Riceviamo e pubblichiamo.
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Dalle 5 di ieri mattina, Nidil Cgil e Flai Cgil Cuneo, insieme alla Rsu Cgil, erano davanti ai cancelli dello stabilimento Rana di Moretta, al fianco di tanti lavoratori e lavoratrici che hanno incrociato le braccia. Con oltre il 70% di adesione, lo sciopero è stato un atto di coraggio in un clima segnato da precarietà contrattuale, lavorativa e paura.
Il 1° agosto, un lavoratore somministrato di soli 19 anni ha perso tre dita di una mano. Non è stata una fatalità: è la punta di un iceberg per il crescente malessere che lavoratrici e lavoratori diretti e indiretti denunciano ormai da tempo nello stabilimento a cui ci si deve dare ascolto.
Solo pochi mesi fa, nello stesso stabilimento, un altro lavoratore è stato schiacciato da un macchinario. Due gravi infortuni in sei mesi. Quanti ancora dovranno accaderne prima che le Agenzie di somministrazione e il Pastificio Rana non intervengono con un piano di sicurezza sul lavoro serio a salvaguardia delle condizioni lavorative?
Il Pastificio Rana è un'azienda che negli ultimi anni sicuramente ha fatto notevoli investimenti sul territorio cuneese con una crescita occupazionale importante. A tale crescita però corrispondono peggioramenti delle condizioni di vita e di lavoro di chi lavora nello stabilimento, sia rispetto agli orari di lavoro, con sempre maggiori richieste di flessibilità e straordinari sul sabato che creano disagio nella conciliazione dei tempi di vita e di lavoro sia con la presenza di numero elevato di lavoratori e lavoratrici somministrati o in staff leasing nonostante tramite la contrattazione aziendale vi siano state negli ultimi tre anni un centinaio di trasformazioni a tempo indeterminato.
Altrettanto chiediamo responsabilità da parte delle Agenzie di somministrazione nei confronti dei propri dipendenti che non possono essere considerati merci di scambi per il proprio profitto.
Per questi motivi sono ormai diversi mesi che come Flai Cgil e Nidil Cgil abbiamo proclamato il blocco della flessibilità e dello straordinario sul sabato!

LE NOSTRE RICHIESTE SONO CHIARE E NON NEGOZIABILI
- Stabilizzazione immediata del giovane infortunato.
- L’apertura immediata di un tavolo per affrontare in modo costruttivo il tema della sicurezza, degli orari di lavoro e delle stabilizzazioni.
- Piano straordinario per la sicurezza per tutte le lavoratrici e lavoratori dello stabilimento, operativo subito.
- Riduzione drastica della somministrazione attraverso un tangibile programma di stabilizzazione- Formazione reale, teorica e pratica l’addestramento fa parte della formazione, magari lo facessero fare a completamento del percorso formativo e prima di buttarti in catena di montaggio.
- Stop ai ritmi insostenibili: la produzione non vale più della vita.
LA PRECARIETÀ RENDE IL LAVORO PIÙ INSICURO
Chi è entrato oggi in stabilimento lo ha fatto a testa bassa, non per indifferenza ma per timore. Essere precari significa non potersi permettere nemmeno uno sciopero. Significa non potersi rifiutare di svolgere un compito pericoloso, avere paura di denunciare, accettare ritmi disumani per non perdere il contratto. Questa non è flessibilità. È ricatto.
VOGLIAMO FATTI, NON PAROLE
L’azienda ci convochi subito, con proposte concrete, tempi certi e impegni verificabili. I lavoratori Rana non sono ingranaggi. Pretendono rispetto. Pretendono sicurezza. Pretendono futuro. E ieri, con lo sciopero, hanno iniziato a riprenderselo, per migliorare le proprie condizioni lavorative, contrattuali e di sicurezza.
Le segreterie provinciali Flai Cgil - Nidil Cgil - Rsu Flai Cgil - Rsa Nidil Cgil












