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Attualità | 08 marzo 2024, 18:03

“Le imprese e la Costituzione”: ad Alba il dibattito partendo dal libro del prof. Stefano Ambrosini

Tra etica di impresa e intelligenza artificiale, le riflessioni di Giuseppe Miroglio, Bartolomeo Salomone, Paolo Giovanni Demarchi Albengo, Stefano Quadro, Roberto Buongarzone e monsignor Marco Brunetti moderati dal sindaco albese Carlo Bo

Un momento dell'incontro

Un momento dell'incontro

Pubblico delle grandi occasioni, ad Alba, per “Le imprese e la Costituzione”, appuntamento organizzato – nel pomeriggio di oggi, venerdì 8 marzo, nella Sala della Resistenza del Palazzo Comunale di Alba dall’Associazione Subalpina di Studi Giuridici.

Luogo non casuale, come ricordato dal sindaco della Città di Alba, Carlo Bo, che ha esordito ricordando come la Costituzione sia figlia della Resistenza. “Dovremmo imparare ad applicare cosa c’è scritto in Costituzione, piuttosto che pensare a modificarla”, ha continuato il primo cittadino, introducendo le riflessioni a margine della presentazione del libro di Stefano Ambrosini “L’impresa nella Costituzione” (2024, Zanichelli Editore).

Quindi, nell’ordine, gli interventi di Giuseppe Miroglio, presidente di Miroglio Spa e vicepresidente di Confindustria Cuneo, Bartolomeo Salomone, presidente di Ferrero Spa e segretario generale della Fondazione Ferrero, Paolo Giovanni Demarchi Albengo, presidente del Tribunale di Cuneo, Stefano Quadro, direttore della federazione Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria delle Banche di Credito Cooperativo, Roberto Buongarzone, dirigente scolastico del Liceo Classico “Govone” di Alba, e del vescovo della Diocesi di Alba, monsignor Marco Brunetti.

Per Giuseppe Miroglio il libro del professor Ambrosini è “un’occasione per tornare a leggere la Costituzione. Sono diversi gli spunti interessanti, che toccano argomenti del programma di Confindustria Cuneo, tra i quali quello del ruolo sociale dell’impresa”. E ancora: “Si parla molto di lavoratori, in Costituzione, ma poco di impresa: imprenditore è un lavoratore, ma i profili di rischio sono diversi. Anche gli interessi di lavoratori e imprenditori a volte sono in apparente conflitto: trovare un punto di equilibrio non è semplice, ma è necessario. Pensiamo, ad esempio, al tema dell’intelligenza artificiale”.

Quindi Bartolomeo Salomone, che nel suo intervento parte dal ricordare come la Costituzione e la Ferrero siano coetanee. “Impresa e lavoratori sono due facce della stessa medaglia e questo in Ferrero è quasi un dogma, che nella Fondazione trova la sua sintesi”. Riprendendo quindi i contenuti del libro del prof. Ambrosini, “Adriano Olivetti e Michele Ferrero hanno dato prova di essere autenticamente sensibili alle istanze provenienti dal mondo del lavoro, divenendo fulgidi esempi di etica di impresa”.

Il presidente Demarchi, che ad Alba ha cominciato la sua carriere in magistratura, spiazza quindi la platea con un’introduzione preparata da Chat GPT, palesando i limiti dell’intelligenza artificiale: “Un progresso inarrestabile, che richiede tuttavia un indirizzo da parte dell’uomo, accompagnandone lo sviluppo nell’alveo dell’etica”. Per Demarchi – che nel suo intervento cita anche l’ILVA di Taranto, sintesi tra la libertà di attività economica e d’impresa e una serie di problematiche che confliggono con i più importanti diritti costituzionali, dalla salute all’ambiente – si tratta di un “libro importante anche per la formazione di giovani giuristi”.

Stefano Quadro, portando i saluti di Tino Cornaglia, si sofferma sul sottotitolo, “Introduzione ai corsi di diritto commerciale e di diritto pubblico dell’economia” e cerca i collegamenti con il mondo cooperativistico, che entra in Costituzione attraverso l’articolo 45, sottolineando i principi della mutualità.

Ancora, Roberto Buongarzone, che da ex professore di lettere apprezza l’approccio stilistico del libro, fruibile anche ai non addetti ai lavori, intervenendo quindi sulla compartecipazione dei lavoratori all’impresa, trattata all’articolo 46 della Costituzione, sul ruolo dei sindacati e sul preoccupante fenomeno dei NEET (“Non engaged in Education, Employment or Training”, persone – spesso giovani – inattive, fuori dal mondo del lavoro). Con una chiosa finale, vista anche la data odierna dell’8 marzo, Giornata internazionale della Donna, sul principio di uguaglianza.

Monsignor Marco Brunetti si rifà quindi ai principi della dottrina sociale della Chiesa e all’apporto dei cattolici alla Costituzione, con il principio della centralità della persona e della proprietà privata (“che viene comunque dopo il bene comune, come ricordato da papa Francesco”), richiamando anche principi etici non derogabili e ricordando l’importanza del welfare aziendale portato avanti da realtà industriali del territorio.

Le conclusioni sono quindi affidate al prof. Ambrosini, che ricorda come la nostra sia una Costituzione “di compromesso” e come questo sia “la forza, e non la debolezza, della nostra Carta costituzionale, con le sue anime socialista, cattolica e liberale, che hanno dato vita a una sintesi mirabile”. Parlando più nello specifico di impresa, ecco il richiamo alla responsabilità sociale di impresa e al welfare aziendale, che trovano in Costituzione un fondamento e che in aziende come la Ferrero assurgono a modello.

Pietro Ramunno

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