Con l’udienza tenuta ieri, mercoledì 25 settembre, presso il palazzo di giustizia intitolato a Maurizio Laudani è entrato nella fase dibattimentale il processo aperto in Tribunale ad Asti per le presunte irregolarità che secondo l’accusa avrebbero contraddistinto il concorso pubblico per titoli ed esami che l’Asl Cn2 di Alba e Bra bandì nel 2022 per arrivare all’individuazione di un dirigente farmacista (e non per la dirigenza della struttura, in capo a un’altra persona) da inserire nell'organico della farmacia ospedaliera dell’ospedale "Michele e Pietro Ferrero" di Verduno .
Tre gli indagati dei quali il pubblico ministero Gabriele Fiz, intanto trasferito a Genova e sostituito nel processo dal collega Davide Greco, aveva chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio da parte del Gip Federico Belli.
Si tratta del dottor Mario Scipione Sanò, 53enne originario di Conselve, in provincia di Padova, in passato responsabile della stessa struttura ospedaliera, dal giugno 2022 passato a guidare l’Asl di Biella con l’incarico di direttore generale, difeso dall’avvocato albese Roberto Ponzio; poi la candidata che di quel concorso risultò la vincitrice (difesa dall’avvocato torinese Cinzia Nardelli); infine una terza persona, anche lei dipendente della farmacia ospedaliera di Verduno, rappresentata dall’avvocato Ferruccio Rattazzi.
Al dottor Sanò, che del concorso presiedeva la commissione esaminatrice, viene contestato non soltanto di non aver rinunciato all’incarico "vista la sussistenza di una situazione di incompatibilità per motivi personali" con la candidata risultata poi vincitrice della selezione, candidata con la quale sarebbe stato legato da una relazione sentimentale, ma anche di aver rilevato segreti d’ufficio nel fare conoscere alla stessa le tracce possibile oggetto della prova scritta e della successiva prova pratica.
Il dirigente è così accusato di falsità ideologica commessa da un pubblico ufficiale in atti pubblici, per aver dichiarato falsamente l’insussistenza della situazione di incompatibilità dovuta alla relazione sentimentale. Poi, così come agli imputati, gli viene contestata la rivelazione di segreto d’ufficio, nel suo caso per aver rivelato i contenuti della prove. La terza persona deve poi rispondere anche di favoreggiamento: a conoscenza della relazione tra i due, avrebbe aiutato Sanò a mettere in atto la falsificazione contestata.
Dedicata all’audizione dei testi dell’accusa e all’esame degli imputati, l’udienza di ieri ha visto il Pm Davide Greco produrre in aula la delibera della commissione esaminatrice, le prove estratte e le chat intercorse tra gli imputati. Di fronte ai giudici è stato audito l’ufficiale del Gruppo di Bra della Guardia di Finanza Valter Valeriani, interpellato in merito agli accertamenti, perquisizioni e sequestri effettuati in corso di indagine, nonché sull’analisi delle copie forensi dei documenti relativi allo svolgimento del concorso.
Quindi a comparire di fronte al collegio presieduto dal giudice Alberto Giannone è stata la volta della dottoressa Daniela Ielo, direttrice della Struttura complessa di Farmacia presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria "San Luigi Gonzaga" di Orbassano, che era una delle commissarie del concorso e che in aula ha riferito in merito allo svolgimento dello stesso e alle prove d’esame, su quali erano i temi e su chi li aveva proposti ai candidati. Infine è stato il dottor Franco Cane, all’epoca dei fatti direttore del personale presso l’Asl.
Il dottor Sanò si è riservato di rilasciare dichiarazioni spontanee alla prossima udienza, fissato al prossimo 27 gennaio anche per l’audizione dei testi delle tre difese, la discussione e la sentenza.
"Il mio assistito – dichiara l’avvocato Ponzio – è stato corretto, imparziale e rispettoso delle regole dell’amministrazione pubblica. Il concorso venne vinto dalla candidata di gran lunga più meritevole, risultata vincitrice in diversi altri concorsi e che non abbisognava di favori. Nessun altro candidato ha manifestato doglianze. L’indagine – conclude il legale – nasce da uno scritto anonimo inviato anche alla redazione di alcuni giornali e alla direzione dell’Asl Cn2, che lo aveva archiviato per manifesta infondatezza".