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Attualità | 24 marzo 2024, 10:11

Dronero, Umberto Galimberti e Gio Evan ospiti del Festival "Ponte del Dialogo"

Il filosofo e psicoanalista parlerà di spaesamento e di Etica del viandante, mentre l'artista sarà protagonista di un talk dedicato a solitudine, spiritualità, viaggi e meditazione

Dronero, Umberto Galimberti e Gio Evan ospiti del Festival "Ponte del Dialogo"

A Dronero grande attesa per gli illustri ospiti del Festival “Ponte del Dialogo”: arriveranno infatti Umberto Galimberti, che alle 11, al Teatro Iris, parlerà di spaesamento e di etica del viandante e Gio Evan, che alle 21 in Teatro sarà protagonista, insieme a Bruce Labbruzzo, di un talk dedicato a Solitudine, campagna, sciamanesimo, spiritualità, viaggi e meditazione.

 

Umberto Galimberti è nato a Monza il 2 maggio del 1942, ed è un filosofo, psicoanalista e docente universitario italiano. Compiuti gli studi di filosofia e psicologia, è attualmente professore ordinario di filosofia della storia presso l’Università di Venezia. Professore associato fino al 1999, precedentemente (dal 1976 al 1983) è stato professore incaricato di antropologia culturale. Dal 1985 è membro ordinario dell’International Association of Analytical Psychology. Allievo di Karl Jaspers, durante alcuni soggiorni in Germania, ne ha tradotto in italiano le opere. Ha dedicato anche alcuni studi a Edmund Husserl e a Martin Heidegger. Dal 1995 collabora con il quotidiano «la Repubblica». Nel suo ultimo volume, L’etica del viandante (Feltrinelli, 2023), Galimberti parte dalle due radici dell’occidente: il mondo greco e la tradizione giudaico-cristiana. Per quanto dischiudano orizzonti completamente diversi, entrambi descrivono un mondo dotato di ordine e stabilità. Ma noi viviamo nell’età della tecnica.

È finito l’incanto del mondo tipico degli antichi. È finito anche il disincanto dei moderni, che ancora agivano secondo un orizzonte di senso e un fine. La tecnica non tende a uno scopo, non apre scenari di salvezza, non svela la verità: la tecnica funziona.

L’etica, come forma dell’agire in vista di fini, celebra la sua impotenza. Il mondo è ora regolato dal fare come pura produzione di risultati. L’unica etica possibile, scrive Umberto Galimberti, è quella del viandante. A differenza del viaggiatore, il viandante non ha meta. Il suo percorso nomade, tutt’altro che un’anarchica erranza, si fa carico dell’assenza di uno scopo. Il viandante spinge avanti i suoi passi, ma non più con l’intenzione di trovare qualcosa, la casa, la patria, l’amore, la verità, la salvezza. Cammina per non perdere le figure del paesaggio. E così scopre il vuoto della legge e il sonno della politica, ancora incuranti dell’unica condizione comune all’umanità: come l’Ulisse dantesco, tutti gli uomini sono uomini di frontiera. Oggi l’uomo sa di non essere al centro. L’etica del viandante si oppone all’etica antropologica del dominio della Terra.

Denuncia il nostro modello di civiltà e mette in evidenza che la sua diffusione in tutto il pianeta equivale alla fine della biosfera. L’umanesimo del dominio è un umanesimo senza futuro. Il viandante percorre invece la terra senza possederla, perché sa che la vita appartiene alla natura. Così ci guida Galimberti: “L’etica del viandante avvia a questi pensieri. Sono pensieri ancora tutti da pensare, ma il paesaggio da essi dispiegato è già la nostra instabile, provvisoria e incompiuta dimora”.

Il programma del Festival prevede, nel pomeriggio, alle 15, presso il Museo Luigi Mallè, l’inaugurazione della mostra Le falci nell’arte, l’arte delle falci, a cura di Ivana Mulatero, con opere di 25 artisti contemporanei: Leandro Agostini, Rodolfo Allasia, Andrea Armagni, Gilda Brosio, Alessia Clema, Francesca Corbelletto, Diego Dominici, Dario Ghibaudo, Ugo Giletta, Mario Gosso, Pier Giuseppe Imberti, Paola Malato, Antonio Mascia, Elena Monaco, Neunau, Corrado Odifreddi, Sergio Omedé, Marianna Pagliero, Ciro Rispoli, Cristina Saimandi, Michelangelo Tallone, Mara Tonso, Anna Valla, Luisa Valentini. La mostra sarà visitabile fino al 7 luglio. L’inaugurazione avrà luogo nella chiesa dei Cappuccini, antistante il museo.

 

Alle 16.30, in Sala Chegai il giovane scrittore Mattia Insolia presenterà il libro Gli affamati, presentato da Alessia Tallone e Elia Romana. Mattia Insolia è nato a Catania nel 1995. Si è laureato in Lettere alla Sapienza di Roma con una tesi sul movimento letterario dei Cannibali, ha proseguito gli studi in Editoria e ha pubblicato racconti per antologie di vario genere. Negli anni ha scritto per diverse riviste di cultura, collabora con “7”, il settimanale del “Corriere della Sera”, “Domani” e “L’Indipendente”, per cui si occupa di critica letteraria e cinematografica. Il suo primo romanzo è Gli affamati, tradotto anche in Germania.

