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I più letti della settimana | 10 agosto 2025, 20:01

Morti sul lavoro nel primo semestre 2025: Cuneo la seconda provincia in Piemonte per incidenza e con sette vittime

È quanto emerge dai dati registrati dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega, che classifica la Granda in zona rossa e il Piemonte in arancione con 40 vittime e un'incidenza del 15,6

Morti sul lavoro nel primo semestre 2025: Cuneo la seconda provincia in Piemonte per incidenza e con sette vittime

Riproponiamo qui uno degli articoli più letti della settimana appena conclusa, pubblicato mercoledì 6 agosto.

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Il bilancio delle morti sul lavoro in Piemonte continua a destare preoccupazione per la crescita registrata: nei primi sei mesi del 2025 sono state 40 le vittime sul posto di lavoro: 29 in occasione di lavoro e 11 in itinere, collocando la regione in zona arancione secondo la classificazione dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega.

Nel primo semestre 2025 in Piemonte si conta un incremento del 37,9%. Un dato che colpisce non solo in termini assoluti, ma anche in rapporto alla popolazione lavorativa. Con un indice di incidenza regionale pari a 15,6 morti per milione di occupati, superiore alla media nazionale di 15,1, il Piemonte passa dalla zona gialla alla zona arancione nella mappatura del rischio elaborata dal nostro Osservatorio Vega”, spiega il presidente dell'Osservatorio Mauro Rossato.

Con incidenza degli infortuni mortali si intende il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente.

Dopo quella del Verbano Cusio Ossola con il rischio di infortunio mortale più elevato (44,3), Cuneo  segue a ruota con il 26,7 e rientra nella zona rossa, poi Torino (14,6), Novara (12,7), Alessandria (11,5) e Asti (10,8). Biella e Vercelli non registrano decessi nel primo semestre 2025. Cuneo seconda, dopo Torino con 14, anche per numero di vittime in occasione di lavoro:7.

Dall’inizio del 2025 nel Cuneese si registra una casistica che, tra quelli saliti agli onori delle cronache locali, annovera: Kiro Novoselski (56 anni) folgorato a Vicoforte a gennaio, Elio Ghione (56 anni) deceduto a Bernezzo a febbraio durante la raccolta di materiale ferroso, Giovanni Caula (57 anni) travolto da una trinciatrice a Montanera, sempre a febbraio, Paolo Schiena (62 anni) precipitato dal tetto di un cantiere a Roata Chiusani a fine maggio, il giovane Loris Carniel (19 anni) morto in un incidente stradale durante il suo lavoro di corriere a Roccaforte Mondovì a giugno, e Pierangelo Capello (69 anni) morto nel campo che stava lavorando, nelle campagne di Ceresole d’Alba (borgata Molino Marengo). Una sequenza drammatica che evidenzia la necessità di rafforzare le misure di sicurezza in un territorio fortemente industrializzato come quello cuneese.


 

[Fonte: Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering]

I dati piemontesi si inseriscono in un quadro nazionale ancora più allarmante, con 502 decessi totali nei primi sei mesi dell’anno, segnando un incremento del 7% rispetto allo stesso periodo nel 2024. Di questi, 362 sono avvenuti sul posto di lavoro e 140 in itinere.

Il bilancio delle vittime sul lavoro è inaccettabile”, continua Rossato. “Ancora una volta i dati ci dicono che non riusciamo a ridurre il numero degli infortuni mortali sul lavoro, una piaga che si mantiene su valori sempre simili negli ultimi anni”.

A livello nazionale, i settori più colpiti risultano essere quello delle costruzioni (53 decessi), seguito da attività manifatturiere (50) e dal comparto trasporti e magazzinaggio (47). Maggiormente a rischio sono i lavoratori over 65, con un’incidenza di 47,3 morti per un milione di occupati, e la fascia tra i 55 e i 64 (24,4).

Altro dato critico, quello sui lavoratori stranieri, che registrano un rischio di morte doppio rispetto agli italiani: 29,8 morti ogni milione di occupati contro i 13,4 degli italiani.

Daria Abashkina

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