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Politica | 26 marzo 2024, 11:30

Fondazione CRC: tira una brutta aria, tutti contro tutti

Mentre fioccano comunicati da ogni dove e di svariato tenore, la partita per la designazione dei nuovi vertici, prevista per inizio maggio, si sta inasprendo e potrebbe accentuarsi ulteriormente nelle prossime settimane

Fondazione CRC: tira una brutta aria, tutti contro tutti

 

Nella madre di tutte le battaglie – tale si sta rivelando la lotta per la conquista della Fondazione Cassa di risparmio di Cuneo – si registra un’impennata di tensioni che fa presagire come il duello per la presidenza da cavalleresco possa trasformarsi in…rusticano.

Ieri, primo giorno dopo la presentazione delle candidature, sono piovuti nelle redazioni comunicati da ogni dove e di svariato tenore, che denotano un clima pesante, da tutti contro tutti.

C’è tensione nel mondo sindacale dove non è stata presentata la terna che avrebbe dovuto portare alla designazione di un rappresentante dell’area monregalese. Non c’è stato accordo: Cgil e Uil hanno contestato il criterio della terna, mentre la Cisl si è chiamata fuori.

Per tutta risposta, ieri è stato pubblicato sul sito web della Fondazione il bando per la selezione di un esperto in campo sindacale con scadenza 5 aprile.

Il bando – si legge in una nota stampa diffusa dalla Fondazione - è stato deliberato in via unanime dal Consiglio generale in assenza di indicazione, entro la prevista scadenza del 22 marzo, di una terna di nominativi di esperti da parte delle organizzazioni sindacali provinciali più rappresentative”.

La Commissione nomine avrà tutto il suo bel da fare nella fase di verifica delle candidature che sta per avviarsi.

Va detto, a onor del vero, che troppe modifiche dello Statuto e interpretazioni non sempre oggettive dei regolamenti hanno dato adito a voci che il presidente di turno potesse in qualche misura modificarlo a suo uso e consumo.

Si è partiti nel giugno 2018 con una variazione che prevede l’esclusione della Provincia dalla rappresentanza nel Consiglio generale. Un paradosso, se si considera che l’Amministrazione provinciale esprime una terna per la Fondazione Torino.

Nell’autunno del 2020 si verificò poi un altro caso singolare, quando venne respinta la nomina di Gabriele Campora, oggi vicesindaco di Mondovì e allora capo di gabinetto del sindaco Paolo Adriano, nonostante quest’ultimo l’avesse riproposta per ben due volte.

Un’esclusione che aveva il sapore di una norma “ad personam”, motivata con argomentazioni di scarso peso giuridico, eppure avallata senza che alcuno avesse da eccepire.

Infine – è fatto di pochi mesi fa - l’introduzione delle “terne” che consente agli amministratori uscenti di avere l’ultima parola su 7 dei 20 componenti il Consiglio generale.

Se è vero che lo Statuto costituisce la Magna Carta di qualsivoglia ente e i regolamenti non dovrebbero essere altro che la pratica attuazione, si capisce che qualcosa non sempre è andato nella direzione della trasparenza.

Ad abundantiam si può ancora annotare che non ha concorso a rasserenare il clima il fatto che chi avrebbe dovuto esercitare il ruolo di arbitro ha invece posato il fischietto tuffandosi nel gioco di mischia.

A 40 giorni dall’insediamento del nuovo Consiglio generale e alla conseguente elezione di cda, presidente e vicepresidenti, la situazione resta altamente conflittuale e nessuno pare oggi sapere (o volere) trovare il bandolo che consenta di sbrogliare la matassa.

Giampaolo Testa

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