Una grande, nuova narrazione contemporanea che sa illuminare la nostra rabbia e la nostra solitudine, che lo fa attraverso una lingua precisa e scarna, uno sguardo maturo e senza paura. Un desiderio autentico di denudare la realtà per comprenderla e forse, domani, trasformarla. Gli affamati racconta una disperazione senza scampo: due vite implose dentro un Mezzogiorno ostaggio di una routine soffocante. La parabola di due fratelli che, vinti da un destino incapacitante, non trovano la forza di essere sé stessi.

 

Il Festival propone un altro interessante appuntamento alle 18, in Sala Chegai, con la presentazione del libro Terre del Viso, scritto da Enrico Camanni e Fulvio Beltrando, che saranno presentati da Nanni Villani. L’obiettivo di Fulvio Beltrando, capace di dominare luci e ombre della natura trasformandole in opere d’arte, accompagnato dal racconto di uno dei maggiori esperti del territorio alpino, Enrico Camanni, affondano lo sguardo – o, meglio, il sentimento – nell’anima degli abitanti delle Terre del Viso, nelle Alpi Cozie, i luoghi in cui resistono e sono motivo di orgoglio le tradizioni occitane. Dal Parco naturale del Monviso alla Valle Stura, Maira, Grana, Varaita, Po, Bronda e Infernotto fino alle piane di Saluzzo, sconfinando in Francia nelle valli del Queyras. Vivrete un magico viaggio nel tempo e nello spazio, tra emozioni e riflessioni, sempre pronti a rialzare lo sguardo per non perdere di vista il Monviso.

 

Chiude la ricca giornata del festival l’appuntamento con Gio Evan e Bruce Labbruzzo, alle 21, al Teatro Iris. Gio Evan è un artista poliedrico, scrittore e poeta, filosofo, umorista, performer, cantautore e artista di strada. Durante gli anni che vanno dal 2007 al 2015 intraprende un viaggio con la bicicletta che lo porta in gran parte del mondo: India, Sudamerica, Europa. Comincia a studiare e vivere accanto a maestri e sciamani del posto e in Argentina viene battezzato come “Gio Evan” da un Hopi. Nel 2008 scrive il suo primo libro “Il florilegio passato”, racconto che narra dei suoi viaggi, senza soldi né scarpe.

Tra il 2012 e il 2013 fonda “Le scarpe del vento”, progetto musicale dove scrive, canta e suona la chitarra. Pubblica indipendentemente il suo primo disco “Cranioterapia”. Nel 2014 inizia due progetti per le strade francesi: “Gigantografie” e “Le poesie più piccole del mondo”. Tra il 2014 e il 2016 pubblica i libri “La bella maniera” (il suo primo romanzo, per Narcissuss), “Teorema di un salto, ragionatissime poesie metafisiche” (Narcissuss) e “Passa a sorprendermi” (Miraggi Edizioni), oltre a scrivere e dirigere l’opera “OH ISSA – Salvo per un cielo”. Nel 2017 esce il libro “Capita a volte che ti penso sempre”, per Fabbri, e segue un lungo Tour in tutta Italia mentre nel marzo 2018 è in vendita il libro per Fabbri “Ormai

tra noi è tutto infinito”. Il 17 aprile esce “Biglietto di solo ritorno”, il doppio album di esordio che lo porterà in Tour in tutta Italia. Dopo un periodo di assenza torna sulle scene nel 2019 con il romanzo “Cento cuori dentro” (Fabbri Editori) e il 25 Ottobre “Natura Molta”, un doppio album. Il 15 e 16 novembre a Miami è protagonista insieme a Carmen Consoli di HIT WEEK, il più importante Festival al mondo dedicato alla diffusione della musica e della cultura italiana oltre i confini nazionali. A marzo 2021 partecipa nella sezione BIG al Festival di Sanremo con il brano “Arnica”(Polydor/Universal Music), tratto dall’album “Mareducato”. “Ci siamo fatti mare” è il suo nuovo libro edito da Rizzoli uscito sempre nel mese di marzo. Ad Aprile annuncia due date a Roma e Milano del suo spettacolo teatrale “Abissale”;

che vengono in pochissimo tempo raddoppiate ed aggiunte altre 13 date in tutta Italia realizzando svariati sold out.Il 2023 è anche l’anno della svolta internazionale dell’artista. In Agosto è tra i protagonisti del Sziget Festival a Budapest, ospite di uno dei palchi più importanti della manifestazione, “European Stage” esibendosi nella fascia serale alle 23.00, mentre ad Ottobre vola in America per due importanti concerti uno a Miami ed uno a Los Angeles.

Gli incontri con Umberto Galimberti e Gio Evan sono sold out da settimane: inutile presentarsi se si è sprovvisti di prenotazione o se non si è stati inseriti in una lista di riserva. Tutti gli altri incontri sono liberi, senza prenotazione. È consigliabile arrivare con un certo anticipo, soprattutto per l’evento delle ore 21. Per informazioni si può scrivere a pontedeldialogodronero@gmail.com o telefonare al numero 329 1365655.

Fino al 25 marzo a Dronero si potrà visitare “Casa Festival”, uno spazio allestito in Sala Giolitti (Piazza Martiri, la stessa del Teatro Iris), in cui sarà possibile avere informazioni sul programma e sulle altre proposte culturali di Dronero, visionare i libri presentati, i video promozionali del territorio, acquistare gadget, magari anche incontrare alcuni autori… Lo spazio sarà aperto dalle 9 alle 18.

Il Festival “Ponte del Dialogo” è organizzato dal Comune di Dronero in collaborazione con l’Agenzia di Sviluppo di AFP, con il contributo di Regione Piemonte, Fondazione CRT, Fondazione CRC, Banca di Caraglio.

comunicatp stampa

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