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Eventi | 18 giugno 2025, 10:37

Da Chicago a Mondovì, la flautista Rena Urso accoglie il solstizio d’estate a Palazzo Fauzone

Il concerto sabato 21 giugno insieme al professore di teatro John Mayer e al musicista Maurizio Fornero: “Amo il Piemonte, vorrei restare sempre più a lungo. Se potessi tornare indietro nel tempo vorrei suonare con l'amico di mio padre Carmine Coppola, padre del noto regista”

Da Chicago a Mondovì, la flautista Rena Urso accoglie il solstizio d’estate a Palazzo Fauzone

Sarà la flautista dell’Oakland Symphony Orchestram, Rena Urso, ad accogliere con la sua musica il solstizio d’estate al Palazzo Fauzone Relais&Spa sabato 21 giugno. Le sue note si uniranno alle parole senza tempo di William Shakespeare e del suo Sogno di una Notte di Mezza Estate, interpretato per l'occasione dall'attore John Mayer, professore ordinario di teatro alla California State University . Insieme a lei sul palco, il suono del clavicembalo di Maurizio Fornero, direttore dell’Accademia Montis Regalis. 

Rena, la sua passione per la musica è iniziata quando suo padre le ha regalato un violino, come mai ha poi scelto di proseguire la sua carriera con il flauto? 

“È una Bella domanda, ogni tanto mi chiedo come mai non sono diventata una violinista anziché una flautista. Ci sono alcune ragioni in realtà, volevo suonare nella banda della scuola con I miei amici e quando chiesi al professore se potessi suonare il violino in un ensemble scolastico, mi disse che non avevano un’orchestra ma solo una banda. All’epoca,  avevo una compagna di classe che per un anno ha suonato il flauto. Quando l’ho sentita ho pensato “Wow, è brava, voglio essere brava come lei”. I miei ricordi più vividi e significativi sono però quelli del backstage della Detroit Symphony Orchestra, quando mio padre, Santo Urso, è stato il primo violino solista dal 1936 al al 1984. Essere circondata da tutti quei musicisti è stato importante per me, molti di quei musicisti erano una famiglia allargata per me. Avevo notato che il suo buon amico Clemente Barone, ottavino/terzo flauto dell'orchestra, a volte arrivava all'intervallo o poteva andare a casa all'intervallo. Nel frattempo, mio padre doveva suonare per tutto il concerto. Quando glielo chiesi, mi spiegò che faceva parte del ruolo del terzo flauto/piccolo dell'orchestra. Naturalmente, ho pensato che fosse fantastico. In orchestra, infine, mi siedo molto vicino alla sezione dei violini - in un certo senso, siamo praticamente compagni di banco. Sono davvero una violinista nel cuore, credo!”

Come la sua musica accompagnerà le parole di William Shakespeare in Sogno di una notte di mezza estate?  

“Mio marito, John Mayer, ha selezionato una serie di letture di opere di William Shakespeare. Sentirlo leggere i testi mi ha ispirato alcune opere specifiche per flauto e ho pensato si abbinassero magnificamente. Alcune di queste selezioni musicali prepareranno gli ascoltatori alle parole di Shakespeare, mentre altre ispireranno l'esecuzione del flauto. Abbiamo già collaborato in passato in questo modo per una produzione teatrale da lui diretta, quindi il processo creativo si è svolto in modo organico.”

Cosa rappresenta per lei il solstizio d'estate?  

“Il solstizio d'estate è il giorno più lungo dell'anno. Praticando yoga, sono grata per il calore del sole e per il ringiovanimento che porta a tutto. Il solstizio d'estate è anche un invito a concentrare le nostre energie sulla crescita, sulla vitalità e sulla gioia. Gli yogi sono particolarmente legati ai cambiamenti delle stagioni; io trascorro il solstizio d'autunno a Mondovì con il mio ritiro di yoga che si svolge ogni settembre a Palazzo Fauzone, un santuario autunnale”. 

Qual è il suo rapporto con l'Italia e con il Piemonte in particolare? 

“I miei nonni sono nati in Calabria (la madre di mio padre a Sersale e suo padre a Mesoraca) e sono molto orgogliosa di avere la doppia cittadinanza italiana. Nell'estate del 2015, mio marito John ha trascorso circa sei settimane a Torino; faceva parte di un corso di teatro sulla Commedia dell'Arte e stava anche scrivendo un libro sulla Steppenwolf Theatre Company di Chicago. Si innamorò immediatamente di Torino. Ci siamo incontrati un anno dopo e poi, nell'estate del 2017, abbiamo trascorso sei settimane a Torino. Anch'io me ne sono innamorata. Abbiamo continuato a tornare e a rimanere ogni volta più a lungo. Nel 2022, stavo organizzando un corso estivo di flauto da svolgersi in Italia ed ero alla ricerca di una sede. Un'amica flautista, Fiorella Andriani, mi fece scoprire Mondovì, definendola “la location perfetta” per il corso, e aveva ragione. Non c'è dubbio che amiamo il Piemonte: la gente, la bellezza, la storia, la cultura, il cibo, il vino... tutto!”

Ha qualche progetto da realizzare dopo lo spettacolo a Mondovì? 

“II mio corso annuale estivo di flauto, The Complete 21st Century Flutist: The Global Artist, si terrà nuovamente dal 25 giugno al 7 luglio presso l'Academia Montis Regalis. Quest'estate, 26 studenti di flauto di incredibile talento provenienti da tutto il mondo verranno a Mondovì per partecipare al programma. Ho messo insieme un team di artisti didattici globali che sono davvero il meglio del meglio - uno dei quali si esibirà nell'evento del solstizio a Palazzo Fauzone questo sabato, Maurizio Fornero, che è un meraviglioso clavicembalista. Gli studenti avranno l'opportunità di lavorare a stretto contatto con questi straordinari insegnanti in masterclass, lezioni e laboratori speciali, e di esibirsi in un concerto speciale a Dogliani il 3 luglio e a Mondovì il 6 luglio. Poi, a settembre, torneremo di nuovo con la mia amica e collega di Chicago, Lisa Lucenti. Abbiamo creato un ritiro annuale di yoga autunnale che si terrà a Palazzo Fauzone dal 14 al 21 settembre. Quest'anno saremo affiancate da una delle nostre yogi preferite di Torino, Stefania Valbusa. Con la pioggia o con il sole, ci godremo la magia e l'abbondanza della regione Piemonte”.

 

C'è un musicista italiano con cui le piacerebbe suonare? 

“Molti, ma se potessi sceglierne uno solo sarebbe un amico e collega di mio padre della Detroit Symphony Orchestra, molti anni fa: Carmine Coppola. Era il padre di Francis Ford Coppola e Talia Shire. Era il flautista principale dell'Orchestra Sinfonica di Detroit, durante i primi anni di mio padre nell'orchestra sono diventati buoni amici. Crescendo, mi raccontava le storie del loro periodo in orchestra, delle cene meravigliose e, naturalmente, del rispetto e dell'ammirazione che provava per Carmine. Se potessi viaggiare indietro nel tempo, mi piacerebbe partecipare a una di quelle cene a casa nostra, e poi suonare musica da camera con mio padre e Carmine”.

Chiara Gallo

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