«Free, free Palestine» un coro che sabato 4 ottobre, a Bra, hanno cantato anche i sassi. Un inno alla libertà che si è idealmente unito alla sofferenza di un popolo lontano.
Via Cavour è stato il cuore pulsante di un momento di mobilitazione civile e solidale con tantissimi giovani, lavoratori e amministratori riuniti sotto le bandiere della Palestina, per dire «Stop al genocidio».
Tutti uniti intorno a una causa, entusiasti di manifestare sulla drammatica situazione a Gaza e in solidarietà degli attivisti della Global Sumud Flotilla, fermati in acque internazionali dall’ICF e adesso in stato di fermo in Israele, tra i quali anche il braidese Abderrahmane Amajou.
A scandire per primi i cori, è stata la foltissima comunità degli studenti, che si è riconosciuta energica e forte, al di là delle differenze di scuola, di origine e di età. Accanto a loro una città intera che ha scelto di esserci.
Una consapevolezza che risuonava negli interventi all’altoparlante e negli striscioni: “Fate silenzio quando i bimbi dormono non quando muoiono”, “La guerra è una follia”, “Palestina libera”. E un messaggio: “Le scuole sanno da che parte stare, il genocidio è da bloccare”.
La data non è stata casuale: il 4 ottobre è infatti l’ultimo sabato utile per lanciare la Marcia della Pace Perugia-Assisi. In questo senso, Bra si è unita a tutte le voci che, in Italia e nel mondo, chiedono la fine della violenza e una pace giusta in Medio Oriente.


















