Le polemiche sollevate dal consigliere di minoranza Emanuele Bolla, che ha parlato di un taglio di 2.000 ore di apertura al Museo del Tartufo con il rischio di cancellare un posto di lavoro oggi destinato a persone fragili, hanno trovato risposta nella voce dell’assessora alla Cultura e vicesindaco Caterina Pasini.
“Il Mudet è un patrimonio per tutta la città e vogliamo che resti tale, con un modello di gestione sostenibile e capace di valorizzarlo. Nessuno chiude il museo: il nuovo bando prevede l’affiancamento di un partner senza scopo di lucro per ampliare la programmazione, portare eventi di qualità e rendere il Mudet più attrattivo nei periodi di maggiore affluenza”, ha spiegato Pasini.
Il nodo principale riguarda le aperture. “Oggi l’apertura 365 giorni l’anno, quando in inverno si registrano pochissimi ingressi, non è la scelta più efficace. Per questo per avere una proposta più efficiente e ottimizzare le risorse, nel bando abbiamo posto solo un minimo di giorni, che andrà a salire. Vogliamo una programmazione più mirata, con un calendario ricco di iniziative e attività dedicate, come avviene in molti altri musei”.
Sul piano occupazionale, l’assessora ha voluto chiarire con fermezza: “Sul fronte del lavoro, non c’è alcuna correlazione, se non strumentale, con il bando e il nuovo modello gestionale che vogliamo portare avanti: ad oggi per il Mudet era previsto solo un appalto per pulizia e guardiania, due servizi che resteranno necessari e che saranno a carico dell’associazione aggiudicataria”.
Uno sguardo è rivolto anche al percorso futuro. “Durante la co-progettazione definiremo nei dettagli le attività e come Amministrazione porteremo avanti le nostre istanze, a partire da inclusione e accessibilità”, ha sottolineato Pasini.
La replica si chiude con un monito rivolto al dibattito politico: “Alimentare polemiche fini a sé stesse danneggia la città: la cultura si amministra con serietà, non con slogan. La nostra priorità è dare al Mudet un futuro stabile, attrattivo e all’altezza di Alba”.













