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Curiosità | 10 dicembre 2025, 08:07

Oggi, 10 dicembre, è la Giornata del caffè sospeso, usanza napoletana diffusa in tutto il mondo

Si celebra nella stessa data della Giornata mondiale dei diritti umani, per sottolineare il grande valore di un piccolo gesto

Oggi, 10 dicembre, è la Giornata del caffè sospeso, usanza napoletana diffusa in tutto il mondo

«Quando un napoletano è felice per qualche ragione, invece di pagare un solo caffè, quello che berrebbe lui, ne paga due, uno per sé e uno per il cliente che viene dopo. È come offrire un caffè al resto del mondo…». È il cosiddetto “caffè sospeso”, una meravigliosa usanza partenopea, che parla di un piccolo gesto, ma di grande significato. Ce lo ricorda lo scrittore Luciano De Crescenzo, nel libro intitolato, appunto, “Il caffè sospeso”.

Il 10 dicembre si festeggia proprio la Giornata del caffè sospeso, ricorrenza nata nel 2011 da un’idea della “Rete del caffè sospeso” e di altre associazioni culturali. L’obiettivo è far conoscere e promuovere l’usanza del caffè sospeso al maggior numero di bar e caffetterie d’Italia, d’Europa e del mondo.

Non è un caso che la Giornata del Caffè sospeso si festeggi nella stessa data della Giornata mondiale dei diritti umani. Per capire il motivo bisogna tornare alla fine della Seconda Guerra mondiale, quando centinaia di persone riuscirono a sopravvivere, nutrendosi di caffè e zucchero, donati dai più generosi. Per questo il caffè viene considerato un vero e proprio simbolo dei diritti umani.

Oggi l’usanza del caffè sospeso ha varcato i confini della Campania ed è in voga in tutto il mondo: dal suspended coffee negli Stati Uniti o nel Regno Unito, al cafè pendiente che si può donare a Madrid come a Buenos Aires, il cafè suspendu molto popolare in Belgio e infine l’uppskjuten svedese.

Ma dove nasce l’usanza del caffè sospeso?

Il caffè è quasi sacro nella cultura napoletana e questa bevanda fece la sua comparsa intorno XIX secolo, grazie ai caffettieri ambulanti. Secondo alcune testimonianze, l’usanza del caffè sospeso è legata proprio a tali figure, in particolar modo dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando molte persone non potevano permettersi di pagare il caffè. Allora qualcuno pagava per due.

Di un altro parere è, invece, lo scrittore Riccardo Pazzaglia secondo il quale la tradizione del caffè sospeso sarebbe nata dalle frequenti “liti” al bar tra amici che facevano a gara per offrire il caffè. Alla fine delle diatribe si decideva che i soldi in più lasciati al barista sarebbero serviti per pagare una tazzina di caffè a chi sarebbe arrivato dopo nel bar. Ciò che è certo è che sotto il Vesuvio quella del caffè sospeso è una tradizione molto consolidata e che regala un sorriso, confermando la grande generosità di cui è impregnata la cultura napoletana. Viva ‘a tazzulella! Viva la solidarietà!

Silvia Gullino

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