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Attualità | 08 giugno 2025, 07:05

Da Bra a Cuneo per festeggiare i 211 anni dell’Arma… e il Carabiniere dei record

Il 5 giugno è la data di concessione della prima Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Bandiera. La storia

Un compleanno da festeggiare: ben 211 anni. I Carabinieri hanno scritto la storia italiana dal Risorgimento fino ad oggi. È un tempo difficile anche il nostro, segnato da guerre, crisi economica e sociale. Un tempo in cui è fondamentale il loro intervento, la loro presenza. Il 5 giugno di ogni anno si commemora la data in cui la Bandiera dell’Arma dei Carabinieri, nel 1920, fu insignita della prima Medaglia d’Oro al Valor Militare per la partecipazione alla Prima Guerra Mondiale.

La motivazione di quella medaglia trova ragione nelle innumerevoli prove di tenace attaccamento al dovere e di fulgido eroismo. Da quel giorno gli episodi di coraggio dei militari con la divisa a bande rosse si sono susseguiti negli anni ed il medagliere ne è dimostrazione. Oltre due secoli che vedono l’Arma dei Carabinieri impegnata nei conflitti che hanno infiammato l’Italia e nelle missioni all’estero, dalla lotta al terrorismo ed alle mafie alla partecipazione alle operazioni di pace all’estero, senza dimenticare il quotidiano impegno nella lotta alla criminalità comune ed organizzata.

Tenendo ben a mente quelle motivazioni, la ricorrenza del 5 giugno rappresenta dunque il simbolo della riconoscenza nazionale perenne a questo Corpo militare, baluardo della democrazia, simbolo identitario della nostra Nazione anche all’estero. In questa giornata vengono organizzate diverse cerimonie per onorare il servizio e la dedizione dei Carabinieri al Paese. A Cuneo la ricorrenza è stata ricordata e vissuta con una grande partecipazione presso la caserma Gonzaga del Comando Provinciale.

Tantissime le autorità civili, militari e religiose convenute. Presenti, tra gli altri, il Prefetto della Provincia di Cuneo, Mariano Savastano, il Questore di Cuneo, Carmine Rocco Grassi, il Procuratore Capo di Cuneo, Onelio Dodero, il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, Colonnello Mario Palumbo, il Deputato della Repubblica, Monica Ciaburro, il presidente della Provincia e sindaco di Mondovì Luca Robaldo, i sindaci di Cuneo, Fossano, Savigliano, Bra, Alba, Borgo San Dalmazzo, il parroco della Cattedrale di Cuneo, don Mauro Biodo, rappresentanze degli Alpini, della Polizia Penitenziaria, della Croce Rossa Militare e delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma.

«A nome mio personale e per conto dell’Ente che rappresento – ha affermato il presidente Robaldo – esprimo il mio apprezzamento per l’opera condotta quotidianamente da tutti i Carabinieri sul nostro territorio: con la loro presenza capillare, le 8 Compagnie, le 75 Stazioni, i 14 nuclei di carabinieri forestali e i reparti speciali rappresentano un importante punto di riferimento per i cittadini e forniscono un apporto fondamentale nel garantire la sicurezza e la serenità delle nostre comunità».

Nel suo discorso, il colonnello Marco Piras, alla sua prima celebrazione da Comandante provinciale, ha ringraziato i militari per l’impegno costante al servizio della popolazione, sottolineando i risultati dell’attività operativa del 2024: 172 arresti in flagranza, 4.313 denunce e 233 ordinanze eseguite.

«Spesso il nostro lavoro agisce nell'ombra, pochi momenti di grande soddisfazione ripagano mesi o anni di lavoro» ha detto Piras ai presenti, menzionando le due importanti operazioni portate a termine negli ultimi tempi. Ad Alba è stato sgominato un giro di spaccio nei dintorni della stazione, con 4 arresti e 8 misure cautelari a carico di giovani africani. Infine l'Arma ha dato notizia dell'arresto di 13 esponenti della comunità sinti di San Damiano d'Asti nell'ambito dell'operazione "Yeti", con la quale i militari hanno posto fine a una vasta serie di furti in appartamento tra il Cebano, l'Astigiano e il Veneto, nelle province di Vicenza e Verona.

Ospite d’onore, il maresciallo in congedo Renato Quaglia, nato il 25 aprile del 1918 a Cerrina Monferrato in provincia di Alessandria e residente da lungo tempo a Garessio di cui è cittadino onorario. Arruolato l’8 settembre del 1937, il sottufficiale ha vissuto la Seconda Guerra Mondiale in Grecia e l’internamento in Germania; poi ha prestato servizio a Pollenzo e in altre stazioni. A lui è andato il saluto del colonnello Marco Piras: con i suoi 107 anni, è il carabiniere più anziano d'Italia, un uomo simbolo delle Forze Armate e della nazione intera.

L’evento ha visto il coinvolgimento dei Reparti territoriali schierati, tra cui quelli braidesi che hanno ascoltato con attenzione la lettura del messaggio del Capo dello Stato e del Comandante Generale dell’Arma, Gen. C.A. Salvatore Luongo.

Emozionante la consegna delle ricompense al personale che si è distinto in attività di servizio o in interventi di soccorso ai cittadini. In particolare, menzioniamo quella relativa alla Compagnia di Bra: per aver smantellato una rete dedita al traffico di droga. Hanno ricevuto l’encomio il Luogotenente C.S. Maurizio Manchia, il Maresciallo Maggiore Cristiano Rossi, il Maresciallo Capo Silvio Maria Pierantozzi, il Maresciallo Ordinario Antonio Mattone, il Brigadiere Capo Q.S. Luciano Foti, il Vice Brigadiere (ora Brigadiere) Antonio Conte e l’Appuntato Scelto Simone Cianfrocca, in servizio all’Aliquota Operativa e alla Stazione di Bra. Il riconoscimento premia l’elevata professionalità e il non comune intuito investigativo dimostrati in un’indagine, durata oltre tre anni, che ha portato allo smantellamento di una rete criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti nelle province di Asti, Cuneo, Brescia e Firenze. L’operazione si è conclusa con 26 misure cautelari, quattro arresti in flagranza, il sequestro di oltre 7 kg di droga, una pistola e munizioni. La ricompensa è stata consegnata dal Procuratore della Repubblica di Cuneo, dottor Onelio Dodero.

