“Sacha sta bene si sottopone regolarmente alle cure e la madre e il fratello lo vengono a visitare in Italia”. Questo quanto fa sapere l’avvocato Luca Borsarelli che, assieme al collega olandese Robert Malewicz, assiste il 21enne attualmente detenuto al carcere Le Vallette di Torino e indagato per aver accoltellato e ucciso l'agosto scorso il padre e l’amico di famiglia che li ospitava a Montaldo Mondovì.
Nei giorni scorsi, in tribunale a Cuneo, c’è stato il conferimento dell’incarico al perito psichiatra nominato dalla Procura, che dovrà valutare lo stato di salute mentale del ragazzo e stabilire se, al momento del duplice omicidio, fosse capace di intendere e volere. L’esperto, che verrà assistito da un interprete olandese, si è riservato 90 giorni di tempo per decidere e depositare la sua relazione. La prossima udienza, infatti è stata fissata per inizio marzo.
A che punto sono le indagini?
Attualmente la fase preliminare è quella di incidente probatorio, un istituto che consente di anticipare la formazione della prova in un contesto che richiede celerità.
Perché valutare le condizioni mentale di Sacha?
Perché se il giovane dovesse risultare non imputabile, per lui questa brutta storia finirebbe qui, senza conseguenze “legali”. Non sarebbe rinviato a giudizio e dunque non dovrebbe affrontare un processo (che diversamente si terrebbe di fronte ad una Corte d’Assise in quanto punibile con ergastolo), e di conseguenza scarcerato. Tutto finirebbe con una sentenza di proscioglimento per imputabilità.
Sacha nel frattempo continua a scegliere la linea di mantenere il silenzio anche di fronte ai magistrati che, nell’agosto scorso, si erano visti costretti a rinviare l’interrogatorio in quanto il giovane aveva dato in escandescenza al punto che si era reso necessario l’intervento di alcuni agenti di Polizia Penitenziaria.
Intanto, dall'Olanda, mai nessuna perizia circa il suo stato di salute mentale è pervenuta, così come non arriverà alcuna documentazione riguardante lo stato di salute mentale di Sacha. Alcuna perizia psichiatrica è stata infatti redatta sul giovane, il cui unico contatto con uno psichiatra sarebbe avvenuto in occasione di una prima visita conoscitiva con uno specialista, non sufficiente quindi a raccogliere elementi utili per permettere al medico di redigere una relazione sulle sue condizioni mentali.