Lei è Barbara Barra, da poche settimane mamma di Mattia Romanelli. Alla sua seconda gravidanza, ha rischiato di morire. Oggi, con voce calma e riconoscente, vuole dire grazie. A chi le ha permesso di esserci, di tenere in braccio i suoi figli, di essere ancora la loro mamma.
Ma nella sua storia, che ha i contorni di un dramma e la luce di un piccolo miracolo, c’è anche un filo sottile che lega la vita e l’aldilà.
Un filo che ha un nome preciso: Daniela.
È il 19 settembre. Barbara ha delle perdite anomale. La data presunta del parto è già passata: è oltre il termine. Quando arriva in ospedale, la pressione e i battiti sono altissimi. I medici decidono di ricoverarla.
L’infermiera che la accoglie si chiama Daniela.
Poco dopo iniziano le contrazioni. Barbara sente che il momento è arrivato. La portano in sala parto: in breve, senza troppo dolore, nasce Mattia. Mamma e bimbo stanno bene.
"Sono fortunata, i miei parti sono sempre andati molto bene", racconta. Anche lì, in sala parto, c’è un’ostetrica che si chiama Daniela.
Nel tardo pomeriggio vengono trasferiti in camera.
È passata da poco l’ora di cena. Barbara è esausta, debolissima. Il marito la imbocca, lei fatica a tenere gli occhi aperti. Sente che qualcosa non va. Riesce appena a premere il campanello prima di perdere conoscenza.
Il monitor resta muto. Non ha più battito. Trambusto, medici ovunque, le somministrano l'adrenalina e la portano in sala operatoria d’urgenza. Ha avuto una gravissima emorragia: ha perso più di tre litri di sangue. Sommando quello perso durante il parto, è praticamente dissanguata.
"Non ricordo quasi nulla, solo tanta gente intorno. C'era un uomo vestito di blu. Ho pensato che aveva una faccia buona e che mi avrebbe salvata", dice piano, come se rivedesse quella scena davanti agli occhi.
Intubata, viene operata d’urgenza. Quando si risveglia, è quasi mezzanotte. "Il mio compagno era lì, accanto a me. Ci siamo guardati senza dire nulla. Non ce n’era bisogno. Ero viva. E contava solo quello".
Oggi Barbara ha una sola parola: grazie. "A tutti quelli che hanno contribuito a salvarmi".
Ricorda in particolare una donna dolcissima... anche lei si chiama Daniela.
Tre volte, in poche ore, quel nome si è intrecciato al destino di Barbara. Tre Daniela diverse, in una sola giornata che ha segnato, per lei, il confine tra la vita e la morte.
Un nome che non è un nome qualunque: è quello di sua madre, portata via da un tumore a soli 29 anni.
"Non so cosa sia successo, se qualcuno abbia sbagliato qualcosa. Non so e non mi interessa. So solo che mi hanno salvato la vita e che sono ancora qui. Non ringrazio per me stessa, ma per i miei figli, che hanno ancora una mamma. Io e mio fratello la nostra l’abbiamo persa da piccoli. I miei, invece, una mamma ce l’hanno ancora."
"Dobbiamo avere più comprensione per chi lavora in ospedale. I ritmi sono altissimi, non sempre hanno la forza di sorridere. Ma fanno un lavoro enorme", ci tiene a dire.
E infine torna a parlare di sua mamma, Daniela.
"Magari non tutti ci crederanno, ma io sì. È come se fosse stata con me, a dirmi che ce l’avrei fatta. Tutto pare avere finalmente un senso. Anche il dolore che io e mio fratello abbiamo vissuto quando lei se ne è andata. Chi abbiamo amato non se ne va davvero: resta lassù, a vegliare su di noi"
Finisce il racconto con leggerezza, Barbara. La foto che ci manda mostra Mattia con le mani davanti agli occhi. "Stavamo per andare a casa e ha fatto quel gesto, come a dire: "L'abbiamo proprio scampata!"














