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Curiosità | 28 luglio 2025, 18:44

La camomilla e una storia tutta da scoprire, dagli antichi Egizi ai giorni nostri

I sorprendenti effetti per la salute di questa pianta, che vanno ben oltre il classico infuso

La camomilla e una storia tutta da scoprire, dagli antichi Egizi ai giorni nostri

L’estate riserva sempre dei doni meravigliosi. Tra questi, la nostra campagna si arricchisce di camomilla. Un piccolo fiore dai mille usi che, in tempi di abbuffate e di stress, può davvero risultare utile.

Dolce e amatissima, la camomilla è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Asteraceae e al genere Matricaria, che si raccoglie da maggio a settembre in due varietà: la camomilla tedesca (chamomilla recutita) e la camomilla romana (chamaemelum nobile). Ha il fusto sottile e ramificato e le foglie verde chiaro e appuntite, mentre i suoi caratteristici fiori sono bianchi e gialli, riuniti in capolini dai petali all’ingiù, riconoscibilissimi anche dai più piccoli.

Profuma come i meli in fiore, pensarono gli antichi Greci, così ne inventarono il nome intrecciando l’aggettivo “piccolo” con la parola “mela”, khamaimelon, e anche in spagnolo, la camomilla si chiama “manzanilla” cioè “piccola mela”. Questa è la testimonianza che un fiore, come la camomilla, può nascere non solo da miti e leggende, ma anche da lettere antiche. Parole che hanno la potenza di trasformare il frutto croccante e succoso della mela, in un fiore delicato e ricco di virtù.

Non è un segreto, infatti, che la camomilla sia nota da moltissimo tempo per via delle sue proprietà. Per gli egizi, ad esempio, era un’erba officinale tra le più pregiate, come testimonia il Papiro Ebers, datato all’incirca 1550 a.C, scritto in ieratico, custode di un gran numero di prescrizioni mediche. Il popolo del Nilo si serviva della camomilla soprattutto per abbassare la febbre e per curare o abbellire la pelle. Secondo loro assomigliava al sole, così la consacrarono proprio al dio Ra.

Di camomilla parlano anche Ippocrate, padre della medicina, e Plinio, naturalista romano, raccomandandola per lenire molti dolori, tra cui il mal di testa. Arrivando in epoca medievale, si racconta che i monaci uscissero dai conventi e scendessero nelle valli per coglierne mazzi. Lo facevano in tarda primavera e poi ne spargevano i petali durante le cerimonie sacre. Furono così i primi a notare con meraviglia una sua qualità straordinaria: se piantata accanto a un arbusto malato, capitava che questo guarisse. Infatti la camomilla tiene lontani gli insetti e protegge gli orti, oggi come ieri.

Quando si pensa alla camomilla, l’immagine che viene subito in mente è quella della classica tazza d’infuso dorato da bere prima di andare a letto per conciliare il sonno. E in effetti la camomilla è tutto questo, ma pure molto di più.

Estratti, oli e infusi a base di camomilla sono utilizzati per le sue qualità: sedative e antispasmodiche, perché favorisce il rilassamento muscolare e di conseguenza aiuta a dormire meglio e a favorire un senso di benessere e di calma; antinfiammatorie, per problemi di stomaco, intestino o di altre mucose; antipiretiche, vale a dire in grado di abbassare la febbre; antibatteriche e antimicotiche, contro batteri e funghi; analgesiche, in grado di ridurre il dolore.

Le infiorescenze di camomilla, per essere utilizzate nelle tisane vanno essiccate, in modo che la pianta conservi le proprietà. L’essiccazione è completa quando i fiori e gli steli sono rigidi e si spezzano con le mani. A questo punto si tengono solo i capolini e si ripongono nei contenitori di vetro per la preparazione degli infusi. Ricordate che se desiderate un effetto antinfiammatorio, non dovete lasciarla in infusione per più di un minuto, mentre come rilassante non più di due. L’infuso freddo può essere applicato negli occhi se si hanno problemi di congiuntivite, per sfruttarne le proprietà lenitive. Mentre i capelli chiari, un tempo si risciacquavano con la camomilla per lucidarli o per schiarire i capelli castani.

Sono moltissime anche le leggende legate al suo profumo, che rimanda all’infanzia e ai buoni pensieri, tutti quelli che si possono fare prima della buonanotte. C’è chi, in passato, si lavava le mani in acqua di camomilla, sicuro che portasse fortuna. C’è chi nascondeva un suo fiore nella tasca della camicia, perché confidava negli incantesimi d’amore. Per via del suo aroma gentile e rilassante, c’è anche chi, con la camomilla, faceva il bagno, chi la bruciava come incenso, chi meditava in sua compagnia.

Nel linguaggio dei fiori, è simbolo di purezza e fortuna. Per questo dei suoi fiorellini parlano anche le poesie, come quella dedicata proprio alla camomilla da Katherine Mansfield. La poetessa neozelandese descrive un cielo chiaro di stelle, il mare che rumoreggia, un albero di mandorle scosso dal vento. E una tazza calda di camomilla da sorseggiare in due.

“Camomilla”, poesia di Katherine Mansfield

Fuori il cielo è chiaro di stelle

sale dal mare un sordo rumoreggiare

ed il vento, peccato i piccoli fiori!

scuote l’albero delle mandorle.

Come avrei potuto un anno fa pensare

in quella terribile casa sottovento

che Bogey ed io saremmo stati seduti così

a sorseggiare una tazza di camomilla.

Leggere come piume volano le streghe

lo spicchio della luna è dolce da guardare.

Al lume d’una lucciola sotto una giunchiglia

un folletto arrostisce un calabrone.

Potremmo aver cinquanta o cinque anni

tanto siamo vicini complici e saggi!

Sotto le gambe del tavolo in cucina

il mio ginocchio preme quello di Jack.

Ma gli scuri sono chiusi il fuoco è basso

il rubinetto gocciola tranquillo

sulla parete l’ombra delle casseruole

è nera e tonda e dolce da guardare.

Silvia Gullino

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