venditori e acquirenti avviene il mercoledì, dalle 18 alle 19 al bar Bentivoglio di piazza Prunotto. I pagamenti si fanno con la carta di credito o con prepagate. Se chi compra non ne ha la disponibilità, è Claudia a ordinare per loro. L’80% del prezzo prestabilito va al produttore, mentre la parte restante viene ripartita in parti uguali tra la piattaforma e il gestore locale.

La generalità di prodotti arriva da un raggio medio di pochi km. In questi giorni, ad esempio, mele e pere da un produttore di Mussotto, aglio, porri e zucche da Cervere, farine e kiwi da La Morra, nocciole da Montaldo Roero, pane e grissini da Roddino, miele da Vezza d’Alba, "tome" da Pezzolo Valle Uzzone, verdure in salamoia da Verduno, latte fresco e carni da Mondovì, pollame da Vigone.

Le rare eccezioni riguardano specialità proprie di altre regioni, come il Parmigiano Reggiano, le arance siciliane o al pesce "pescato freschissimo nell’Adriatico", come spiega Claudia, che subito ribadisce però come "lo zoccolo duro della nostra proposta riguarda produttori provenienti da Langhe e Roero, dalla Granda o al limite dal Piemonte, con 'chicche' quali le castagne garessine, le trote dal Monregalese, il riso del Vercellese…".

L’Alveare funziona, nella terra del buon cibo e del buon vino? "Nello scorso anno il nostro gruppo è stato tra i migliori in Italia – assicura Claudia –, sia come numero di ordini che per fatturato. Probabilmente anche perché in questo territorio le famiglie hanno un’alta cultura dell’alimentazione, grande attenzione alle materie prime e a quello che ogni giorno si mette in tavola. Ma ovviamente più siamo e meglio è. E in questo modello che premia le produzioni locali di qualità io credo fortemente".

Ezio Massucco

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