Sono ancora numerosi gli attivisti della Global Sumud Flotilla detenuti illegalmente dall’esercito israeliano nelle carceri di Ketziot e Saharonim, nel deserto del Negev.
Tra loro c’è anche il braidese Abderrahmane Amajou, presidente di ActionAid Italia, che ha deciso di prendere parte all’iniziativa come scelta personale e volontaria di attivismo.
"Siamo in costante contatto con l’Unità di Crisi della Farnesina - dicono da ActionAid Italia - per ricevere garanzie della massima protezione diplomatica e consolare e ottenere informazioni tempestive sulla salute e l’incolumità di Amajou. Insieme ad altri attivisti italiani e internazionali, Amajou non ha firmato il foglio di via per l’espulsione immediata da Israele, che ha portato al rimpatrio degli altri membri dell’equipaggio delle imbarcazioni della Global Sumud Flotilla nella giornata del 4 ottobre. Ad oggi non siamo a conoscenza della data del rilascio degli attivisti ancora sotto sequestro da parte del Governo israeliano".
“Chiediamo il rilascio immediato di tutti gli attivisti detenuti in Israele contro ogni principio del diritto internazionale e senza avere commesso alcun reato. Chiediamo che sia liberato immediatamente il nostro Presidente Amajou, e che il nostro Governo si adoperi con ogni mezzo necessario per riportarlo a casa sano e salvo, garantendo che tutti gli attivisti siano rispettati e trattenuti in condizione umane e dignitose. Non c’è tempo da perdere ogni istante in più mette a repentaglio la salute e l’incolumità degli attivisti ancora nelle carceri israeliane” dichiarano Katia Scannavini e Lorenzo Eusepi, Co- Segretari generali di ActionAid Italia.















