Se dovesse descriversi in poche parole, Alice Gay non avrebbe dubbi: solare, energica, iperattiva. “Me lo dicono sempre le mie amiche e il mio ragazzo. Non sto mai ferma, appena suona la sveglia sono già al 100%. Amo la compagnia e voglio vivere appieno ogni giornata”.
Classe 2002, originaria di Verzuolo, Alice è la protagonista di questo episodio di Figlie della Granda. Il suo ruolo in campo? Libero: “Da piccola ho provato tutti i ruoli, tranne il centrale: palleggiatrice, attaccante... poi la rete si è alzata e io sono rimasta bassina. Ma quanto mi divertivo ad attaccare! Il ruolo del libero può sembrare incomprensibile a chi non conosce bene la pallavolo, ma appena ci si appassiona, si scopre quanto sia essenziale: richiede tecnica, lucidità e una grande tenacia".
Questa stagione Alice ha giocato in B1 nella United Volley Pomezia, ma nel suo curriculum vanta tre stagioni in A1 con la maglia del Cuneo Granda Volley. Un percorso iniziato a soli cinque anni nella palestra del suo paese, Verzuolo, grazie alla sorella maggiore Elisa.
“Ho iniziato perché mia sorella giocava e io andavo sempre a vedere i suoi allenamenti. Ero piccola, avevo 5 anni e il suo allenatore un giorno mi disse: “Sei sempre qui, proviamo a fare qualcosa”. Da lì non ho più smesso. Mi sono innamorata subito del gioco, andavo a scuola felice perché sapevo che al pomeriggio avrei avuto pallavolo. Anche se avevo tanti hobby, la pallavolo è sempre stata la mia grande passione. Con mia sorella nel Verzuolo abbiamo vinto tanto, conservo ancora tutte le coppe in camera. Sono dei ricordi bellissimi”.

Alice con la maglia di Cuneo (Foto di Danilo Vigo)
Il cammino di Alice prosegue nel Volley Busca e poi, a 12 anni, entra nella cantera del Cuneo Granda Volley. “Gli anni a Busca sono stati bellissimi, poi c’è stato il passaggio a Cuneo. Il giorno in cui sono andata a provare me lo ricorderò per sempre, ero agitatissima, mi sembrava di entrare in una realtà totalmente diversa. Cuneo mi ha accolto subito, mi allenavo tanto, spesso anche con le ragazze più grandi. La mia vita era fatta di scuola e palestra, sono stati anni intensi”.
Con Cuneo percorre tutta la trafila delle giovanili, venendo anche selezionata per il Trofeo delle Regioni con la rappresentativa piemontese. “È stata un’esperienza dura e meravigliosa. Fino all’ultimo eravamo in tre per un solo posto da libero, e non sapevamo chi sarebbe partita. Poi è arrivata la mail con la convocazione, stavo mangiando e ho urlato di gioia, mia mamma ha pianto. In quel momento, ho realizzato che ogni sacrificio, ogni sforzo fatto, aveva trovato un significato. Ne era valsa la pena. Sul pullman con le compagne ho capito che avrei potuto ottenere soddisfazioni personali”.
Alice è all’ultimo anno di under 18 e gioca titolare in B2 quando arriva la svolta, la convocazione in prima squadra, che disputava nel 2020 il campionato di A1: “Lo ricorderò per sempre, era un sabato sera, avevo appena finito una partita In B2. L’allenatore mi chiama e mi dice: ‘Domani sei convocata in A1’. Non ci potevo credere. Un’emozione enorme”.
Il Covid interrompe la stagione e nel 2020-2021 Alice viene inserita ufficialmente nel roster della A1. “Il primo anno non mi rendevo conto di dove fossi. Giocavo e mi allenavo con ragazze di cui avevo i poster appesi in camera. È stato il periodo più difficile e allo stesso tempo il più bello: un altro mondo, fisicamente e mentalmente durissimo. Ogni allenamento era una sfida con me stessa, volevo superare i miei limiti. Ero la più giovane, ogni pallone era un’occasione per dimostrare qualcosa”.

