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I più letti della settimana | 09 novembre 2025, 14:30

Morti sul lavoro, oltre la metà del Paese in zona rossa e arancione. Il Piemonte all'11° posto per incidenza

In nove mesi nella Provincia Granda la conta delle vittime sale da 7 a 10. I dati dell'Osservatorio aggiornati al mese di settembre

Morti sul lavoro, oltre la metà del Paese in zona rossa e arancione. Il Piemonte all'11° posto per incidenza

Riproponiamo qui uno degli articoli più letti della settimana appena conclusa, pubblicato mercoledì 5 novembre.

“Il panorama della sicurezza sul lavoro in Italia rimane preoccupante. Tra gennaio e settembre 2025, le vittime totali sul lavoro sono 784. In occasione di lavoro sono 575 i lavoratori deceduti, 99 dei quali appartengono al settore dell’edilizia, che risulta essere il più colpito. Rispetto allo scorso anno si contano 8 vittime in più, con oltre metà del Paese in zona rossa e arancione. I dati confermano la gravità di un problema nazionale spesso sottovalutato. Per questo è assolutamente necessario promuovere la formazione e la cultura della sicurezza, risorse essenziali per ridurre il numero degli infortuni sul lavoro e migliorare la vita dei lavoratori”. L’Ing. Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega, apre così la propria riflessione sull’emergenza sulla base della più recente indagine elaborata dal proprio team di esperti.

A finire in zona rossa a settembre 2025, con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 24 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori), Basilicata, Umbria, Campania, Puglia e Sicilia, mentre il Piemonte continua a permanere in zona arancione secondo la classificazione dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega, guadagnandosi l'11° posto su base nazionale, con un'incidenza di 25,3 e 47 casi su 1.854.204 occupati annuali, a esclusione degli infortuni in itinere.

La Provincia Granda, seconda solo a Verbano Cusio Ossola (incidenza 59,0) e seguita da Alessandria (34,5), non inverte la rotta, rimanendo nella zona rossa con un rischio di infortunio mortale elevato, che sale a 38,1 da 26,7 su cui si attestava ad agosto, un indice comunque alto rispetto al 23,0 dell'anno 2024. Aumentato anche il numero di vittime in occasione di lavoro, che a settembre da 7 diventano 10.

Dall'inizio del 2025 nel Cuneese si è registrata una drammatica sequenza di incidenti mortali sul lavoro. Tra quelli saliti agli onori delle cronache locali: Kiro Novoselski (56 anni), folgorato a Vicoforte a gennaio; Elio Ghione (56 anni), deceduto a Bernezzo a febbraio durante la raccolta di materiale ferroso; Giovanni Caula (57 anni), travolto da una trinciatrice a Montanera sempre a febbraio; Paolo Schiena (62 anni), precipitato dal tetto di un cantiere a Roata Chiusani a fine maggio; il giovane Loris Carniel (19 anni), morto in un incidente stradale durante il suo lavoro di corriere a Roccaforte Mondovì a giugno; Pierangelo Capello (69 anni), deceduto nel campo che stava lavorando nelle campagne di Ceresole d'Alba (borgata Molino Marengo) ad agosto. A settembre si aggiunge alla tragica lista Vintila Petru (54 anni), operaio edile nato in Romania ma residente a Torino, morto a Limone Piemonte dopo essere rimasto coinvolto nel crollo di una porzione del rivestimento di una parete in fase di costruzione nel cantiere della Riserva Bianca. Una sequenza drammatica che evidenzia con forza la necessità di rafforzare urgentemente le misure di sicurezza in un territorio fortemente industrializzato come quello cuneese.

Una risposta di speranza arriva dalla Regione Piemonte, che si impegna a spezzare le catene delle morti sul lavoro impegnandosi nella realizzazione di percorsi innovativi, focalizzati sull’uso delle tecnologie digitali per la prevenzione dei rischi, sulla formazione esperienziale e sulla diffusione di una cultura della sicurezza nelle aziende, anche attraverso iniziative come il “Safety Day”, che coinvolge intere imprese in attività pratiche, simulazioni e momenti di sensibilizzazione collettiva.

«Per il Piemonte la sicurezza non è uno slogan, ma un impegno quotidiano. Abbiamo scelto di trasformare il cordoglio in azione concreta, aderendo all’Accordo quadro nazionale INAIL-Conferenza delle Regioni per realizzare percorsi formativi aggiuntivi e mirati sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Al Piemonte sono stati assegnati 786.130 euro, risorse che non sono rimaste sulla carta: sono già operativi 17 corsi sviluppati dall’Accademia di Filiera per le Costruzioni, che coinvolge 33 agenzie formative diffuse in tutto il territorio», ha puntualizzato Elena Chiorino, vicepresidente della Regione con delega al Lavoro, in occasione della celebrazione in Consiglio regionale della 75ª Giornata nazionale delle vittime degli incidenti sul lavoro il 12 ottobre.

«Ogni morte sul lavoro - ha concluso Chiorino - è una sconfitta per tutti. Il nostro compito è quello di costruire, con la formazione e la responsabilità condivisa, un Piemonte che non si rassegna alle morti bianche, ma che investe con determinazione sulla sicurezza, sulla prevenzione e sulla dignità del lavoro. Dietro ogni nome letto oggi in Aula c’è una storia spezzata, una famiglia che porta il peso di un dolore inaccettabile».

A livello nazionale, il settore più colpito è sempre quello delle Costruzioni con 99 decessi totali, seguito da Attività Manifatturiere (83), Trasporti e Magazzinaggio (71) e Commercio (54).

Nei primi nove mesi del 2025, guardando alle vittime in occasione di lavoro, maggiormente a rischio sono i lavoratori over 65, con un’incidenza che sale da 47,3 a 78,0 morti per un milione di occupati, e la fascia tra i 55 e i 64 anni (da 24,6 ad agosto a 37,5 a settembre, con 200 vittime su un totale di 575), seguita dalla fascia di lavoratori tra i 45 e i 54 anni (24,6). Nello specifico, in Piemonte si registrano 6 casi per gli over 65 (12,8% sul totale), 19 casi per la fascia tra i 55 e i 64 anni (40,4%) e 10 casi per la fascia 45-54 anni (21,3%).

Altro dato critico è quello dei lavoratori stranieri, che registrano un rischio di morte doppio rispetto agli italiani, salendo da 29,8 a 49,7 morti ogni milione di occupati, contro i 21, 0 (ad agosto 13,4) degli italiani.

In lieve aumento per le denunce di infortunio totali, che crescono di 0,7%, dopo mesi di decremento costante: dalle 433.002 di fine settembre 2024 passiamo alle 435.883 di quest’anno.

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