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Attualità | 25 novembre 2025, 06:25

L'altra faccia della lotta alla violenza di genere: lavorare sugli uomini per proteggere le donne

Succede al C.U.A.V. di Cuneo, il Centro Uomini Autori di Violenza, dove sono già 150 gli uomini seguiti in due anni

L'altra faccia della lotta alla violenza di genere: lavorare sugli uomini per proteggere le donne

Domani 25 Novembre si celebra la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. 

Sono tantissime le iniziative in programma in tutta la Granda. Una giornata che si tinge di rosso, dalle panchine alle scarpette, in memoria delle tante donne che ancora muoiono per mano di uomini violenti. 

La lotta alla violenza di genere è una battaglia quotidiana. Che deve trasformarsi in un percorso culturale ed educativo che deve iniziare fin dalla più tenera età. E che coinvolge associazioni e decine di operatori. 

A Cuneo, tra le realtà più attive, c'è la Cooperativa Fiordaliso, che gestisce le case protette della provincia, per l'accoglienza delle donne vittime di violenza. la cooperativa da due anni gestisce anche il Centro Uomini Autori di Violenza, il C.U.A.V., che ha sede nell’ex scuola elementare di frazione Cerialdo. 

E' qui che vengono indirizzati gli uomini denunciati per violenza o stalking, quelli già a processo o che hanno ricevuto un ammonimento. Per alcuni di loro il percorso rappresenta un'alterativa al carcere. Dura un anno. Attualmente sono 24 gli uomini seguiti. E per partecipare è prevista una compartecipazione economica, perché in questo percorso bisogna crederci e investire.

"Qui si intraprende un cammino di consapevolezza della propria ombra. - spiega il responsabile del CUAV Nicola Mellano -. Quando la si guarda insieme fa meno paura". 

Nel centro di Cuneo, uno dei diciassette della regione, nel 2024 e nel 2025 sono stati 150 gli uomini che si sono fatti avanti per iniziare un lavoro di presa di coscienza dei propri comportamenti violenti o abusivi nelle relazioni affettive e familiari. Solo dalla consapevolezza inizia il cambiamento

Ed è la cosa più difficile, ci spiega Paolo. 

Non è facile ammettere, davanti a se stessi e ad altri uomini , di aver usato violenza contro la propria moglie o compagna. Si è accompagnati in un percorso che prova a trasformare questo riconoscimento iniziale in un cambiamento reale. 

Contattiamo Mellano nel giorno in cui la Regione annuncia l'erogazione di fondi ai vari centri del Piemonte. 

Alla Cooperativa Fiordaliso sono stati destinati 34mila euro, risorse che andranno a sostenere la complessità dell'organizzazione, nella quale operano sei operatori, tutte formati e in continuo aggiornamento.

Accanto all'attività interna, non mancano le iniziative nelle scuole o sul territorio, con lo scopo di sensibilizzare su un tema che ha numeri e costi drammatici e che è ad alto rischio di recidiva. 

Ed è proprio su questo che si concentrano i Centri: una rieducazione affettiva che dovrebbe evitare che la violenza si ripeta. 

E' il direttore a raccontare di alcuni uomini e delle loro testimonianze al termine del percorso. 

"Qui iniziano traiettorie di cambiamento anche importanti. Un uomo, dopo aver concluso il suo anno di percorso, è tornato a ringraziare. Perché aveva finalmente trovato un posto dove, come uomo, aveva potuto parlare di cose intime con altri uomini. I momenti di confronto tra uomini spesso mancano. Si parla di sport o cose leggere, ma quasi mai di temi più profondi, che toccano l'intimità". 

Un altro uomo ha ammesso di aver sempre ritenuto normali certi comportamenti e che se avesse potuto fare quel cammino in adoloscenza o da ragazzo, forse certe cose non le avrebbe fatte. "Nessuno mi ha mai spiegato ciò che sto imparando oggi. Se potessi parlare con il mio io di 15 anni, sarei molto diverso". 

Conclude Mellano: "Siamo consapevoli di non avere la bacchetta magica e di non poter cambiare il mondo. Ma qualcosa da noi - certo, non sempre - succede. Alcuni uomini iniziano nuove relazioni in modo diverso. Chi ha figli prova a riprogrammare la relazione con loro e a rivedere il proprio modo di essere genitori. Certo, bisogna sempre vedere quale è stato il grado di violenza agito, ma il cambiamento arriva in chi ha avuto la forza di guardarsi dentro nel profondo e di trovare modelli e strategie alternative alla violenza". 

Quasi tutti gli uomini che completano il percorso sentono il bisogno di continuare ad essere sostenuti e spesso continuano percorsi di terapia. 

"Noi li accompagniamo in un lungo anno. Iniziamo ad instillare il seme del cambiamento. Quello che facciamo è una goccia, ma da qualche parte bisogna iniziare".

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Barbara Simonelli

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