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Economia | 02 luglio 2025, 12:41

Due ore di sciopero alla Bottero di Cuneo: lavoratori protestano per il rinnovo del contratto nazionale e del premio aziendale

Duecento gli addetti che hanno aderito all'iniziativa indetta dalla Fiom Cgil e dalla Rsu aziendale

Due ore di sciopero alla Bottero di Cuneo: lavoratori protestano per il rinnovo del contratto nazionale e del premio aziendale

Secondo quanto riferito dallo stesso sindacato sono circa 200 i lavoratori della Bottero di Cuneo, azienda multinazionale leader nella realizzazione di macchinari per la lavorazione del vetro, che presso lo stabilimento di via Genova hanno aderito allo sciopero indetto per questa mattina dalla Fiom Cgil e dalla Rsu aziendale.

Accompagnata da un’assemblea dei lavoratori, la protesta è stata indetta dalle ore 9.30 alle 10.30, coinvolgendo gli addetti giornalieri e del primo turno di lavoro, e verrà replicata alle ore 21.30 per il secondo turno di lavoro, in una realtà, quella della capogruppo, che conta circa 400 addetti.

Duplice la motivazione dello sciopero, che da una parte è finalizzato a sostenere le ragioni dei metalmeccanici nello stallo delle trattative per il rinnovo del contratto nazionale di categoria, oggetto di uno spiraglio di apertura nei giorni scorsi dopo essere state ferme dallo scorso novembre.

"Al contempo – spiega per Fiom Cgil Maria Grazia Lusetti – siamo di fronte a problematiche interne. Chiediamo di avere risposte in merito non soltanto al rinnovo del premio aziendale, ma alla situazione produttiva e generale dell’azienda, alla luce delle difficoltà del settore a livello internazionale".

In questa direzione si inquadra l’incontro che i rappresentanti dei lavoratori avranno coi vertici aziendali il prossimo 10 luglio.

Al centro dell’aggiornamento lo stato di salute dell’azienda e dello stabilimento cuneese, dove al 28 giugno scorso si è terminata una nuova settimana di cassa integrazione, ammortizzatore sociale del quale, sempre secondo quanto riferito dalla sigla Cgil, la storica azienda meccanica avrebbe fatto quest’anno un ampio ricorso, a partire da due settimane di chiusura a gennaio e proseguendo con rallentamenti della produzione di uno-due giorni a settimana, sino al nuovo stop effettuato nel mese di giugno.

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