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Economia | 14 novembre 2025, 13:18

In tribunale ad Asti la protesta delle lavoratrici Proteco. Oggi presidio e udienza [VIDEO]

Trentacinque dipendenti impegnate in attività di confezionamento per Ferrero chiedono contratto alimentare e stipendi adeguati: "In 30 anni solo 3 euro di aumento"

"Salario, diritti, dignità". Questo lo slogan fatto proprio dalla trentina di lavoratrici della Proteco Srl che questa mattina, 14 novembre, hanno preso parte alla protesta sindacale tenuta di fronte al Tribunale di Asti.

Nel palazzo di giustizia astigiano era in programma la la prima udienza della vertenza sindacale promossa dalla sigla Usb. Il sindaco di base chiede da tempo che le condizioni contrattuali ed economiche applicate alle proprie 200 collaboratrici dall’azienda di Castagnito vengano equiparate a quelle praticate ai propri dipendenti dal Gruppo Ferrero, tra i principali clienti dell’ex cooperativa per una serie di lavorazioni.

LA VERTENZA

Secondo quanto riferito dai referenti di Usb le 35 lavoratrici hanno portato in giudizio sia Proteco che Ferrero Srl, chiedendo per le loro assistite un diverso inquadramento contrattuale. Attualmente è applicato loro il contratto multiservizi, mentre rivendicano quello del settore alimentare, più aderente alle mansioni effettivamente svolte. "Non facciamo pulizie, confezioniamo iprodotti dolciari", precisano le interessate.

Il problema non è recente, hanno riferito i sindacalisti.

"Negli anni passati – hanno spiegato al presidio – alle lavoratrici sono stati applicati contratti regionali che le hanno ulteriormente precarizzate e penalizzate economicamente. Chi ha un contratto da 40 ore settimanali raggiunge appena 1.200 euro mensili, ma non tutte hanno questo impegno orario".

LE VOCI DAL PRESIDIO

"Rivendichiamo ore lavorative in più e uno stipendio adeguato a quello che facciamo", spiega Antonina, una delle lavoratrici. "Il nostro stipendio su 160 ore è di circa 1.100 euro, assolutamente non adeguato alla vita di tutti i giorni. Non c'è stata alcuna rivalutazione nel tempo, siamo sempre andate a peggiorare".

Particolarmente emblematico il confronto presentato da Donato, ex lavoratore oggi in pensione: "Abbiamo fatto un cartello con due buste paga, una del 1997 e una del 2024. Nel '97 prendevamo 1.040 euro, nel 2024 siamo arrivati a 1.076,66 euro. Se 3 euro d'aumento in 30 anni sono tanti, allora non possiamo lamentarci".

Delfina, che ha promosso la causa pilota insieme alle colleghe, si dice determinata: "È arrivato il momento, siamo orgogliose e il nostro orgoglio e la nostra dignità non li calpesta nessuno. Siamo davanti al tribunale, vediamo come andrà, ma qualunque sia l'esito noi continuiamo a lottare per i nostri diritti. Vogliamo un stipendio e un contratto dignitosi che ci permettano di vivere una vita dignitosa".

IL SINDACATO

Enzo Miccoli, della Federazione USB del Piemonte, sottolinea la natura della vertenza: "Le lavoratrici hanno avuto per anni contratti con condizioni lavorative e una paga davvero limitata, con periodi di sospensione dell'attività. Siamo di fronte al tribunale perché l'azienda non ha dato disponibilità a consentire una paga migliore, una paga dignitosa. Contestiamo l'applicazione del contratto multiservizi quando queste lavoratrici sono parte del processo produttivo alimentare".

Betty Martinelli

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