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Attualità | 19 giugno 2025, 08:02

Bra, inaugurata la mostra “Donne e motori, non solo una questione maschile” [FOTO]

Grande interesse e partecipazione ai Salesiani per la rassegna visitabile fino al 20 giugno

Il vernissage della mostra Donne e motori, a Bra (foto di Matteo Gotta)

Il vernissage della mostra Donne e motori, a Bra (foto di Matteo Gotta)

Donne e motori, gioie e dolori? Una volta, forse. Oggi questo vecchio adagio sembra non avere più riferimenti nella realtà, almeno a Bra. Mercoledì 18 giugno è stata inaugurata la mostra “Donne e motori, non solo una questione maschile”, organizzata dall’associazione Donne per la Granda, dal Panathlon Club Cuneo e Bra.

Nei locali del Centro professionale salesiano sono arrivati in tanti per un’esposizione coniugata al genere femminile, visitabile gratuitamente fino a venerdì 20 giugno, presso i locali dell’Istituto Salesiano San Domenico Savio (viale Rimembranze, 19) a Bra, con orario dalle ore 15 alle ore 19.

Presentati da Silvia Gullino, hanno portato il saluto: Anna Messa e Raffaella Gramaglia, rispettivamente vicepresidente vicaria e vicepresidente di Donne per la Granda; Carlo Ripa e Bruno Bossi, rispettivamente presidente e vicepresidente del Panathlon Club Cuneo; don Riccardo Frigerio, direttore dei Salesiani; Davide Busato, direttore del Cnos-Fap; Sonia Piumatti, già protagonista in gare di rally. Il battesimo è stato dato dal sindaco di Bra, Gianni Fogliato.

L’esposizione curata dalla professoressa Adriana Balzarini e composta da 24 pannelli fotografici, celebra il binomio auto e universo femminile, offrendo uno spaccato storico di successi, coraggio e ambizione. Al contempo, i pannelli fotografici garantiscono spunti profondi per una riflessione sui valori dello sport e delle pari opportunità.

In un settore così maschile, ecco la storia di donne che hanno sfatato un mito con le loro invenzioni e le loro imprese!

Iniziamo subito da Ernestina Prola la prima italiana ad aggiudicarsi la patente di guida nel lontano 1907. In un’epoca in cui le donne non avevano ancora ottenuto il diritto di voto, lei a 31 anni prese la patente per lavorare come autista di una scuola.

Prima di lei ci fu la moglie e socia in affari dell’inventore Karl Benz, Bertha Benz che nel 1888 guidò (la prima persona al mondo) un’automobile sulla lunga distanza, portando così la Benz Patent-Motorwagen all’attenzione del mondo.

Ma se per Ernestina Prola era una questione pratica e lavorativa, per Camille Du Gast è stato amore allo stato puro. Camille è stata infatti la prima donna pilota professionista a confrontarsi nel 1901 in una gara con altri uomini. E non è stata nemmeno l’unica: altre 4 donne hanno gareggiato nel campionato automobilistico sfidando la mentalità di allora e i forti pregiudizi.

Maria Teresa De Filippis guadagnò il 10° posto al GP del Belgio nel 1958; Maria Grazia Lombardi raggiunse il 6° posto al GP di Spagna del 1975; Divina Mary Galica, Desiré Randall Wilson e Giovanna Amati non riuscirono mai a qualificarsi, ma gareggiarono in altre categorie con ottimi risultati.

L’automobile è diventato un vero e proprio simbolo di libertà femminile e di emancipazione: Clarenore Stinnes fece il giro del mondo a bordo della sua Adler standard, impiegando due anni e percorrendo quasi 47mila km; e ancora, Virginia Woolf, Tamara de Lempicka, Campbell von Laurentz, sono solo alcuni dei nomi importanti del panorama femminile che hanno contribuito all’innovazione dell’industria automobilistica.

Ma le donne nel primo del Novecento non si sono solo limitate a guidare le prime auto: Margaret A. Wilcox, una brillante inventrice, sviluppò nel 1893 un sistema per convogliare l’aria calda del motore nell’abitacolo dell’auto, creando il primo sistema di riscaldamento brevettato; Mary Anderson, nel 1903, realizzò il primo impianto di tergicristalli della storia diventando il primo grande tecnico donna del settore.

Anche lo specchietto retrovisore fu concepito per la prima volta da una donna: la pilota Dorothy Levitt anche se fu snobbato dagli industriali, perché ritenuta una vanità femminile e ripreso 10 anni dopo. Nel 1925, Sonia Delaunay-Terk progettò la prima auto con un rivestimento in lamiera unificato e nel 1950 la General Motors formò il primo team femminile di designer per l’auto, dedicato principalmente a occuparsi di interni.

June McCarroll, medico californiano, nel 1917 suggerì di dipingere linee di demarcazione sulle strade dopo aver rischiato la vita in un incidente. Inizialmente ignorata dalle autorità, dipinse lei stessa le linee con l’aiuto di un’associazione femminile. Nel 1924, la sua idea divenne legge in California e oggi queste linee sono comuni su tutte le strade.

E poi c’è Florence Lawrence, una nota attrice, che inventò nel 1913 gli indicatori di direzione e un sistema per segnalare la frenata. Le sue invenzioni, nonostante la loro importanza, non furono brevettate.

Senza dimenticare che la scienziata Gladys West ha calcolato il modello matematico della Terra, senza il quale non esisterebbe il GPS, che sta per Global Positioning System e quindi alla base dei navigatori.

Oggi, tantissime figure femminili occupano posti dirigenziali all’interno delle industrie automobilistiche proprio in nome di quella passione per i motori che ha contraddistinto queste donne del primo del Novecento.

Siete ancora convinti che il mondo delle auto sia solo per uomini?

Silvia Gullino

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