La salute mentale tra i giovani non è più un tema da tenere tra le righe. Venerdì 30 maggio, dalle 17.30 a mezzanotte, piazza Pertinace si trasforma in uno spazio pubblico di ascolto, confronto e bellezza. Succede grazie a “Come buchi nel cielo”, evento promosso dall’associazione In viaggio con Arlo, che mette insieme arte, musica, testimonianze e cibo di strada per affrontare, in modo diretto, un tema troppo spesso lasciato ai margini.
Il nome scelto – Come buchi nel cielo – è un’immagine potente. Perché il disagio, quando arriva, è proprio così: invisibile a chi non guarda, ma profondo e reale per chi lo vive.
Si comincia alle 17.30 con la mostra d’arte di Augustina Garces e lo stand del gruppo WP Tribe, mentre dalle 18.00 si entra subito nel cuore del tema: il Gruppo Esp Arlo propone l’azione “Dai tu come stai”, una domanda semplice che spesso non ci si fa più.
Alle 18.10, nella Sala Multimediale San Giovanni, Luca Boccanegra – protagonista del progetto Est di Milano – condivide la sua esperienza personale a partire dal libro “Cosa si apprende dal disagio” di Maria Benedetta Gambacorti Passerini. Non una conferenza, ma un racconto vero, senza filtri, che ha il potere di far risuonare domande anche in chi ascolta.
Alle 18.30 la Cooperativa Esserci di Torino parla di nuovi modelli abitativi e opportunità per chi vive esperienze di fragilità. A seguire, alle 19.00, Diapsi Alba-Bra apre un momento di domande e risposte aperte al pubblico sul tema della salute mentale giovanile: un’occasione per informarsi, confrontarsi, uscire dalla solitudine e dagli stereotipi.
Nel frattempo, dalle 19.00 alle 21.30, si mangia con lo street food curato da “La Cucina di Pina” e l’Osteria sociale Montebellina.
Dalle 20.00 alle 23.00 la musica prende il centro con il DJ set di Dj Ciccio e il live del gruppo musicale della Cooperativa Emmaus.
Durante tutta la giornata, il Collettivo studentesco Cohiba Espledidos propone attività interattive, aperte a tutti: un modo per coinvolgere anche chi passa per caso, per trasformare la piazza in un luogo vivo, dove è possibile parlare di disagio psichico senza vergogna, senza paura.
Perché oggi più che mai serve riconoscere che la salute mentale è una questione urgente, concreta, collettiva.
E che parlarne, anche in piazza, è già una forma di cura.