Nell’omelia della Messa di Pasqua, papa Francesco ha scritto che «la speranza più grande della nostra vita è quella di vivere questa esistenza povera, fragile e ferita aggrappati a Cristo, perché lui ha vinto la morte, vince le nostre oscurità e vincerà le tenebre del mondo, per farci vivere con Lui nella gioia, per sempre». È questa la frase che campeggia nel manifesto dedicato a papa Francesco (pontefice dal 13 marzo 2013 al 21 aprile 2025), che nel Santuario della Madonna dei Fiori di Bra vuole essere memoria e testimonianza visibile per ricordarlo nella preghiera.
In questo senso, venerdì 25 aprile, la sera prima del funerale del Santo Padre, è in programma il Rosario di suffragio come veglia di preghiera alle ore 20.30 nel Santuario antico.
«Il Giubileo ci chiama a rinnovare in noi il dono di questa speranza, a immergere in essa le nostre sofferenze e le nostre inquietudini, a contagiarne coloro che incontriamo sul cammino, ad affidare a questa speranza il futuro della nostra vita e il destino dell’umanità. Non possiamo parcheggiare il cuore nelle illusioni di questo mondo o rinchiuderlo nella tristezza; dobbiamo correre, pieni di gioia. Corriamo incontro a Gesù, riscopriamo la grazia inestimabile di essere suoi amici. Lasciamo che la sua parola di vita e di verità illumini il nostro cammino».
Sono ancora parole del Papa che veniva dalla «Fine del mondo», capace di conquistare i cuori con riflessioni profonde, per il suo modo di esprimersi diretto e familiare. Poche cose, ma concrete, come «Buona domenica e buon pranzo». Questo era il vero miracolo.