È stato riaperto nella giornata di ieri, martedì 17 giugno, il Buco di Viso, il traforo alpino più antico d’Europa. Voluto dal marchese di Saluzzo Ludovico II nel 1490 per collegare il Marchesato con il Delfinato francese, il tunnel rappresenta una delle più antiche opere di ingegneria civile realizzate in alta montagna. Non a caso, la sua realizzazione avrebbe in seguito attirato l’interesse dello stesso Leonardo da Vinci, affascinato dall’ingegno del progetto.
Il tunnel, situato a 2.882 metri di altitudine, senza illuminazione, è lungo circa 75 metri, alto 2,5 metri per circa 2 di larghezza, mette in comunicazione il comune di Crissolo, in Valle Po, con Ristolas, nel territorio francese del Queyras. La via alpina, ogni anno meta di migliaia di escursionisti, rappresenta un punto chiave del celebre Giro di Viso, l’anello escursionistico che si snoda intorno al "Re di Pietra".
La riapertura del tunnel è stata resa possibile grazie all’intervento dei gestori del Refuge Viso sul versante francese e del Vallanta e Giacoletti dal versante italiano che hanno liberato l’accesso dal manto nevoso ancora abbondante nonostante l’avanzare della stagione.
La riattivazione e la valorizzazione del traforo sono stati frutto di un importante intervento di manutenzione straordinaria promosso dalla Regione Piemonte nel 2013. I lavori, affidati all’allora Ente di Gestione del Parco del Po Cuneese (oggi Parco del Monviso), sono stati avviati nell’agosto del 2014 e l'inaugurazione con la riaperture del tunnel è avvenuta il 14 ottobre dello stesso anno.
Il progetto ha previsto il ripristino del passaggio originario, la messa in sicurezza degli ingressi e il miglioramento della segnaletica lungo il percorso escursionistico del Tour del Monviso e della Via Alpina.
Nonostante il tunnel – conosciuto in Francia come “Pertuis du Viso” – sia ora percorribile, il Parco del Monviso invita alla massima prudenza. In un post pubblicato sui propri canali ufficiali, l’ente raccomanda a tutti gli escursionisti di affrontare l’itinerario solo se adeguatamente attrezzati, vista la significativa presenza di neve ancora in quota.
Il Buco di Viso torna così ad accogliere viaggiatori, camminatori e appassionati di storia alpina, offrendo un viaggio non solo tra due versanti delle Alpi, ma anche attraverso i secoli.