Dopo tre stagioni trascorse a difendere i colori di Cuneo nella massima serie, arriva la chiamata da Scandicci, un sogno che si avvera: “Quando mi hanno chiamata non ci credevo. Sono partita con una paura addosso incredibile, ma anche con un entusiasmo pazzesco. Ho vissuto due mesi in un ambiente straordinario. Giocatrici come Carol, Ognjenović, Antropova... campionesse assolute, ma anche persone meravigliose. Mi hanno accolta con rispetto, come se fossi una di loro. In quei due mesi sono cresciuta tantissimo, sia a livello personale che sportivo”.
Alice termina la stagione 2023-2024 in A2 a Costa Volpino e poi approda a Pomezia in B1. “Ho deciso di scendere di categoria per ragioni personali. Mia sorella ha studiato Medicina a Roma per sei anni e quando ero a Costa Volpino l’avevo vista solo due volte in un anno. Abbiamo un rapporto pazzesco e ho sofferto molto questa lontananza. La chiamata di Pomezia mi ha permesso di starle vicino, inoltre avevano un bel progetto e l’ambiente era sano, positivo, perfetto per esprimermi”.
“È stata una delle stagioni più belle della mia vita. Ho dato tutto, e sono riuscita a esprimermi al 100%, sia come persona che come atleta. Ho portato la mia esperienza a ragazze più giovani e mi sono sentita apprezzata e valorizzata”.
Un percorso quindi su e giù per l’Italia, in cui Alice è cresciuta tanto. “Ogni volta che cambi città è un’esperienza bellissima ma difficile. Vivere lontano da casa per mesi non è mai semplice. Ho vissuto a Firenze, a Roma, in paesi piccoli e città meravigliose, ogni luogo mi ha lasciato qualcosa. Ogni esperienza ha contribuito a costruire la mia sicurezza, la mia consapevolezza”.
Nonostante la distanza, porta sempre con sé le sue radici: “La mia famiglia, le amicizie, il mio paese... sono il mio punto fermo. Ho una mamma e una sorella straordinarie, e tanti parenti uniti. Mi manca tutto questo quando sono via. A livello pallavolistico Cuneo per me resterà sempre una seconda casa: in quel palazzetto ho ricordi indelebili, ho vissuto i momenti più difficili, ma anche quelli più belli. Spero, un giorno, di tornarci”.

È proprio a Cuneo che Alice vive l’anno più difficile della sua vita. È il 2018 e ha 16 anni, quando si ammala di anoressia. “Frequentavo la terza superiore. Tutto è iniziato senza che me ne accorgessi, semplicemente ho smesso di mangiare. Mi nutrivo con una zucchina al giorno. Sono entrata in un circolo vizioso. Il momento in cui ho capito di essere malata è stato quando non riuscivo più a mettere in bocca niente che non fosse quella zucchina”.
La pallavolo, da grande passione, è diventata l’ancora di salvezza di Alice, la sua migliore amica. “Non ho mai smesso di allenarmi, anche se pesavo 36 chili. In palestra mi sentivo ancora me stessa, l’Alice di sempre. Anche se facevo mezzo allenamento, mi sentivo viva. Mia madre e mia sorella sono state fondamentali, mi sono rimaste accanto anche quando neanche io capivo cosa stessi vivendo. Non posso non citare mio nonno, mi è stato vicino, aveva sempre la parola giusta per me. Mi diceva sempre ‘Ricordati di guardare il cielo’, tutto si risolverà”.
Il primo raggio di luce dopo tanto buio arriva nel gennaio 2019, il giorno del compleanno. “Stavamo festeggiando il mio compleanno con tutti i parenti, ricordo che ho soffiato le candeline e ho visto i miei nonni piangere a dirotto a vedermi in quello stato. Mi è scattato qualcosa nel cervello. Quella sera ho mangiato di tutto, sono stata malissimo, ma avevo capito che dovevo uscirne. È iniziato un percorso lunghissimo, fatto di piccoli passi, cure, dolore. Ma ne sono uscita”.

(Foto di Diego Crotti Photographer)
Grazie all’amore della famiglia e alla forza dello sport, Alice è riuscita a uscire da quel tunnel e da questa esperienza è nato il suo percorso universitario. Lo scorso dicembre si è laureata infatti in Scienze Motorie Biosanitarie e ora studia Scienze della Nutrizione Umana.
“La mia esperienza mi ha insegnato quanto sia fondamentale l’alimentazione, soprattutto per chi ha avuto un rapporto difficile con il cibo e con il proprio corpo. Voglio aiutare chi ha vissuto quello che ho vissuto io, far capire quanto l’alimentazione possa influire sul benessere fisico e mentale”.
Questo desiderio è nato da un sogno che Alice ha avuto dopo essere guarita. “In quel sogno ero una nutrizionista, e vedevo una ragazza come me, che poi ero io, nessuno riusciva a capirla ma io sì. I Disturbi del Comportamento Alimentare sono spesso sottovalutati, sono malattie psicologiche gravi, che a volte durano tutta la vita. Voglio dare il mio contributo, aiutare le persone”.

Per chi sta vivendo un momento difficile, Alice ha un messaggio: “Amatevi per quello che siete. Se sentite che qualcosa non va, parlatene. Non chiudetevi nella vostra testa, chiedete aiuto. La vita è una sola, e siamo perfetti così come siamo. Circondatevi di chi vi vuole bene per ciò che siete”.
Sul suo futuro ha le idee chiare: “Il mio obiettivo è migliorare sempre, sia come persona che come atleta. Ho tanti sogni, uno legato al mio percorso di studi, che spero un giorno di realizzare. L’Alice del domani non la so, ma sicuramente sarà sempre energica, solare e piena di idee. Non starò mai ferma, ho perso un anno della mia vita e ora voglio vivere ogni singolo momento al massimo”.














