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Attualità | 19 marzo 2024, 18:14

Il salvataggio di Egea supera il vaglio degli obbligazionisti: via libera per oltre l’80% dei crediti

Positivi riscontri sull’adesione degli investitori chiamati a sottoscrivere entro oggi il saldo e stralcio proposto loro nell’ambito della composizione negoziata della crisi

Il quartiere generale del Gruppo Egea

Il quartiere generale del Gruppo Egea

Per salvare l’azienda, altrimenti condannata al fallimento, serviva mettere d’accordo i possessori di almeno il 60% delle obbligazioni non garantite che il gruppo aveva piazzato a una platea di 77 investitori nel corso di sei diverse emissioni. Poco meno di 11 milioni di euro, in pratica, su un totale di circa 18, cinque dei quali però in mano a un unico imprenditore straniero che ancora nei giorni scorsi si era detto poco convinto di agevolare il salvataggio, inducendone in qualche modo altri allo scansare il peso morale di un dissesto le cui conseguenze avrebbero travolto 1.300 collaboratori tra diretti e indiretti e provocato gravissime ricadute in termini di crediti da esigere da parte delle aziende dell’indotto fornitrici e di servizi da erogare a una platea di decine di Comuni ed enti locali di mezzo Nord Ovest. 

Quella soglia, decisiva per scampare il baratro, si è infine raggiunta e parrebbe ampiamente superata nel tardo pomeriggio di oggi, martedì 19 marzo (si è superato l’80%, confermato ufficialmente dall'azienda) consentendo ai liquidatori di Egea di superare quello che rappresentava probabilmente lo scoglio più ripido nel difficile percorso di salvataggio avviato nel giugno scorso e destinato a concludersi entro un termine massimo di 12 mesi da allora. 

La buona notizia relativa al superamento del quorum ha preso forma poco dopo le ore 18, dopo che per tutto il pomeriggio, presso il quartiere generale della multiservizi, in corso Nino Bixio, un notaio è stato impegnato a raccogliere le firme degli obbligazionisti che si erano decisi ad accettare il piano di saldo e stralcio proposto loro dai nuovi vertici aziendali

Un’intesa che per loro prevedeva la restituzione di un minimo del 30% del credito, una percentuale destinata a salire in ragione dei buoni risultati che l’azienda andrà eventualmente a conseguire sotto le insegne della "new-co" che si andrà ora a costituire sotto la guida industriale di Iren – che metterà sul tavolo 85 milioni di euro – e un controllo azionario suddiviso in parti uguali tra la stessa erede delle ex municipalizzate di Torino, Genova, Reggio Emilia e Parma e le banche detentrici di crediti garantiti per circa 160 milioni di euro.  

Superato questo scoglio, la complessa partita degli obbligazionisti è stata così archiviata insieme a quella dei fornitori (a loro è stato riconosciuto il 25% dei crediti maturati fino al 1° giugno scorso, il 100% di quanto dovuto dopo quella data), mentre sarebbero agli ultimi dettagli le intese riguardanti l’analogo 30% promesso alle banche per i loro crediti non garantiti (altri 160 milioni) e l’erario, obbligato ad accettare la restituzione di 60 milioni di euro (su 200) in dieci anni.  

La strada è ora in discesa e porterà presto all’approvazione di distinti accordi di ristrutturazione (con i creditori e con Iren, per il suo ingresso) da parte dei consigli di gestione e di sorveglianza della multiservizi albese, prima del necessario vaglio sull’intera operazione da parte del Tribunale di Torino

 

LA NOTA DEL GRUPPO

In una nota inviata dalla multiservizi alle ore 18.42 si legge: 

"Egea informa che, nella giornata odierna, gli obbligazionisti hanno aderito agli accordi di ristrutturazione proposti in una misura superiore all’80%.

Egea, nella scorsa settimana, ha presentato istanza di transazione fiscale.

In attesa che gli istituti di credito concludano l’iter deliberativo, la procedura di composizione negoziata della crisi prosegue sotto l’attenta osservazione del dottor Riccardo Ranalli, esperto indipendente nominato dalla Camera di Commercio.

Il Tribunale di Torino, nella giornata di ieri (lunedì 18 marzo, ndr), ha confermato la proroga delle misure protettive del patrimonio e, auspicabilmente entro la fine di giugno, sarà chiamato a valutare l’omologa degli accordi di ristrutturazione".

Ezio Massucco

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