Per tutti i premiati, applausi e strette di mano da parte dei colleghi e del personale dei Carabinieri in congedo riuniti sotto lo stendardo dell’associazione omonima.

La storia dei Carabinieri

«Un Corpo di militari distinti per buona condotta e saggezza, chiamati Corpo dei Carabinieri Reali (…) allo scopo di contribuire sempre più alla maggiore prosperità dello Stato, che non può essere disgiunta dalla protezione e difesa dei buoni e fedeli Sudditi nostri, e della punizione dei colpevoli» (preambolo alle Regie Patenti).

L’Arma dei Carabinieri nasce il 13 luglio 1814, quando Vittorio Emanuele I, sovrano del Regno Sardo-Piemontese, con la promulgazione delle Regie Patenti, istituì a Torino il Corpo dei Carabinieri Reali. Si trattava di una novità assoluta: un’istituzione con la duplice funzione della difesa dello Stato e della tutela della sicurezza pubblica, quale organismo di polizia con speciali doveri e prerogative. Quel Corpo di soldati d’élite, armati di carabina, per questo chiamati Carabinieri, aveva la peculiarità di essere capillarmente diffuso su tutto il territorio, a stretto contatto con la popolazione.

Sin dalle origini, quindi, la natura di forza di polizia a status militare e la vocazione alla vicinanza alla comunità hanno caratterizzato il successo dei Carabinieri nelle loro attività al servizio dei cittadini, in Italia e all’estero.

L’istituzione del Corpo dei Carabinieri Reali significava creare una forza, sul modello della Gendarmeria, costituita da uomini a piedi e a cavallo, capace di mantenere il controllo della sicurezza interna dello Stato e dei cittadini, nonché l’ordine pubblico. Il Re rifiutò comunque la denominazione di Gendarmeria, perché gli ricordava l’occupazione francese del suo Stato, accettò invece quella di Carabinieri Reali.

Nel novembre del 1815 la forza del Corpo venne portata a 1200 uomini di cui 490 a piedi e 610 a cavallo, con 100 ufficiali. Il 15 ottobre 1816 la forza veniva portata a 2068 uomini inclusi gli ufficiali, gli uomini erano ripartiti in 6 divisioni, 19 compagnie, 33 luogotenenze, 355 stazioni. Da quel momento il Corpo acquistò una sua propria fisionomia che lo rese inconfondibile.

Il 1° ottobre 1820 veniva pubblicato il primo regolamento dei Carabinieri. Il manuale trattava anche delle scorte d’onore e di sicurezza da effettuare per i membri della famiglia reale. I Carabinieri avevano una bella uniforme turchina, guarnita di alamari d’argento e indossavano un cappello a due punte, chiamato popolarmente “lucerna” con un pennacchio, dal 1833, blu e rosso (colori ancor oggi ricorrenti nella simbologia dell’Arma, non solo nelle uniformi, ma anche nello stemma araldico e nelle livree delle moto e delle automobili di servizio).

Il blu rappresenta la nobiltà dell’Istituzione, il valore militare, la fedeltà, la giustizia, l’amor di patria, mentre il rosso l’audacia, il coraggio, il sacrificio. Tale uniforme, nelle sue linee generali, è tuttora indossata per cerimonie di particolare solennità.

L’Arma dei Carabinieri è stata partecipe di tutti i mutamenti del Paese, quale insostituibile presidio “della pubblica e privata sicurezza”, come si legge nella premessa ai 16 articoli delle Regie Patenti e ne ha affrontato i momenti difficili, talora drammatici, seguendo sempre un percorso fatto di fedeltà alle Istituzioni e di servizio alla collettività. Un servizio testimoniato dalle 48 ricompense alla Bandiera e dalle migliaia di decorazioni individuali, che trova conferma nel nome con il quale comunemente l’Arma viene identificata: “La Benemerita”.

La fedeltà è sempre stata una caratteristica dell’Arma dei Carabinieri. Il suo motto araldico è “Nei Secoli Fedele”, divenuto ufficiale nel maggio del 1932. Nel 1935 nasce il primo stemma araldico dell’Arma dei Carabinieri, che successivamente ha conosciuto altre quattro versioni, l’ultima delle quali, quella del 2002, recupera tutti gli elementi delle precedenti, quasi a sottolineare la continuità istituzionale nella storia.

Alla fedeltà sono ancora ispirate la marcia d’ordinanza “La Fedelissima” e la celeste Patrona, Maria “Virgo Fidelis”, alla quale papa Pio XII, nel 1949, scelse di affidare i Carabinieri, fissandone la ricorrenza al 21 novembre, giorno della battaglia di Culqualber combattuta in Abissinia (attuale Etiopia) dal 6 agosto al 21 novembre 1941 tra italiani e britannici.

L’anniversario di fondazione dell’Istituzione, invece, si festeggia il 5 giugno, data di concessione, nel 1920, della prima Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Bandiera con la seguente motivazione: «Rinnovellò le sue più fiere tradizioni con innumerevoli prove di tenace attaccamento al dovere e di fulgido eroismo, dando validissimo contributo alla radiosa vittoria delle armi d’Italia».

Silvia Gullino

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