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lavocedialba.it | 28 marzo 2024, 18:11

A Bra la VI edizione di "I care, la giornata delle politiche giovanili"

Si svolgerà giovedì 18 aprile al teatro Politeama Boglione dalle 9 alle 13

L'appuntamento si svolgerà al teatro Politeama

L'appuntamento si svolgerà al teatro Politeama

Giovedì 18 aprile dalle 9 alle 13 al teatro Politeama Boglione di Bra si svolgerà  la VI edizione di "I care, la giornata delle politiche giovanili", che nasce dal lavoro e dal confronto con i ragazzi che hanno partecipato in questi anni al progetto di Peer Education attivo all’interno delle Scuole Secondarie di II grado di Bra, nello specifico: il Liceo “Giolitti-Gandino”, l’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “E. Guala” e l’Istituto Professionale Statale “Velso Mucci”.

Il titolo dell’evento, “I Care” richiama fortemente il pensiero di Don Milani e della sua idea di educazione: un “i care” che implicava schierarsi, mettersi in gioco, prendere parte.

Per don Milani quell’I care è fonte del dovere morale che come sacerdote, come insegnante e come cittadino gli imponeva di non tacere. Cioè di reagire all’ingiustizia, sentirsi “responsabile di tutto”, tutelare le libertà fondanti la nostra Costituzione.

Proprio l’esigenza dei ragazzi di ideare ed organizzare un momento di confronto e scambio di idee ed opinioni su tematiche di interesse giovanile, guidati dalla presenza di figure esperte in questi ambiti, ci ha portati alla scelta di questo titolo.

Il 2024 segna la VI edizione di “I CARE”, iniziativa nata nel 2019 con l’obiettivo di fornire ai ragazzi della nostra città uno spazio di confronto in grado di costruire senso critico ed educazione civica e politica, fornendo informazioni e spunti di riflessione e di ragionamento.

Gli Operatori dell’Ufficio Politiche giovanili del Comune di Bra, in collaborazione con la Consulta Giovanile del territorio, hanno deciso di proporre per la mattinata del 18 aprile, presso il Teatro Politeama Boglione, il seguente programma:

Diritto all’istruzione, diritto al futuro

Numerosi elementi che caratterizzano la società moderna, rendono complicata la gestione delle classi da parte degli insegnanti, che spesso devono fronteggiare problematiche inedite degli studenti, con una scarsità di risorse economiche e strumentali mai vista in tempi recenti. Il gap fra le nuove generazioni ed il mondo statico della scuola si allarga così sempre di più, causando una disaffezione dei giovani circa l’ambiente scolastico, le materie di insegnamento ed il sistema scuola tutto. Così sempre più spesso i giovani faticano a riconoscere alla scuola il ruolo di agenzia educativa utile per la costruzione del proprio futuro, supportati anche dai dati circa la disoccupazione giovanile e dai dati che evidenziano come la scuola Italiana non funga più da ascensore sociale e non fornisca spesso agli studenti quelle competenze in uscita che sono richieste maggiormente nel mondo del lavoro quali le soft skills, competenze trasversali come il lavorare in gruppo, la capacità di analisi, di risoluzione dei problemi, la creatività e la resilienza fra le altre.

Infine, altro rischio è che da una società come quella moderna, basata su modelli estremamente prestazionali, derivi un modello di istruzione che privilegi i “meritevoli” e respinga i non meritevoli non adempiendo di fatto al “diritto allo studio” sancito dalla nostra costituzione, al cui interno scarseggi l’attenzione ai differenti livelli di partenza degli alunni, e dove anche le relazioni tra pari, potenzialmente di supporto e cooperative, si trasformino in relazioni conflittuali quando non escludenti verso tutti quelli che non riescono a reggere il livello della contesa.. Ne sono un chiaro sintomo il proliferare di episodi di bullismo e discriminazione nei contesti scolastici tanto quanto la diffusione di stati d’ansia e disturbi dell’alimentazione, in alcuni casi patologici, in ragazzi in età scolare.

Quali modi e quali spazi per agire il proprio diritto ad un’istruzione accessibile e di qualità, a prescindere dal livello socio-culturale, economico o dal luogo geografico di provenienza? Come dare forma alle proprie aspirazioni in questo periodo di incertezza?

Relatore sarà Laura Olivero, avvocato dell’Associazione StaLi ETS-ODV di Torino, associazione che da anni promuove la tutela dei diritti affrontando singoli casi giudiziari che coinvolgono la salvaguardia dei diritti fondamentali.

Come stai? Il diritto al benessere in tutte le su dimensioni.

Per le nuove generazioni il tema del benessere psicologico è centrale, ma da dopo la pandemia abbiamo assistito ad un progressivo peggioramento dello stato di salute mentale dei più giovani.

In un recente articolo pubblicato dall’Ansa la Gen Z viene definita come la generazione degli “sfiancati”: giovani che accusano forti sintomi di sconforto, ansia generalizzata e mancanza di visione di futuro.

La fatica mentale dei ragazzi, ancora studenti oppure che si affacciano per la prima volta al mondo del lavoro, registra livelli sempre più alti, ma sembra non venire adeguatamente intercettata, ascoltata e accolta. Le ricerche e gli studi descrivono così una nuova forma di ansia non più da prestazione ma generalizzata e identitaria.

Cosa significa per i giovani dover pensare al benessere psicologico e alla salute mentale in quanto diritto fondamentale? Come pretenderlo, agirlo e presidiarlo?

Relatore Lara Zucchini psicologa per il benessere, psicoterapeuta, coach strategica a Crema e online in tutto il mondo, docente universitaria presso l’Università degli Studi di Bergamo, speaker, autrice di libri.

Quale città per i giovani?

In un’epoca storica di crisi economica e tagli al bilancio, è giusto smettere di immaginare come possibile l’investimento di risorse nella riqualificazione urbana degli spazi abitati dai giovani (ad esempio le scuole)? In che modo l’urbanistica, definendo gli spazi della città, ne condiziona i cittadini producendo divisioni, cultura ed educazione? Quali spazi di partecipazione per i giovani nei processi decisionali delle scelte urbane che li riguardano?

Relatore Michele D’Alena, urbanista, innovatore sociale con esperienze nel settore pubblico, privato e nel non-profit si occupa di tecnologia, processi di innovazione sociale e cambiamento ad “impatto civico”; si definisce manager dell'innovazione specializzato in processi per aumentare la collaborazione e l'attivazione della comunità. Attualmente è responsabile di Civic Imagination Area, un team multiprofessionale all'interno di una Fondazione fondata dal Comune e dall'Università di Bologna, la cui missione è quella di connettere le decisioni con le energie e i bisogni di chi solitamente non si fida dell’apparato politico.

Nel 2018, grazie ai progetti avviati con il Comune di Bologna, ha ricevuto il premio “Engaged Cities” della Fondazione Bloomberg e nel 2021 ho scritto un libro intitolato "Immaginazione civica".

cs

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